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Il cantiere del Palazzo delle Tradizioni Popolari (Archivio storico fotografico E42 - Eur Spa) Il cantiere del Palazzo delle Tradizioni Popolari (Archivio storico fotografico E42 - Eur Spa)

Dal 1913 al 1943

La morte di Lamberto Loria, avvenuta il 6 aprile 1913, e il sopraggiungere della guerra mondiale impedirono la realizzazione del Museo. Finita la guerra l'interesse per le tradizioni popolari si riaccese e con il Regio Decreto del 10 settembre 1923 n. 2111 venne istituito ufficialmente il Museo. La collezione dal 1923 era sistemata in casse nelle scuderie di Villa d'Este a Tivoli, dove era pervenuta dopo un lungo peregrinare, dai padiglioni di Piazza d'Armi alle cantine di Palazzo Bazan a Valle Giulia, a Villa Mills al Palatino. Sempre nel 1923 la riforma aveva decretato l'insegnamento dell'etnografia regionale nelle scuole primarie e complementari, mentre nel 1927 il Ministro della Pubblica Istruzione auspicava che la Facoltà di Lettere e Filosofia "avesse il necessario compimento nell'esame dei costumi e delle regioni con le loro passioni, le loro memorie, le loro tradizioni".

Nel 1936 il problema della sede non era ancora stato risolto e il Ministero per l'Educazione Nazionale formò una apposita Commissione nella quale un ruolo fondamentale ricoprì il Direttore del Museo, Paolo Toschi, che avviò la catalogazione scientifica del materiale che sarebbe stato esposto nella sede definitiva. La soluzione sembrò apparire nel quadro dell'Esposizione Universale che si sarebbe tenuta a Roma nel 1942 (E 42), in essa veniva inclusa una Mostra di tradizioni popolari e assegnato il palazzo all'Eur che successivamente diverrà la sede attuale del Museo. Tale mostra, al termine dell'evento temporaneo dell'Esposizione, si sarebbe dovuta trasformare nel Museo Etnografico in cui sistemare, in maniera definitiva, il Museo Kircheriano e la collezione Loria, giacente ancora in casse a Villa d'Este a Tivoli. Concetto ispiratore della mostra, che in primo tempo ebbe la denominazione di Mostra Etnografica e del Costume poi modificata in quella di Mostra delle Arti e Tradizioni popolari, il cui nucleo fondamentale era costituito dalla raccolta Loria, era superare la concezione romantica e positivista relativa all'"arte popolare" e mettere in evidenza quanto della civiltà romana sopravviveva nelle usanze delle varie regioni d'Italia. Il piano della mostra, che verrà inaugurata il 10 giugno 1939, prevedeva nove sezioni articolate secondo quelle che venivano considerate le principali forme espressive della vita e dell'arte popolare italiana:

1) Architettura rustica e urbanistica paesana (le case nei suoi elementi e coi suoi annessi complessi architettonici degli abitati rurali);
2) Interno delle case rustiche e nobili e oggetti che li decorano;
3) Arti domestiche e piccole industrie paesane a carattere tradizionale (tessuti, ricami, oggetti locali in legno, metalli, cuoio, ceramiche, stampi per la lavorazione;
4) Strumenti e arnesi della vita agricola, pastorale e marinara;
5) Arti personali (costumi e fogge di vestire: oggetti e strumenti di uso personale, giochi e giocattoli);
6) Arti sociali e religiose (oggetti urbanistici usati per le feste, ex voto...);
7) Stampe popolari;
8) Canti, musiche e danze popolari;
9) Pubblicazioni, studi, atlanti linguistici ed etnografici, ecc.

La divisione in sezioni composte di serie di oggetti, salvo alcuni complessi doveva essere "scientifica, ma presentata artisticamente" comprendendo solo i manufatti "il cui uso è tuttora vivo, intendendosi la tradizione come essenza dinamica". Con delibera presidenziale n. 51116 veniva conferito a Toschi l'incarico di ultimare lo studio scientifico della collezione Loria e di studiare il raggruppamento degli oggetti per poter facilitare il lavoro di allestimento degli architetti Massimo Castellazzi, Pietro Morresi e Annibale Vitellozzi a cui era affidato il progetto dell'edificio articolato su tre piani, situato sul lato sinistro di Piazza Imperiale, palazzo che verrà ultimato, nelle linee generali, il 25 giugno 1942. Il problema annoso del Museo Nazionale di Etnografia Italiana pareva di prossima soluzione tanto che nel Congresso Nazionale delle arti e tradizioni popolari tenutosi a Venezia, nel settembre 1940, nella seduta presieduta dal Ministro Giuseppe Bottai veniva dato l'annuncio ufficiale della sua costituzione a Roma. Purtroppo ancora una volta gli eventi bellici ritarderanno l'ultimazione del Museo e la sistemazione definitiva della raccolta etnografica che, ancora nelle casse di Villa d'Este, sarà notevolmente danneggiata a causa del bombardamento di Tivoli nel 1943.

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Orario MATP
Dal martedi alla domenica 8.00-19.00
Metro Linea B (EUR Fermi)
Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
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