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2010-2012

10 dicembre 2009 - 10 gennaio 2010 IL TIRO DELLA GRANDE FUNE
Mostra fotografica realizzata da Massimo Berretta.

Il Tiro della Grande fune (Naha ōzunahiki) si svolge annualmente a Naha, capoluogo dell'isola di Okinawa, nella domenica di ottobre che precede il giorno della Festa dello sport. È una sorprendente competizione durante la quale due squadre opposte si sfidano tirando una corda gigantesca. La fune, realizzata oggi in paglia proveniente da Taiwan, è la più grande del genere mai costruita ed è entrata a far parte del guinness dei primati nel 1995. L'evento, che occupa il secondo giorno del grande Festival di Naha costituendone l'attrattiva principale, è preceduto al mattino dalla parata dei 14 stendardi, ognuno dei quali rappresenta un quartiere della città. La parata degli stendardi parte dalla via Kokusai Dōri e guida la grande folla degli spettatori fino al crocevia di Kumoji dove ha luogo la gara del Tiro della Grande fune. La tradizione del tiro alla fune di Naha risale al XVII secolo ma lo svolgimento annuale è entrato in vigore solo dal 1971, in occasione del 50º anniversario della fondazione del governo municipale di Naha. La grande fune è costituita da due elementi, maschio (wuunna) e femmina (miinna), di uguale lunghezza, peso e larghezza, che presentano ad una delle due estremità una chiusura a forma di grande anello. Durante la cerimonia l'unione dei due anelli viene realizzata per mezzo di un bastone (kanuchiboo) di legno di sandalo rosso, del peso di 365 kilogrammi, lungo 3 metri e 65 centimetri e con un diametro di 43 centimetri. Dopo che ha avuto luogo questa unione, i gruppi rivali rispettivamente rappresentanti l'Est (corda maschio) e l'Ovest (corda femmina) si potranno affrontare e potranno iniziare a tirare la grande fune, ciascuno nella propria direzione, fino a quando uno dei due supererà i 5 metri dal centro della linea di partenza aggiudicandosi la vittoria. Le grida di incitamento dei capi delle due corde e le parole pronunciate a gran voce dai partecipanti per scandire il tempo e accompagnare lo sforzo fisico, si mescolano alla musica e al ritmo crescente dei tamburi mentre una moltitudine di spettatori assiste eccitata. Ad aderire ogni anno sono in migliaia: circa 280 mila persone, di cui più di 100 mila sono coloro che partecipano tirando la fune. Sebbene in origine questo rituale appartenesse esclusivamente alla sfera del religioso con la principale finalità di propiziare l'esito di abbondanti raccolti, in tempi più recenti, la festa ha assunto un valore squisitamente celebrativo. Con tale manifestazione, infatti, si vuole commemorare l'incursione aerea del 10 ottobre 1944, evento nefasto durante il quale la città di Naha fu quasi completamente rasa al suolo. Nella mostra è esposta anche una selezione di preziosi manufatti di corallo e di madrepore, della collezione privata Liverino di Torre del Greco. I manufatti, databili tra il XVIII e XIX secolo, sono esempi di differenti tipologie di corallo: asiatico e mediterraneo. L'isola di Okinawa ancora oggi rappresenta una fonte fiorente di coralli che esporta per la lavorazione in tutto il mondo.


15–21 giugno 2010 - CAMPUS ROM, C'ERA UNA VOLTA SAVORENGO KER
A cura di Michele Carpani, Max Intrisano, Maria Teresa Bovino

