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Marzo

Marzo

  • I Santi:

    3 marzo - Sant' Anselmo di Nonantola, Abate
    Vissuto tra la fine dell’VIII e gli inizi del IX sec., Anselmo è l’unico santo di origine longobarda di cui siano pervenute notizie certe: numerosi documenti, bolle, diplomi e una ‘Vita’ scritta nell’XI sec., danno certezza storica della sua esistenza e attività.
    Si ipotizza sia nato intorno al 720 d.C. e che sia stato un duca longobardo (forse duca del Friuli) prima di vestire l’abito benedettino. Di sua iniziativa e, come sembra, con fondi propri Anselmo fondò il monastero di Fanano (MO) con annesso ospizio per i pellegrini, molto frequenti in quello che era un luogo di passaggio obbligato tra Emilia e Toscana. Quando salì al trono longobardo il cognato di Anselmo, il re Astolfo, avendo questi mire espansionistiche, donò al monaco i terreni di una località incolta chiamata Nonantola, strategica per il controllo delle strade che da Verona e Piacenza conducevano a Bologna. Anselmo e i monaci riunitisi intorno al suo cenobio, bonificarono l’area, costruirono un nuovo monastero con biblioteca e scriptorium e cominciarono a coltivare le terre strappate alle acque, producendo vantaggi economici e sociali per tutta l’area.
    Ad Anselmo sono attribuite molteplici altre fondazioni di monasteri e un eccezionale impulso dato all’abbazia di Nonantola. Numerosi sono i codici che acquistò per biblioteca dell’abbazia durante la sua permanenza a Montecassino, negli anni in cui regnò il longobardo Desiderio. Morì il 3 marzo dell’803, cinquanta anni dopo la fondazione del monastero e della chiesa abbaziale in cui è stato sepolto.

  • Accadde:

    29 Marzo 1516: Creazione del primo Ghetto ebraico
    Il 29 marzo 1516 è una data che ha segnato la storia dell’ebraismo e del mondo intero: si tratta del giorno in cui a Venezia venne deliberata l’istituzione del primo ghetto della storia, il “serraglio de’ giudei”, collocato in un’isola della parrocchia di San Girolamo nel sestiere di Cannaregio. In questo modo il senato veneziano obbligò gli ebrei a vivere in un’area dotata di due porte che venivano aperte al mattino e richiuse la sera. Costretti ad abitare in un’area molto limitata, gli ebrei furono obbligati a costruire edifici molto alti che li contenessero tutti, dei veri e propri grattacieli per quell’epoca. L’etimologia della parola ghetto è incerta ma una delle ipotesi più probabili lega l’origine del termine alla presenza in questa zona di una fonderia, il cui metallo fuso era detto in veneziano “geto”, pronunciato con la g dura e quindi “gheto” dagli ebrei di origine tedesca.

  • Feste e sagre:

    La festa di San Giuseppe a Casacalenda (CB)
    Secondo la tradizione Giuseppe è considerato come nutrimento e aiuto per i più bisognosi, bambini e poveri, ed è per questo che in molti luoghi - soprattutto nel meridione d’Italia - si usa allestire tavole imbandite per la condivisione del cibo in occasione della ricorrenza di San Giuseppe. A Casacalenda (Campobasso) la preparazione del cibo, effettuata secondo precise regole tramandate oralmente, ha inizio già la vigilia della festa, il 18 marzo. Il giorno della ricorrenza, il 19 marzo le donne offrono il pane benedetto, l'alimento base della vita, che porta impressa nel centro l'impronta della mano del santo, e allestiscono le tavole: la prima è per la Sacra Famiglia, che sarà circondata da bambini, chiamati "angeli"; la seconda è dedicata agli altri commensali. In passato alle tavolate venivano invitati soprattutto i poveri, mentre oggi vi siedono tutti indistintamente per poter assaggiare le tredici pietanze preparate secondo la tradizione. Il pranzo prevede: fette di arance condite con olio di oliva e zucchero e sottaceti in agrodolce; fagioli; ceci; piselli; cicerchie; fave; granchi; lumache; riso; baccalà gratinato; verdure; maccheroni con la mollica; infine frutta e dolci. Il pranzo è preceduto dalla recita di preghiere, che viene ripetuta ad ogni portata e alla conclusione.
    Scheda della festa

  • La ricetta:

    Brodetto in bianco di Porto Recanati (Marche)
    Il brodetto in bianco di Porto Recanati è un piatto di origine marchigiana che si prepara in occasione delle festività pasquali.
    Ingredienti: 2 Kg di pesce assortito per zuppa (triglie, sogliole, merluzzi, seppie, palombo, pescatrice, pannocchie); 1 cipolla; 1 bicchiere di olio extra vergine d'oliva; 2 bustine di zafferano; 2 bicchieri di vino bianco secco; alcune fette di pane casereccio; brodo di pesce; sale e pepe
    Preparazione: Pulire bene i pesci e lavarli sotto l’acqua corrente, tagliare  quelli più grandi in più pezzi. Mondare la cipolla e farla a fettine molto sottili, poi metterla in un tegame e farla soffriggere con un po’ d’olio. Aggiungere le seppie tagliate a pezzetti e coprire con il brodo di pesce o con l’acqua in cui avrete sciolto lo zafferano. Unire sale e pepe e l’altro pesce, prestando attenzione a mettere prima quelli che richiedono tempi di cottura più lunghi. Aggiungere il vino bianco e fate cuocere per 15 minuti mescolando delicatamente di tanto in tanto. Se occorre aggiustate di sale e regolate di pepe. Nel frattempo abbrustolite le fette di pane sulla piastra o in forno. Servite il brodetto in bianco di Portorecanati caldissimo accompagnato dalle fette di pane.

  • Il proverbio:

    Pace tra suocera e nuora, dura quanto la neve marzuola

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