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Carrettiere della campagna romana cartolina.  Prov. di Roma, inizi xx Carrettiere della campagna romana cartolina. Prov. di Roma, inizi xx

Carro da vino

Il trasporto del vino, dai Castelli Romani fino alle osterie di Roma, era effettuato, ancora alla fine degli anni Quaranta, dai carrettieri del vino alla guida del caratteristico carretto a vino romano: un carro a due grandi ruote col solo piano di carico, col timone a due stanghe, dotato di una cappotta a soffietto. Col suo carico fisso, mezza botte ovvero 500 litri di vino, contenuto in 10 barili della capacità ciascuno di l. 50 oppure 8 barili da l. 60 circa, cui si aggiungeva una cupella da l. 20, il veicolo costituiva un'unità di misura: il Carretto.
Viaggiando di notte i carrettieri si organizzavano in carovana per difendersi da eventuali assalti dei briganti presenti nella campagna romana; un valido aiuto, nella sorveglianza, era loro offerto da un volpino o da un lupetto che sempre li accompagnava. Durante il tragitto sedevano su cuscini posti sopra ai barili, appoggiandosi alla cappotta, che fungeva loro da schienale oltre che da riparo dal sole e dalle intemperie. Questa, fissata a una delle due stanghe del carro, è documentata, negli ultimi decenni dell'Ottocento, nella tipologia dell'esemplare esposto, mentre precedentemente, era ricavata da un ramo, con le diramazioni tagliate a formare una larga struttura a ventaglio, la furcina, ricoperta di pelli di pecora, cinghiale o tasso.

Caratteristica è la copertura a soffietto con motivi vegetali dipinti (fiori, tralci di vite, grappoli d'uva) motivi che si ripetono spesso, con varianti, sulle sponde del cassone e sulle due ruote. Appesa alla cappotta, oltre a una piccola cupella, dono del committente al carrettiere, vi era la bubboliera, un insieme di campanacci, campanelli e campanelli sferici, i bubboli, che con il loro suono avvertivano del passaggio. La presenza del veicolo inoltre era segnalata, di notte, dalla luce di una lanterna posta al di sotto dello stesso allo scopo tra l'altro, di rischiarare la strada. Lo scampanellìo della bubboliera, provocato dal procedere del carro trainato da un cavallo, festosamente bardato, aveva il potere magico di allontanare gli influssi negativi, analoga valenza era evocata in modo più immediato dal corno, dall'iscrizione INVIDIA CREPA dipinta sul veicolo o su altre parti componenti.

I carrettieri, arrivati a Roma nella mattinata, consegnavano il vino agli osti bloccando le ruote del carro con due lunghe pertiche, le stesse usate per trattenere il carico durante il viaggio. Verso sera, a fine lavoro, tornavano "a vuoto" ai Castelli. Originari dei Castelli, dei rioni romani: Trastevere, Regola e Monti, i carrettieri del vino costituivano un gruppo sociale privilegiato, salvaguardato dall'uso di contrarre matrimoni al proprio interno e caratterizzato nell'abbigliamento da una fascia scarlatta legata in vita e da un cappello a larghe tese. Si costituirono in Università nel 1668 a Roma, presso la Chiesa dei loro Santi protettori Rocco e Martino a Ripetta.

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