La mostra è un evento collaterale della I ed. della Festa dell'Architettura di Roma "Index Urbis"
L'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) ospita una mostra multimediale che racconta due esperienze di ricerca realizzate dal collettivo di artisti Stalker/ON in collaborazione con le comunità Rom della capitale. Due anni di lavoro, vissuti tra intese e malintesi, che hanno visto nascere progetti coraggiosi e sogni condivisi, narrati dalla mostra fotografica Campus Rom e dal documentario "C'era una volta... Savorengo Ker, la Casa di Tutti" di Fabrizio Boni e Giorgio de Finis, presentato in anteprima assoluta.
MOSTRA FOTOGRAFICA "CAMPUS ROM"
Il racconto, attraverso lo sguardo eterogeneo di diversi fotografi, di "Campus Rom, oltre i campi nomadi". Un progetto di ricerca transdisciplinare, formazione reciproca, progettazione e azione condivisa, attivato, da Stalker/Osservatorio Nomade, insieme a diverse comunità rom di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Urbani della Facoltà di Architettura di Roma Tre ed altre organizzazioni cittadine, nazionali e internazionali, per affrontare l'emancipazione civile, culturale, economica, sociale e abitativa dei Rom, verso il superamento della realtà dei campi nomadi in Italia. Lo scopo dei fotografi è stato quello di documentare l'intervento diretto nello spazio urbano e narrare il processo costantemente aperto e fluido di attraversamento e superamento delle barriere tra le varie culture, e le energie che si sono sviluppate dando vita ad un'arte combinatoria in grado di rendere percettibile una comunità "invisibile".
Fotografie di: Simona Caleo, Giorgio de Finis, Max Intrisano, Massimo Percossi, Maria Stefanek, Maria Teresa Bovino, Hector Silva Peralta, Alessandro Imbriaco
ANTEPRIMA DEL FILM "C'ERA UNA VOLTA... SAVORENGO KER, LA CASA DI TUTTI"
Savorengo Ker (che in lingua Romanés significa "la casa di tutti") è un progetto sperimentale di costruzione partecipata realizzato nell'ex campo rom Casilino 900. È la storia di un'idea semplice e coraggiosa, divenuta il simbolo di emancipazione di una comunità emarginata. Il progetto è stato ospitato alla Biennale di Architettura di Venezia, è stato visitato da numerosi parlamentari europei, recensito dalla stampa internazionale e dibattuto nelle accademie di mezzo mondo, ma a Roma, dove la casa è stata costruita e presentata, ha incontrato solo ostilità e inutili polemiche. Ora quella casa non c'è più.
Regia di: Fabrizio Boni e Giorgio de Finis. Produzione: In Iride Sfoggio 2009. Durata: 55 minuti
TAVOLA ROTONDA
Insieme ad antropologi e architetti, ai rappresentanti delle comunità Rom e delle associazioni che operano sul territorio, si discuterà delle conseguenze del nuovo piano nomadi a Roma e delle proposte per superare il dispositivo dei campi rom, nel tentativo di individuare tematiche e strategie capaci di sottrarre il dibattito in corso dalla trappola dell'emergenza sociale.
Intervengono: Stefania Massari (direttrice dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia); Emilia De Simoni (antropologa, Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia); Barbara Terenzi (coordinatore Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani); Mirsad Sedjovic, Hakja Husovic, Bayram Hasimi, Nenad Sedjovic, Klej Salkanovic (direttori dei lavori della casa Savorengo Ker); Najo Adzovic (Coordinatore di Rom a Roma); Graziano Halilovic (presidente Roma Onlus); Giorgio Piccinato (ex direttore del DIPSU); Francesco Careri (Stalker/ON, DIPSU); Lorenzo Romito (Stalker/ON); Marco Solimene (antropologo); Fabrizio Boni e Giorgio de Finis (autori del film "C'era una volta...Savorengo Ker, la casa di tutti").


3 marzo 2011 - 8 maggio 2011 - L'INVERNO RUSSO
Mostra organizzata con il Festival Internazionale Diaghilev Post Scriptum e l'Unione Artistica Europea

Nell'ambito delle manifestazioni per l'Anno della cooperazione culturale Italia-Russia, il Festival Artistico "Diaghilev Postscriptum" di San Pietroburgo, rappresentato dal direttore artistico Natalia Metelitsa e dal Direttore esecutivo Ekaterina Sirakanian, d'intesa con l'Unione Artistica Europea (UAE) di cui è Presidente Marisa Pinto Olori del Poggio, e con il sostegno del Prof. Louis Godard, ha promosso la mostra "L'inverno russo".
La mostra illustra attraverso l'esposizione di 200 oggetti provenienti dai più prestigiosi Musei di San Pietroburgo - Museo dell'Hermitage, Museo di Arte Russa, Museo Etnografico, Museo-Parco Nazionale Tsarskoye Selo (ex residenza imperiale), Museo "Peterhof" (ex residenza imperiale), Museo del Teatro e della Musica - le tradizioni delle feste invernali russe della Corte dello Zar che univano gli elementi della cultura popolare tradizionale a quelli dell'aristocrazia. Proprio gli oggetti, i costumi e le carrozze invernali saranno i protagonisti di questa mostra allestita su disegno di Emil Kapelush e Alexander Malishev, famosi designers di San Pietroburgo. Questi oggetti trasporteranno il visitatore nelle atmosfere fredde, ma accoglienti, della tradizione russa, rievocando una festa di origine antichissime: la Maslenitsa, considerata il ponte di passaggio dall'inverno alla primavera. L'antico evento, con la partecipazione sia della corte dello Zar che del popolo, veniva celebrato con musiche, balli, giochi e maschere e può essere equiparato al nostro Carnevale. Tra gli oggetti di maggior prestigio: la slitta dello zar Nicola II, la slitta di carnevale del XIII sec., i costumi del famoso Ballo al Palazzo d'Inverno del 1903, tenutosi per celebrare i 200 anni dalla fondazione della città avvenuta nel 1703, i costumi del ballo "Veronese" così chiamato in onore del Rinascimento italiano oltre alle tele del pittore Boris Kustodiev.


