Dal 1947 al 1954
Sempre nello stesso anno Toschi realizzò, in occasione delle Celebrazioni Centenarie svoltesi nel 1948 a Torino, la mostra su Il Costume popolare di Roma e del Lazio con gran parte della collezione Loria del costituendo Museo di Etnografia, mentre l'anno dopo verrà organizzata, a Roma, grazie alla Società Geografica Italiana, la Mostra di Tappeti e ceramiche popolari a Villa Celimontana (7 ottobre 1948 - 7 gennaio 1949). La mostra si prefiggeva di far conoscere l'artigianato rurale, offrire spunti per la ripresa e lo sviluppo dei prodotti artigianali italiani e riproporre l'annoso problema della definitiva sistemazione del Museo.
Grazie all'interesse suscitato, le esposizioni determinarono la ripresa delle trattative con l'Eur, tanto che nel 1950-51 sembrò definita l'assegnazione per il Museo del Palazzo delle Tradizioni Popolari situato nell'attuale piazza Marconi. Ancora una volta una serie di circostanze, incluso il passaggio di Toschi alla cattedra di Storia delle Tradizioni popolari dell'Università di Roma, avvenuto nel novembre del 1949, ne impedirono la realizzazione.
Tuttavia non diminuì l'interesse per gli studi folklorici tanto che nel 1953 si terrà a Roma, nel Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale, la Mostra dell'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia. Scopo dichiarato dell'esposizione era ancora una volta quello di valorizzare le energie artistiche delle popolazioni italiane, in realtà l'intento era dare definitiva collocazione alla raccolta di Loria. La Mostra esponeva l'artigianato artistico rappresentato da oggetti di oreficeria, miniature, cammei, ceramiche, vetri, mosaici, metalli battuti e sbalzati, legni scolpiti, tessuti e icone artistiche, pitture popolari, ex voto.
Nello stesso anno l'intera collezione Loria venne trasferita da Tivoli a Roma per l'Esposizione internazionale dell'Agricoltura (E A 53), al Palazzo dei Congressi dell'EUR, dove una sezione fu dedicata al folklore.
Il successo della mostra sul folklore che aveva esposto, oltre agli oggetti della suddetta collezione, i manufatti più significativi del Museo Pitrè di Palermo e del Museo Etnografico romagnolo di Forlì, e soprattutto l'intelligente e sistematica politica operata da Toschi determinavano il 27 febbraio 1954 la stipula del contratto d'affitto del Palazzo delle Tradizioni Popolari fra l'Ente Eur e il Ministero della Pubblica Istruzione, rappresentato dall'allora Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti Guglielmo De Angelis d'Ossat.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, in possesso del palazzo, nominò nello stesso anno una Commissione per l'ordinamento scientifico del Museo presieduta da Toschi, nella quale ricoprì un ruolo fondamentale Tullio Tentori, allora direttore del Museo e ispettore del Pigorini, accanto ad altri illustri membri. Venne modificata la denominazione da Museo di Etnografia in quella di Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari in considerazione del fatto che non si riteneva che il termine "etnografia" corrispondesse ai criteri scientifici che avevano ispirato l'ordinamento del Museo, in cui era esposto unicamente il materiale relativo ai prodotti tradizionali e artistici del popolo italiano.
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