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#LACULTURANONSIFERMA. #IOGIOCOACASA. Il Gabinetto delle Stampe: le sagome da ritagliare. Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini e Anna Sicurezza

Nell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, tra le varie tipologie dedicate al gioco e conservate presso il Gabinetto delle Stampe, sono ben rappresentate le sagome da ritagliare. Le figurine da scontornare iniziarono a diffondersi tra fine Ottocento e inizio Novecento, grazie all’impiego sempre più ampio della litografia, che permetteva di abbattere ulteriormente i costi di produzione delle stampe; l’acquisto di un gioco su carta era quindi alla portata economica di tutti.

  • Emblematica nelle nostre collezioni è ad esempio la “Bambola da vestire”, una vera e propria donna in miniatura da abbigliare, una volta ritagliata lungo i margini, secondo i canoni della moda di fine Ottocento. La stampa risente molto dell’influenza francese, poiché proviene dallo stabilimento litografico Lebrun-Boldetti, attivo a Milano tra il 1872 e il 1888. Va notato che la sagomina da ricoprire con l’abito non presenta parti nude, in base all’etica del tempo, ma è piuttosto già vestita di una ricca e abbondante lingerie.

  • Le sagome da ritagliare non si limitano alle più classiche bambole, ma spaziano all’interno di più ambiti. Interessante è ad esempio la figura del “Pagliaccio” che, insieme a quella del “Calabrese”, consiste in una marionetta composta di più parti mobili da montare. I colori vivaci della stampa sono quelli tipici dell’editore Eliseo Macchi, che rilevò lo stabilimento litografico di Lebrun e fu attivo a Milano dal 1902 al 1906. Si riconosce infatti il tipico marchio di fabbrica della stella a cinque punte sopra una mezzaluna.

  • A sua volta, l’attività di Eliseo Macchi cessò presto e venne sostituita nel 1925 dalla Marca Stella che prese il suo posto, modificando il marchio nella sola stella, ben riconoscibile ad esempio in due edifici da ritagliare: la “Villetta di campagna” e il “Mulino”. La prima con le arcate sull’atrio d’ingresso e i tipici alberi del paesaggio toscano, il secondo arricchito dai suoi buffi abitanti e dagli animali della fattoria.

  • All’editore Marca Stella rimandano anche alcune stampe legate al tema dei soldatini di carta. Sono presenti ad esempio gli intramontabili “Garibaldini”, così cari all’iconografia popolare, fino agli “Aeroplani” dell’esercito italiano. Dell’editore Nerbini e dello stabilimento litografico Alinari di Firenze sono invece diverse stampe legate al tema della guerra italo-turca (1911-1912). I soldati di entrambe le parti sono rappresentati in vari fogli, una testimonianza rara di un conflitto che la storia italiana ha in parte rimosso, perché ha comportato la conquista coloniale della Tripolitania e della Cirenaica (regioni storico-geografiche della Libia). Dell’editore De Castiglioni sono inoltre dei soldatini di carta che risalgono al primo quarto del XX secolo, molto simili ad altri presenti presso la nota raccolta di stampe “Achille Bertarelli” di Milano. La stessa incisione con la rappresentazione di una banda militare è infine conservata sia nella raccolta milanese che presso l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale: si tratta di una xilografia (incisione su matrice lignea) degli stampatori Remondini di Bassano e risale al 1840 circa, ultimo periodo della loro attività. Le forti analogie tra la raccolta milanese e quella dell’istituto romano dipendono dal fatto che in entrambi i casi fu Achille Bertarelli il principale artefice della scelta delle stampe che vi sono conservate.

  • Un ultimo nucleo di sagome su carta riguarda il presepe e gli elementi che lo compongono. In una serie di litografie in lingua tedesca, non solo si possono ritagliare i pastori, ma anche una fitta vegetazione arborea. Il foglio delle pecorelle, inoltre, risulta in parte ritagliato, perché è stato realmente utilizzato. Tornano infine col tema del presepe le litografie Marca Stella, caratterizzate nuovamente dalle loro colorazioni accese.

  • I giochi ci portano in un campo di competenze molto articolato. Quando parliamo del giocare ci vengono alla mente molte abilità: strategiche, competitive, di socializzazione, capacità di affrontare il rischio e l’azzardo.

  • Oggi vi proponiamo di riflettere su alcune particolari abilità esercitate inizialmente attraverso il ritagliare, ordinare e assemblare. Si tratta di operazioni che mettono in campo importanti competenze manuali, provate fin da bambini nella cornice del gioco. Innanzitutto ci misuriamo con l’uso di uno strumento della vita quotidiana adulta, che ha un grado di pericolo e di rischio: le forbici. Inoltre compiamo le operazioni di assemblare elementi, vestire la bambola, creare una maschera e/o comporre un edificio. Si tratta di azioni che imitano il prendersi cura di se stessi e degli altri, sublimano la realtà e ci proiettano nell’azione attraverso i nostri personaggi. Il giocare sta nella realizzazione del manufatto ma anche nell’azione immaginata con i manufatti.

  • Una volta formati gli “artefatti”, possiamo comporre immaginari di sagome che prendono vita e proiettano ogni giocatore in esercizi di socialità, ricreati ogni volta nei personali spazi di gioco. Inoltre se il giocatore ha la possibilità di sviluppare le azioni con compagni potremmo vedere campi negoziati nei quali le sagome divengono personaggi che collaborativamente e conflittualmente rafforzano e raffinano le qualità del singolo giocatore e i legami di gruppo.

  • Ancora oggi esistono le sagome da ritagliare o le bambole da vestire, spesso trasformate in altre versioni: figure magnetiche con accessori da sovrapporre, i giochi digitali e diffusi in rete. Vi invitiamo oggi a stampare il “Mulino” e la “Bambola” di fine Ottocento, per esercitare i gesti di ritagliare e di assemblare, e per giocare nei vostri personali immaginari.

  • Vi aspettiamo giovedì prossimo per riscoprire insieme il gioco dell’oca.

 

  • Bibliografia 

  • Callois R., I giochi e gli uomini, Milano 2004

  • Toschi P. (a cura di), Stampe popolari italiane dal XV al XX secolo, Milano 1968

  • Inglold T., Making Antropologia, archeologia, arte e architettura, Milano 2019

 

 

Hanno collaborato: Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini, Anna Sicurezza, Leandro Ventura - Montaggio: Marco Marcotulli.

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