16 marzo 2011 - 15 maggio 2011 - L'ANGELO DELLE ACQUE
Opere recenti di Mario Teleri Biason

9 giugno - agosto 2011 - SPIRITUEL - HANJI Capolavori in carta di gelso dell'artigianato coreano
Mostra organizzata dall'Associazione Culturale Korean Art in Europa e dall'Hanji Development Institute

Esiste in Corea una connessione intima fra il buddismo e la carta. Durante il periodo Koryŏ, quando il buddismo era al culmine, veniva effettuato un gran lavoro di copiatura e di stampa dei sutra buddisti e di altri scritti. Naturalmente, questo richiedeva che vi fosse una fonte affidabile di carta di alta qualità , e i monaci di molti monasteri sparsi per il paese si dedicavano a soddisfare questa necessità. Svilupparono le loro tecniche alla perfezione e la carta coreana divenne molto apprezzata e ricercata, non solo dagli stessi coreani, ma anche dai cinesi e dai giapponesi. La carta coreana conosciuta con il nome di hanji (韓紙), prodotta principalmente con la pianta del "gelso della carta" (Broussonetia kazinoki), è famosa per la sua qualità fin dai tempi più antichi nei paesi confinanti, Cina e Giappone. È anche così strettamente collegata con la vita di ogni giorno dei coreani da essere elencata come uno dei "quattro amici necessari per lo studio" (la carta, il pennello per scrivere, l'inchiostro e il calamaio). Per i coreani è stata molto importante da sempre ed è un patrimonio culturale prezioso da far conoscere al mondo e che dovrebbe essere conservato intatto per le generazioni future. Molto tempo fa la carta coreana che oggi si chiama semplicemente hanji fu denominata con nomi diversi a seconda del periodo storico, del suo colore, delle sue dimensioni, dell'area in cui veniva prodotta, del materiale usato per crearla, del processo di produzione e del suo utilizzo. Si sono così classificati circa 200 tipi diversi di hanji. Questa grande varietà di carta usata principalmente per scrivere e dipingere, veniva impiegata anche per creare articoli di uso comune e bellissimi oggetti d'arte che avremo l'opportunità di ammirare in questa mostra che l'Associazione Culturale Korean Art in Europa con l'Ambasciata della Repubblica di Corea hanno voluto organizzare presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari.


24-25 settembre 2011 - MODA E COSTUME AD ATINA NEI PRIMI ANNI DEL NOVECENTO

La Mostra "Moda e costume ad Atina nei primi anni del Novecento" è curata dalla Direzione Generale PaBAAC e dall'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, con la collaborazione dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, della Soprintendenza Archeologica di Roma e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, sede di Atina.
I cinque abiti femminili esposti, gli elementi di costume e i gioielli, appartenenti alle collezioni dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, provengono dalle località di Atina e Casalvieri e sono databili fra la fine del XIX secolo e i primi anni del XX. Sono stati acquisiti fra il 1908 e il 1910 da Lamberto Loria per la grande mostra del Cinquantenario dell'Unità d'Italia, svoltasi a Roma in Piazza d'Armi nel 1911. I raccoglitori locali, oltre allo stesso Loria, risultano essere Mainardi e Graziani.
Tra gli abiti interi vi sono: un costume nuziale, un abito festivo e un costume da bambina. I gioielli di Atina in esposizione accompagnavano l'abito festivo; per quanto riguarda l'oreficeria di Casalvieri, i primi tre pezzi in ordine di numero di inventario sono relativi all'abito nuziale. Le foto degli abiti (Abito femminile, Atina 1907; Abito femminile, Atina 1907; Donna in abito da sposa o da cerimonia, Atina 1907), provenienti dall'archivio fotografico dell'Istituto, servivano all'epoca soprattutto per il corretto montaggio dei costumi in mostra. Palazzo Ducale - Atina


