Il primo Congresso di Etnografia Italiana
Come risulta dai verbali delle sedute del Congresso vennero analizzati i concetti di antropologia, etnologia e i rapporti dell'etnografia con le altre scienze, in particolare venne affrontato il concetto di folclore, considerato all'epoca, al pari della tecnologia e della archeologia preistorica, solo un capitolo dell'etnografia. Tema centrale del Congresso fu l'ordinamento del futuro Museo Nazionale di Etnografia Italiana e il suo ruolo sociale di conservazione e tutela delle attività tradizionali regionali.
A chiusura del Congresso, nell'ultimo fascicolo del Bullettino, organo ufficiale della Società degli Studi Etnografici, appare il saggio di Lamberto Loria per il costituendo Museo, in cui l'autore esprime in sintesi i principi cardine su cui baserà il programma espositivo. Consapevole del potere evocativo degli oggetti che non ricoprono alcun significato in sé ma esprimono una forte valenza solo se inseriti in una serie di associazioni con altri oggetti materiali o con idee e in considerazione dell'indubbia "efficacia dimostrativa dei manufatti", rispetto ad altre categorie di documenti, tale da non poter essere sostituita da alcuna descrizione, il Loria giunge a stabilire un'equazione tra manufatti e documenti popolari siano essi linguistici, trascrizioni di leggende o descrizioni di usanze "perché tutte queste varie categorie di documenti non differiscono tra loro sostanzialmente, bensì si integrano e a vicenda si illustrano."
Il programma di Loria, che assegnava al Museo un ruolo centrale, poneva l'accento da un lato sulle prospettive di comparazione universale dei fenomeni, dall'altro sottolineava l'importanza dello studio dell'etnografia nazionale come mezzo indispensabile per giungere alla comprensione della storia culturale della nazione nella sua totalità.