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Modello in cartapesta e legno del carro della Madonna della Bruna o di Matera, XX.  Inv.26992 Modello in cartapesta e legno del carro della Madonna della Bruna o di Matera, XX. Inv.26992

Macchine processionali

Nel corso delle processioni religiose di alcune Madonne o Santi patroni vi è l'usanza di trasportare grandi macchine, costruite in genere in legno e cartapesta, per testimoniare la devozione, della comunità per il Santo patrono. La costruzione delle macchine è molto complessa, dura nel tempo con l'intervento di esperti artigiani. Per trasportare queste macchine è necessario l'uso di molti uomini oppure di animali essendo ardua l'impresa, considerando il peso e le dimensioni dei carri. Una complessa organizzazione sociale ruota intorno alla realizzazione delle macchine e al loro trasporto nella ritualità della festa, che diviene, grazie a questa tradizione suggestiva e spettacolare.

Il Museo possiede ed espone nella sala alcuni importanti modelli delle più significative macchine processionali per la tradizione di religiosità popolare in Italia, che sono state costruite da artigiani locali su richiesta di Francesco Polese, il raccoglitore che collaborava con Loria per la mostra del 1911. Ricordiamo il modello del Carro religioso di Seminara. Il carro veniva portato in processione il giorno della festa della Madonna dei Poveri di Seminara (Reggio Calabria). Già ai tempi della realizzazione del modello questa tradizione non era più in uso nonostante la Madonna dei Poveri, rappresentata da una statua di Madonna nera bizantina, sia un'immagine molto venerata e la festa sia celebrata ancora oggi.

Un altro modello di carro esposto è il Carro della Madonna della Bruna di Matera, la cui festa si celebra il 2 luglio. Il corteo con il carro trainato da buoi arriva sulla piazza della Cattedrale dove la statua della Madonna viene tolta per essere rimessa nella chiesa, nel contempo la folla si getta sul carro con veemenza per smontarlo fino a lasciare in piedi solo l'ossatura, simbolica appropriazione, da parte della comunità, dei suoi pezzi sparsi.

Il modello del Carro di S. Rosalia, come l'originale, è a forma di nave. Nel corso della festa il carro su cui si erge la statua della Santa, viene trasportato da numerosi buoi. La festa si celebra l'11 gennaio, il 4 settembre e il 15 luglio, data del ritrovamento delle reliquie sul monte Pellegrino (Palermo). Il Cocchio di S. Efisio è il modello a forma di carro trasportato in processione il giorno della festa del Santo, patrono di Cagliari, che per tradizione era un ufficiale di Diocleziano che venne decapitato perché cristiano. La festa che si svolge ancora oggi e vede sfilare dietro il carro gruppi locali in costume tradizionale, trae origine da un voto che la municipalità di Cagliari fece solennemente durante la peste. Cessato il contagio, in memoria di quella devozione, ogni anno un corteo scorta la statua del Santo da Cagliari fino alla città punico-romana di Nora dove avvenne il martirio di S. Efisio. Il Modello del Cero di S. Agata sta a documentare la festa della Santa, che si celebra a Catania il 3 febbraio, il Cero viene portato in processione il giorno della festa dagli appartenenti alla corporazione dei 'Rinoti', coltivatori di pomodori e di meloni. I Candelieri di Nulvi sono costruiti con una struttura in canna e cartapesta, venivano portati in processione a Nulvi in Sardegna il giorno dell'Assunzione come ringraziamento per la fine della pestilenza del 1600.

Il modello della Torre di S. Rosa documenta la festa della patrona di Viterbo, che si celebra nella città il 3 settembre: sessantadue facchini trasportano l'enorme macchina processionale a forma di torre e con forti elementi gotici (in origine era alta 19 metri, del peso di 50 quintali), l'usanza ricorda l'intercessione della Santa per far terminare il flagello della peste del seicento.

Sono inoltre esposti i Gigli di Nola e i Ceri di Gubbio, affini per la forma che si estende in verticale, per il tipo di devozione che proviene dall'offerta del cero al Santo e per il carattere competitivo della manifestazione. I Gigli sono caratteristici di Nola, in questa cittadina campana, in occasione della festa di San Paolino, patrono del paese, vengono costruiti otto Gigli, che corrispondono alle rispettive corporazioni di mestiere. La festa si celebra il 21 e il 22 giugno e i Gigli vengono portati in processione, trasportati da una ventina di uomini, sulla base del Giglio prendono posto piccoli gruppi musicali, che intonano ritmi tradizionali, mentre i portatori, affaticati, si muovono seguendo il suono. Tutti i Gigli vengono portati nella grande piazza della città dove vi è anche la Barca di San Paolino, la presenza della barca è dovuta al mito di fondazione della festa che racconta il miracolo di San Paolino che riportò sani e salvi i concittadini di Nola dalla prigionia in medio oriente.

La Corsa dei Ceri si svolge a Gubbio (15 maggio) in onore di S. Ubaldo vescovo di Gubbio, che nell'assedio del 1154 incitò, spingendo alla vittoria, i suoi concittadini contro l'assalto dei Comuni vicini. I tre ceri rappresentano la devozione per questo Santo (protettore dei muratori), S. Giorgio (protettore dei merciai) assieme a quello per S. Antonio Abate (protettore degli asinai e mulattieri), visibili in cima, patroni delle tre arti o corporazioni deputate a provvedere all'offerta che in origine consisteva in un grande cero o in grosse torce (facolotti). I Ceri sono costruzioni di legno alte fino a cinque metri e vengono portati su una 'barella' in una corsa per le vie della cittadina dai ceraioli.

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