8-30 ottobre 2011 - L'ARTIGIANATO ARTISTICO TRA PASSATO E FUTURO
Mostra di opere degli allievi e dei docenti Scuola d'Arte e dei Mestieri del Comune di Roma "Nicola Zabaglia"

Assessorato alle Attività Produttive al Lavoro e al Litorale
Dipartimento Attività Economico-Produttive, Formazione-Lavoro
Nel 1870, un gruppo di artisti ed uomini di cultura romani, attivi nell'allora Consiglio Comunale, rappresentarono l'esigenza di accrescere qualitativamente la preparazione dei giovani che lavoravano nelle officine e nei laboratori artigiani, attraverso l'acquisizione delle cognizioni del disegno e della storia dell'arte. Così, l'anno successivo, nacquero le Scuole Serali del Comune di Roma, quali istituzioni culturali che offrivano una specifica preparazione culturale a fabbri, scalpellini, falegnami, intagliatori, decoratori etc con il preciso intento di valorizzare le opere frutto delle attività artigianali.
Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, nato per raccogliere i molteplici documenti "d'indole intellettuale, morale, artistica e pratica" come riporta il Regio Decreto del 1923, ha accolto in occasione dei festeggiamenti del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia l'esposizione delle opere degli allievi della scuola "N. Zabaglia", riaffermando in tal senso la propria missione istituzionale volta alla conservazione, alla salvaguardia ed alla valorizzazione delle arti applicate e dell'artigianato.
La mostra, a cura della Dott.ssa Stefania Severi e dell'Arch. Renato Borzelli, responsabile dell'allestimento, presenta le opere, circa 100, degli allievi e dei docenti della Scuola d'Arte e dei Mestieri del Comune di Roma "Nicola Zabaglia" elaborate nell'anno 2010-11. Tutti i corsi, guidati dal Prof. Roberto Sacco, all'epoca coordinatore, hanno avuto al centro della loro didattica il tema delle tradizioni in dialogo con le opere del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, istituito con i materiali della mostra tenutasi a Roma nel 1911 per i 50 anni dell'unità nazionale.
Il corso di pittura (Laura Barbarini) ha lavorato sui mesi dell'anno. Il corso di ceramica (Romana Vanacore e Graziella Zamarra) ha rivisitato il contenitore per l'acqua. Il corso di disegno (Franco Crocco) ha riproposto gli antichi mestieri. L'illustrazione (Barbara Duran) si è ispirata alle favole italiane di Italo Calvino. Vari oggetti di fattura italiana sono stati restaurati (Restauro di Materiali Antichi: Marco Castracane e Giuliano Salaro). Il corso di affresco (Michelina Lambriola e Cristiana Pompei) ha rielaborato "L'allegoria del Buon Governo" di Lorenzetti e soggetti pompeiani. Le tecniche pittoriche antiche (Letizia Ardillo e Alessandra Pasqualoni) hanno ideato segni zodiacali e finti marmi. Il corso di scultura e formatura (Antonella Conte) si è sbizzarrito dai bersaglieri alla "Pizza Italia". Il mosaico (Prof.sse Elisabetta Accoto e Gabriella D'Anna) ha ripreso frammenti di antichi mosaici. Il corso di grafica al computer (Rossella Canuti) ha elaborato locandine per il museo e il progetto "Facce d'Italia". Alcuni ex allievi si sono uniti con opere omaggio all'arte italiana. La mostra ha avuto una prima edizione a Capri (NA) presso il Centro Caprense "Ignazio Cerio" nello scorso mese di Giugno. Un CD, con veste grafica di Antonella Conte, raccoglie l'intera produzione. Antonella Conte ha curato altresì l'immagine della mostra.
La Mostra ha ottenuto il patrocinio della Regione Lazio - Assessorato Cultura Arte e Sport e della Provincia di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali.


