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Gioco di bambino in riva al mare, Lampedusa (AG), 1964. Foto: A.Rossi Gioco di bambino in riva al mare, Lampedusa (AG), 1964. Foto: A.Rossi

Nascita e infanzia

Tutte le società e le diverse culture presentano un orizzonte magico, un'area di credenze e di comportamenti che rientrano, in forme differenziate, nella categoria della magia. Generalmente si attribuiscono le credenze magiche alle società contadine o tradizionali dell'Occidente e alle culture cosiddette primitive dei paesi extraeuropei, ma una forma di ritualità magica è presente anche nelle società complesse e industrialmente avanzate. Nel mondo occidentale sempre più numerose sono le sette religiose caratterizzate da questa mentalità e diffuso è il ricorso a operatori dell'occulto. Le credenze magiche costituiscono comunque un sistema simbolico di riferimento, che permette di attribuire significato alla realtà e affrontare situazioni critiche.

In ambito folklorico le pratiche magico-religiose rappresentano spesso l'unica risorsa per risolvere i rischi dell'esistenza. Durante la gravidanza la donna deve osservare un preciso codice di comportamento, che indica in primo luogo le occasioni da evitare, riassunte in una serie di prescrizioni che costituiscono una sorta di rete protettiva: il rispetto delle norme preserva dalle insidie della cattiva sorte e dalle invidie umane. Tali divieti si basano spesso su analogie: indossare una collana può provocare il soffocamento del bambino a causa del cordone ombelicale, cosi' come passare sotto la cavezza di una bestia o sopra una fune.

Per ottenere protezione nel parto e nelle malattie dell'infanzia si ricorre anche a pratiche devozionali verso figure religiose, la cui storia contenga elementi di raccordo con la fecondità. L'intervento di Sant'Anna, madre di Maria in vecchiaia, è richiesto per il buon esito dei parti, in particolare di quelli in età avanzata. Santa Marta, che sconfisse un dragone, allontana i serpenti dalle culle e dal petto delle nutrici addormentate. Sant'Apollonia favorisce la regolare dentizione dei bambini e protegge dalle malattie della bocca. San Donato guarisce l'epilessia, San Biagio i mali della gola. Contro i disturbi del seno interviene San Mamante, al quale la leggenda attribuisce una straordinaria lactatio per nutrire un bimbo abbandonato dalla madre. Sant'Agata, che subì il martirio del taglio delle mammelle, scongiura l'ipogalattia e le mastiti. In Toscana, terra ricca di luoghi collegati ad antichi culti di fertilità, vi sono sorgenti dedicate alla santa, alle madonne del latte e ad altre figure protettive. La forza di tale ideologia tradizionale è ben rappresentata, a livello colto, dalla Madonna del Parto di Piero della Francesca: attraverso quest'opera l'artista esprime la cultura religiosa della sua terra, fortemente segnata da caratteri arcaici di fecondità.

Passando dalle fasi che precedono l'entrata dell'individuo nel mondo, giungiamo all'infanzia, considerata attraverso gli oggetti collegati al corpo, all'apprendimento, al gioco: culle, seggioloni, girelli, abiti e fasce con frasi d'augurio, giocattoli che riproducono l'ambiente naturale, domestico e lavorativo, giochi di destrezza e di lancio, oggetti sonori usati per attività ludiche e in occasioni rituali. Per essere integrato nella comunità, il bambino deve sottoporsi a una doppia educazione, corporale e sociale. L'educazione corporale inizia con le culle per il sonno, con i sostegni per il controllo dei movimenti, per l'apprendimento della posizione eretta e dell'equilibrio, con gli utensili per l'alimentazione.

Alcune culle provenienti da diverse regioni italiane testimoniano in parte la più vasta collezione museografica. Le forme tradizionali di culla sono due: la naca appesa al soffitto in Sicilia e in alcune zone dell'Italia meridionale, la culla a dondolo nelle altre regioni. Molte culle a dondolo recano scolpiti simboli religiosi protettivi o motivi geometrici e floreali, come è possibile vedere negli esemplari altoatesini in legno dipinto. Le culle toscane presentano un archetto, che ha la funzione di tenere sollevato il velo per proteggere il neonato dagli insetti. In tela è la naca siciliana, in vimini quella lucana; la culla laziale è in legno di castagno, la culla sarda è in sughero. Nel settore dedicato all'abbigliamento infantile si trovano esempi di vesti per neonati e di fasce in lino e cotone, alcune ricamate con scritte augurali. L'usanza di fasciare il corpo dei neonati ha lo scopo di mantenere dritte le membra, di impedire ai bambini di graffiarsi e di preservarli dal freddo.

