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La mostra del 1911

La mostra del 1911

Il 1911 è l'anno del grande giubileo laico, la festa con cui si volevano celebrare i progressi fatti dalla nazione negli ultimi cinquant'anni attraverso l'Esposizione Internazionale (Firenze, Roma, Torino). A Roma i festeggiamenti per le celebrazioni erano concentrati nella Mostra Etnografica e nella Mostra Regionale, situate nella zona urbanizzata dell'ex Piazza d'Armi, e nelle iniziative collaterali organizzate sulla riva destra del Tevere.
Asse portante dell'intera esposizione era una sorta di viaggio attraverso l'Italia realizzato attraverso quattordici padiglioni regionali, edifici che riproducevano gli elementi dei modelli classici di maggiore bellezza della regione di rappresentanza, circondati da una quarantina di "gruppi etnografici", veri e propri quadri viventi, dove ad esempio Napoli era stata ricostruita attraverso uno spaccato del vecchio quartiere di Santa Lucia e la Sardegna attraverso i nuraghi e le case del Campidano.

La Mostra Etnografica, era ospitata in due palazzi, il Palazzo delle Scuole e il Palazzo delle Maschere e del Costume: preceduta da un enorme lavoro di ricerca e di schedatura finalizzato alla costituzione del nuovo Museo Nazionale di Etnografia Italiana che nelle intenzioni di Lamberto Loria avrebbe enormemente favorito gli studi in campo folklorico, era articolata in sezioni. Fra queste una era riservata all'oreficeria, ad una collezione di stecche da busto intarsiate, a mobili, bastoni, coltelli e oggetti d'uso della vita dei pastori, un'altra sezione, nello stesso Palazzo, era dedicata a modelli di carri e macchine per processione, ai presepi, a oggetti relativi alla religiosità popolare, agli ex voto, agli amuleti della collezione di Giuseppe Bellucci, ai tatuaggi, ai pani e ai dolci rituali.
Una sezione ancora era riservata alle insegne di venditori e di spettacoli popolari, alle ceramiche, ai tessuti e merletti con i rispettivi strumenti di lavoro, ai giocattoli. Nel Palazzo del Costume erano invece visibili i costumi e le maschere delle varie regioni indossati da centinaia di manichini di legno, intagliati dallo scultore fiorentino Aristide Aloisi su scenografie elaborate dai pittori Galileo Chini e Giovanni Costantini. In mostra anche l'iconografia popolare curata da Francesco Novati e da Achille Bertarelli con la raccolta di stampe popolari e la biblioteca di letteratura popolare di Alessandro d'Ancona e Salvatore Salomone Marino.

 
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Orario MATP
Dal martedi alla domenica 8.00-19.00
Metro Linea B (EUR Fermi)
Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
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