10 novembre - 21 dicembre 2011 - IL PIANETA CARTA NEL III MILLENNIO - LE ORIGINI MARCHIGIANE: LA CARTA E FABRIANO

Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari che già in passato ha presentato a cura del CeSMA la Mostra ne promuove questa seconda edizione con carattere prettamente marchigiano e presenta alcune stampe ed alcuni volumi sul tema appartenenti alle proprie collezioni. L'esposizione, concepita in due sezioni strettamente correlate, una storica propedeutica ed una contemporanea vuole portare all'attenzione del visitatore la CARTA, quella di Fabriano, protagonista principale, unica ed insostituibile nelle varie forme ed applicazioni che l'uomo nel corso dei secoli le ha voluto dare. La sezione storica presenta alcuni documenti relativi al passaggio dall'uso della pergamena alla carta ed a seguire la carta per scrittura e stampa con riproduzioni delle storiche arti grafiche A. Tallone (dalla scrittura manuale a quella digitale); la filigrana (quale elemento di sicurezza e per riproduzioni artistiche) del Maestro Franco Librari; la carta per usi artistici con le incisioni del Maestro Roberto Stelluti, acquerelli degli artisti della Royal Water Colour Society; la carta per le banconote ed i valori e sua evoluzione. Il percorso espositivo accompagnato da un ricco apparato iconografico espone una cospicua parte di materiali provenienti dal Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano. Ne sono curatori Sandro Farroni già Direttore Generale della "Cartiere Miliani Fabriano SpA" e Venanzio Governatori quale Consigliere della Fondazione CARIFAC. Il nucleo contemporaneo, a cura di Stefania Severi, attraversa la seconda metà del XIX secolo fino ai giorni nostri, partendo da tre presenze ampiamente storicizzate: Guelfo, Sante Monachesi e Wladimiro Tulli. Molti altri nomi sono presenti nell'esposizione Eros Donnini, Renzo Barbarossa, Bruno d'Arcevia, Maurizio Meldolesi, Riccardo Piccardoni, Mario Sasso, Sandro Trotti, Valeriano Trubbiani etc.
Nell'ambito della mostra martedì 29 novembre a partire dalle ore 10.00 nella Sala Conferenze si terrà una giornata di studio dedicata alla Carta di Fabriano ed alla sua utilizzazione. Interverranno oltre al Direttore ad interim dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari dott.ssa Daniela Porro, altri rappresentanti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Franco Moschini Presidente del CeSMa, Sandro Farroni esperto in carta, Stefania Severi critico d'arte, gli incisori Eros Donnini e Roberto Stelluti, Gabriele Mazzara per l'acquerello, Enrico Tallone tipografo storico artistico. Si terranno delle dimostrazioni sulla fabbricazione della carta a mano a cura del Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano e si concluderà con un assaggio di prodotti tipici marchigiani.


23 novembre 2011 - 5 febbraio 2012 - EROINE DI STILE. La moda italiana veste il Risorgimento

In occasione della mostra "Eroine di stile. La moda italiana veste il Risorgimento" organizzata presso il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps (Roma) nel quadro delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia ha concesso in prestito 6 abiti tradizionali datati fine '800 - primi anni del '900.
Questi abiti furono esposti nella grande esposizione etnografica del cinquantenario dell'Unità d'Italia (Roma 1911) e fanno parte delle raccolte di Lamberto Loria, etnografo e fondatore storico del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari.
I costumi tradizionali sono relativi a sei regioni d'Italia particolarmente interessate dai moti risorgimentali: Piemonte (Fobello); Lombardia (Premana); Lazio (Casalvieri); Calabria (San Lorenzo del Vallo); Liguria (Quaratica); Campania (Caserta e dintorni [Sessa Aurunca]). Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps


1 dicembre 2011 - 29 gennaio 2012 - LA TRADIZIONE DEI PRESEPI DI CRACOVIA
Mostra organizzata in collaborazione con il Museo Storico della Città di Cracovia

Ogni anno il Museo Storico della Città di Cracovia, in occasione delle festività natalizie, presenta nei musei degli altri Paesi i presepi delle sue collezioni; questi, sintesi di stili architettonici che vanno dal gotico al barocco al rococò, riproducono le cupole e le torri dei più famosi monumenti di Cracovia.
Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, nell'anno della Beatificazione di Giovanni Paolo II, ospita Cracovia con una mostra che sarà inaugurata nella Sala delle Colonne il 1 dicembre 2011, alle ore 17.00.
L'esposizione include nel suo percorso la Sala dedicata al Ciclo della Vita, nella quale oltre ai due presepi napoletani del '700, verranno esposti anche alcuni presepi di varie regioni italiane appartenenti alle collezioni museali.
Per l'allestimento dei presepi polacchi saranno utilizzati cassoni nuziali finemente intagliati in gran parte di origine sarda (fine 800 / inizi 900) della collezione originaria del Museo; per la prima volta verrà esposto un presepe polacco appartenente alle collezioni del Museo, restaurato nel 2007 in occasione del salone del restauro di Ferrara dello stesso anno. La manifestazione ha avuto il patrocinio della Fondazione "Giovanni Paolo II per la Gioventù".

