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Falò dinnanzi alla chiesa di Sant'Anastasio. Foto: E. De Simoni (21 gennaio 2006), Archivio Fotografico dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia Falò dinnanzi alla chiesa di Sant'Anastasio. Foto: E. De Simoni (21 gennaio 2006), Archivio Fotografico dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

Sant'Anastasio ad Acquaviva d'Isernia

Focata d'inverno

21-22 GENNAIO

Sant'Anastasio

Magundat, figlio di un sacerdote zoroastriano e soldato dell'esercito persiano, viene affascinato dalla venerazione dei cristiani per la croce. Si reca dunque a Gerusalemme e riceve il battesimo, assumendo il nome di Anastasio, "il risorto", per indicare l'avvenuta conversione. Dopo aver praticato la vita monastica, è catturato dai persiani a Cesarea di Palestina e sottoposto a tormenti affinché abiuri.Viene infine portato in Assiria, dove è strangolato e decapitato, nella prima metà del VII secolo

Il suo capo e la sua immagine sono traslati a Roma, nel monastero detto ad Aquas Salvias,oggi chiesa intitolata ai Santi Vincenzo (martire spagnolo morto agli inizi del IV secolo) e Anastasio, nel complesso abbaziale delle Tre Fontane. Il Messale Romano del 1570 ha accomunato i due santi nella celebrazione, il 22 gennaio. Nel 787 il II Concilio di Nicea stabilisce le virtù taumaturgiche dell'immagine di Sant'Anastasio contro demoni e malattie. Il culto di Sant'Anastasio in Italia viene diffuso dal re longobardo Liutprando nel secolo VIII.

La ricorrenza di Sant'Anastasio cade in un periodo dell'anno caratterizzato da tradizioni legate al fuoco, in alcune regioni d'Italia anche San Vincenzo, martirizzato con il fuoco, viene commemorato con l'accensione di falò. In ambito locale si può notare come Acquaviva d'Isernia risulti, fino al 1064, tra i possedimenti del complesso monastico di San Vincenzo al Volturno, dove è inoltre raffigurata, in uno degli affreschi altomedioevali della cripta di Epifanio, la santa Anastasia di Sirmio, arsa viva, secondo l'agiografia, agli inizi del IV secolo.

La festa di Sant'Anastasio ad Acquaviva d'Isernia

Sant'Anastasio, patrono di Acquaviva d'Isernia (Isernia), viene festeggiato con un falò notturno e una processione religiosa. Il 21 gennaio, vigilia della ricorrenza, gruppi maschili formati prevalentemente da giovani raccolgono, nelle campagne circostanti, grandi quantità di rami di ginepro, un arbusto dalle bacche particolarmente aromatiche e facilmente infiammabile.

La raccolta è caratterizzata da un'atmosfera festosa e si gareggia nell'estirpazione dei rami. Il ginepro viene trasportato in paese e ammassato ai piedi della scalinata che conduce alla chiesa di Sant'Anastasio, intorno a una croce di ferro. Le fasi della preparazione e dell'accensione costituiscono un'occasione di confronto tra i partecipanti, impegnati a dimostrare la loro forza e le loro capacità nel controllo del fuoco, in una situazione che richiede coraggio e abilità per destreggiarsi tra le fiamme. L'accensione, che ha luogo la sera, rappresenta il momento culminante della festa: i giovani, tra i rami infuocati, esprimono il loro entusiasmo per la riuscita del falò.

Nella piazza, invasa dal profumo del ginepro, la folla assiste alle evoluzioni delle fiamme, accentuate dalle esplosioni dei fuochi pirotecnici, e alcuni uomini si sfidano in prove di forza sollevando tronchi. La statua del santo viene collocata dietro le porte spalancate della chiesa, rivolta verso il fuoco, e riceve la devozione di alcuni fedeli. Il falò continua per tutta la notte. La mattina del giorno successivo, ai piedi della scalinata, restano soltanto le ceneri. La banda percorre le vie del paese e viene effettuata la questua per la festa. Dopo la messa, ha luogo la processione con il trasporto della statua di Sant'Anastasio.

Testo e adattamento: E. De Simoni (tratto da Patrimonio immateriale del Molise)


Foto: E. De Simoni (21 e 22 gennaio 2006)
Archivio Fotografico dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

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