Risalta, nel percorso espositivo, una interessante collezioni di animali in legno, propri della tradizione alpigiana, che riproducono cavalli, gatti, martore, galli, stambecchi e buoi. Questi ultimi, definiti cornailles in valdostano, caratterizzati dalla lunghezza delle corna, esprimono il valore propiziatorio di questo elemento, tipico dell'iconografia zoomorfa dei paesi d'alta montagna. Provengono dalla Sicilia alcuni carretti in legno policromo, di fattura artigianale, venduti nelle fiere che si svolgono in occasione della festa dei morti. Altri esempi di giocattoli che riproducono animali e oggetti sono rappresentati da cavallucci di cartapesta poggiati su rotelline (Campania); da salottini di giunco e utensili in terracotta, come pignatte, tegami, scaldini, brocche, bocccali etc. (Lazio).

Un posto centrale nell'ambito dell'attività infantile, in particolare femminile, è occupato da un giocattolo condiviso da tutte le culture: la bambola. Oltre le valenze magiche e rituali spesso assunte da questo oggetto, ricordiamo qui come il suo uso abbia una doppia funzione, ludica ed educativa. Imitando la realtà, ci si prepara ai doveri familiari futuri, che, nell'infanzia folklorica, spesso vengono affidati alle bambine nella cura dei fratelli più piccoli. La trottola è un altro oggetto caratteristico del gioco d'ogni epoca e società. Gli esemplari esposti, provenienti dalla Sicilia e dall'Abruzzo, sono piccoli coni di legno, con un ferro piramidale in cima: la parte superiore ha l'aspetto di una cupola, quella inferiore è affusolata. Intorno al ferro viene avvolta una cordicella che, sfilandosi dalle mani del giocatore, provoca il movimento rotatorio dell'oggetto.

I primi anni di vita sono accompagnati dal canto di ninne nanne, i cui testi presentano spesso invocazioni ai santi e alla Madonna, secondo le devozioni locali, affinché favoriscano il sonno. Le ninne nanne, eseguite con una vocalità ridotta, sono caratterizzate da elementi motori, ritmici e sonori basati sulla semplicità e sull'iterazione.

L'educazione sociale inizia con l'imitazione del comportamento e delle attività lavorative dei genitori, della madre per le femmine, del padre per i maschi. La partecipazione alle classi d'età, alle occasioni festive e alla scuola, come luogo del primo contatto con il mondo esterno alla famiglia, favorisce nel bambino l'acquisizione del senso di appartenenza alla comunità.

Il gioco occupa un ruolo centrale nell'apprendimento della realtà e delle regole sociali, in particolare se si considerano quei giochi senza giocattoli che caratterizzano la cultura tradizionale, e che rappresentano uno dei più importanti elementi di differenziazione tra il mondo folklorico e la società contemporanea. Si possono definire "giochi senza giocattoli" quelle attività motorie e vocali nelle quali il primo strumento ludico è il corpo, e altri eventuali mezzi sono tratti dall'ambiente circostante. Ripetizione di gesti e di parole che implica destrezza fisica e memoria, adattamento agli spazi, creatività nella rielaborazione dei materiali disponibili: sono questi i tratti distintivi dell'attività ludica tradizionale.

Il ciclo di trasmissioni "Panorami etnologici e folcloristici" fu una delle manifestazioni più significative dell'interesse della radio italiana per la cultura e le tradizioni popolari nel primo decennio del dopoguerra. Dovuto all'intelligenza e alla cultura del grande etnologo, antropologo e storico delle religioni Ernesto De Martino, al quale ne venne affidata la direzione e che realizzò personalmente quattro capitoli, esso venne messo in onda dal Terzo Programma radiofonico a cominciare dal 5 aprile 1954. "Il gusto del primitivo e del popolare", avverte lo stesso De Martino sul Radiocorriere nell'articolo di presentazione "ha senza dubbio influenzato in modo immediato certe correnti artistiche e letterarie e persino certi aspetti del costume e della ideologia del mondo moderno, ma non direi che, in generale, questo gusto vada incoraggiato, almeno nella misura in cui esso alimenta una sorta di evasione dall'ordine e dalla razionalità della civiltà. Tuttavia proprio questi pericoli rendono necessaria una più larga e serena comprensione del primitivo e del popolare, e a questo criterio ho voluto attenermi nella direzione del ciclo, ripudiando decisamente il terreno del pittoresco e del variamente romantico . . . Il primo gruppo [di trasmissioni], essenzialmente etnografico e ideologico, concerne le manifestazioni culturali relative ai più importanti momenti critici dell'esistenza: la nascita, l'infanzia, l'amore, le nozze, la fatica, la guerra e la morte". Coerentemente a questa impostazione metodologica, De Martino analizza nella prima trasmissione affidata alla sua cura la fase iniziale che caratterizza la condizione umana così come vissuta dalla cultura tradizionale popolare: la nascita e i giochi infantili.
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