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari


5 dicembre 2011 - 8 gennaio 2012 - LA FESTA DELLE FESTE
Roma e l'Esposizione Internazionale del 1911

festafeste

Dalla mostra inaugurata il 5 dicembre 2011 una nuova sezione espositiva permanente dedicata alle origini del Museo.
Il 2011 è stato un anno particolarmente significativo per il nostro Paese, che ha visto, sull'intero territorio nazionale, le celebrazioni per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Non poteva mancare in questo ambito di condivisione unitaria la testimonianza del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (attualmente compreso nell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, istituito dal MiBAC nel 2008). Il 5 dicembre 2011 è stata infatti inaugurata una mostra che ripropone i luoghi, gli eventi e le atmosfere connessi alle Mostre Etnografica e Regionale realizzate a Roma durante l'Esposizione Internazionale del 1911 (Roma, Torino e Firenze), dalle cui raccolte ha tratto origine il nucleo principale delle collezioni del Museo stesso.
Come una sorta di "mostra delle mostre", l'esposizione presenta, tra narrazione fotografica e ricostruzione documentaria, un itinerario attraverso le opere che in quell'occasione vennero realizzate sotto la regia dei più importanti architetti dell'epoca: apparati effimeri, ma anche importanti interventi urbanistici che, insieme, hanno contribuito a delineare la configurazione attuale di interi quartieri di Roma. Con la riproposizione di costumi tradizionali, oggetti della quotidianità e della religione popolare, viene ricostruito un passato che costituisce una tappa fondamentale della nostra cultura e della nostra identità. I materiali regionali esposti nel 1911 erano in parte costituiti dalla collezione dell'etnologo Lamberto Loria (1855-1913) che, dopo aver compiuto numerose spedizioni in paesi extraeuropei, si rese conto, durante un breve soggiorno nel Sannio, della necessità di documentare anche in Italia quella cultura agro-pastorale messa in crisi dalla progressiva industrializzazione. La mostra prende avvio dal volume "La festa delle feste. Roma e l'Esposizione Internazionale del 1911". In occasione della pubblicazione sono state acquisite numerose immagini relative ai luoghi e agli eventi dell'esposizione romana, dalle fototeche dell'Iccd, del Museo di Roma, del Vaticano e di Editalia. Il lavoro di ricerca documentaria, bibliografica e iconografica ha coinvolto le diverse professionalità del personale dell'Istituto e ha prodotto una consistente mole di informazioni. Su tali basi è stato costituito l'idoneo supporto scientifico per la realizzazione di questa mostra, il cui "progetto di conoscenza" è raccontare al pubblico un evento poco noto, che ha tuttavia lasciato tracce indelebili, dal punto di vista scientifico nella successiva museografia etnologica italiana e da quello storico artistico nel tessuto urbanistico della Capitale.

Ideazione e coordinamento generale: Stefania Massari, Daniela Porro (direttore ad interim dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia)
Mostra a cura di: Stefania Baldinotti, Emilia De Simoni, Paolo Maria Guarrera
Progetto di allestimento, direzione tecnica e progetto illuminotecnico: Oreste Albarano, Stefano Sestili
Testi: Stefania Massari, Stefania Baldinotti
Ricerche bibliografiche e documentarie: Stefania Baldinotti, Anna Paola Bovet, Laura Ciliberti, Francesco Floccia, Marina Innocenzi, Marisa Iori, Francesca Montuori, Valerio Lazzaretti, Lidia Paroli
Acquisizione, elaborazione digitale e masterizzazione delle immagini: Stefano Sestili con Simonetta Rosati
Laboratorio di restauro: Lucia Carta Brocca, Roberta Scoponi, Nicolò Giacalone, Franco Rossi Gandin
Ufficio inventario: Anna Cologgi
Ufficio amministrativo: Loredana Alibrandi, Raffaella Bagnoli, Maurizio Di Gregorio, Enrico Vergantini
Segreteria: Claudia Graziosi
Allestimenti: Matec Impianti
Si ringraziano per i prestiti gentilmente concessi: Laura Moro, direttore dell'istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione; la Biblioteca Vaticana.

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari


21 gennaio - 25 marzo 2012 - L'ABITO POPOLARE RUSSO

21-01-2012

in collaborazione con il Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo

La Mostra presenta cinquanta abiti databili tra il XIX e il XX secolo, appartenenti alle collezioni del Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo, originari di differenti regioni della Russia di cui una rilevante parte fu raccolta e conservata a partire dal 1867, anno in cui si tenne a Mosca la prima Esposizione Etnografica. Il criterio adottato nella scelta degli abiti esposti è stato quello di offrire, anche ad un pubblico non specializzato, la possibilità di apprezzare la tradizione culturale russa attraverso l'abito popolare e mostrare in maniera adeguata tutte le diversità ed il valore estetico dell'abbigliamento tradizionale. Il visitatore potrà così rintracciare immediatamente i temi dell'evoluzione storica ed osservare l'abito popolare con le sue peculiarità, il luogo in cui era diffuso, il legame con la ritualità, l'età e il sesso di chi lo indossava. I principali tipi di abiti maschili e femminili tra i quali il più arcaico con la poniova, il sarafàn un abito lungo senza maniche e l'abito con la gonna a righe. Ancora oggi, in alcune località, le donne anziane continuano a portare la poniova, la camicia, il perednìk ed il copricapo, secondo i modelli tradizionali. La collezione è stata esposta in Mostra nel 2009 a Parigi e viene riproposta a Roma in occasione dell'Anno della cultura e della lingua russa in Italia.


5 dicembre 2012 - 31 marzo 2013 - LA SEDUZIONE DELL'ARTIGIANATO. OVVERO: IL BELLO E BEN FATTO

05-12-2012

A cura di Bonizza Giordani Aragno e Stefano Dominella

Una grande mostra che celebra la maestria sartoriale del Made in Italy attraverso l'esposizione museale di centotrenta abiti. "La Seduzione dell'Artigianato ovvero: il bello e ben fatto", promossa da Unindustria - Unione delle Industrie e delle Imprese di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo in collaborazione con CNA - Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa del Lazio e con il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, con il contributo della Camera di Commercio di Roma e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Roma, della Camera Nazionale della Moda Italiana e di AltaRoma, che inaugura il 5 dicembre presso il Salone d'Onore del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni di Roma, è un tributo all'Alto Artigianato racchiuso nella moda italiana. Un focus sulle straordinarie lavorazioni e sulle sapienti mani artigiane che le realizzano, fiore all'occhiello del bello e ben fatto rigorosamente italiano. La vernice della mostra sarà preceduta da una conferenza stampa che illustra l'evoluzione della professione Sartoriale, partendo dalle Caterinette fino alla dressmaker. Saranno presenti: Attilio Tranquilli - Vice Presidente Vicario Unindustria Roma, Daniela Porro - Direttore Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed etnoantropologico per il Polo Museale della città di Roma, Nicola Zingaretti - Presidente Provincia di Roma, Lorenzo Tagliavanti - Direttore CNA Roma, Maurizio Tarquini - Direttore Generale Unindustria, Stefano Dominella - Vice Presidente con delega alla moda Sezione tessile abbigliamento moda e accessori Unindustria, Stefano Micelli - Professore di Economia e Gestione delle Imprese Università Cà Foscari, Bonizza Giordani Aragno - Storica della moda.
L'esposizione, a cura del Vice Presidente con delega alla moda Sezione tessile abbigliamento moda e accessori Unindustria Stefano Dominella e della storica della moda Bonizza Giordani Aragno, si articolerà non solo attraverso meravigliosi manufatti inediti e contemporanei ma, la rivisitazione del "bello e ben fatto" partirà dal costume popolare italiano che all'Expo internazionale a Roma nel 1911 decretò il successo del nostro Paese come leader del settore manifatturiero in Europa. Grazie alla lungimiranza della Sovrintendente Daniela Porro saranno in mostra anche preziosissimi costumi, patrimonio storico del Museo, accanto agli abiti degli stilisti più acclamati del nostro secolo. E ancora in esposizione tavole di ricami preziosissime dagli anni Trenta ad oggi e croqui di lavorazioni sartoriali eccelse. Completeranno l'esposizione fotografie di laboratori-couture e sartorie, tanti volti sconosciuti da ammirare e immagini di particolari di quelle lavorazioni che hanno fatto la storia della moda ma che ancora oggi vengono realizzate con indubbia maestria, anche grazie alle nuove tecnologie. Plissé, nervature millimetriche, asole di ogni tipo, tessuti dipinti a mano e molte altre tecniche sartoriali saranno protagoniste della mostra. In mostra le mirabilie sartoriali delle più importanti case di moda italiane e di giovani designer che con la loro creatività rappresentano il futuro del Made in Italy. Sono stati inoltre coinvolti gli studenti dei più importanti Istituti e Accademie di moda e design e storici atelier di calzature che ancora oggi realizzano un prodotto rigorosamente fatto a mano.
Un percorso espositivo didascalico e sorprendente, con abiti e materiali mai visti prima,un excursus creativo-artigianale, sia per il pubblico tecnico che per i comuni visitatori della mostra. Durante la vernice della mostra verranno premiate una sarta première per l'impegno profuso durante la sua lunga carriera e una giovane dressmaker con l'augurio di diventare un'affermata professionista del settore.

Si ringraziano: Armani, André Laug, Antonio Marras,Benedetta Bruzziches, Bertoletti, Blumarine, Camillo Bona, Carta e Costura, Dal Co', Delfrance Ribeiro, Emilio Schuberth, Enrico Coveri, Fondazione Annamode, Fondazione Gianfranco Ferré, Francesco Scognamiglio, Gabriele Colangelo, Galitzine, Gattinoni, Klopman, Lancetti, Laura Biagiotti, Leonardi, Maison Litrico, Marella Ferrera, Maurizio Galante, Max Mara, Mila Schön, Missoni, ModatecaDeanna, Mortari, Nicola Del Verme, Odile Orsi, Prada, Raffaella Curiel, Renato Balestra, Roberta di Camerino, Roberto Capucci, Roberto Cavalli, Roberto Spinelli, Romeo Gigli, Salvatore Ferragamo, Sante Bozzo, Santo Costanzo, Sarli, Scuderi, Sorelle Fontana, Spadafora, Sportmax, Sylvio Giardina, Stefano Merola, Teatro dell'Opera di Roma, Tiziano Guardini, Valentino,Versace, Walter Albini. Istituti e Accademie italiane di moda: Accademia di Costume e di Moda, Accademia di Belle Arti Frosinone, Accademia Koefia, Accademia Maria Maiani, Accademia Nazionale dei Sartori, Istituto Europeo di Design, Istituto Virginia Woolf, Scuola di Moda Ida Ferri

CREDITI
Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari - Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Direttore ad interim: Daniela Porro
Allestimento: Oreste Albarano, Roberta Scoponi, Franco Gandin, Nicolò Giacalone
Comunicazione web e Archivio di Antropologia Visiva: Emilia De Simoni
Apparati audiovisivi e multimediali: Stefano Sestili, Simonetta Rosati
Ufficio del Direttore: Loredana Alibrandi
Segreteria di Direzione: Laura Ciliberti, Marina Innocenzi, Claudia Graziosi
Segreteria Comunicazione web: Francesca Montuori
Accoglienza e vigilanza: Antonio Fiorillo
Attività in conto terzi: Luigia Ricci Rozzi

Catalogo
Testi: Daniela Porro, Paolo Maria Guarrera
Fotografie: Massimo Berretta
Ricerche inventariali: Paolo Maria Guarrera, Roberta Scoponi, Anna Cologgi

Realizzazione e organizzazione
Mostra a cura di Bonizza Giordani Aragno e Stefano Dominella
Ideazione Progetto a cura di Sezione Tessile Abbigliamento, Moda e Accessori di Unindustria
Organizzazione e Ufficio Stampa a cura di Unindustria
Realizzazione Progettuale a cura di Unione Servizi Roma
Redazione, coordinamento e ufficio stampa moda: Edoardo de' Giorgio, Gustavo Marco P. Cipolla, Giulia Cupello
Progetto di allestimento: REDSTUDIO
Coordinamento allestimento: Rossella Ronti, Joi De Santis
Studio grafico per l'allestimento: Maria Giudice
Immagini fotografiche delle aziende associate Unindustria: Paolo Belletti

Si ringraziano
Anna Biagiotti, Barbara e Marisa Curti, Paola Fidanza, Silvia Samaritani Giordani. Gabriella Lo Faro, Simona Marchini, Maria Stella Margozzi, Rita Samaritani Midulla, Deanna Ferretti Veroni

Catalogo
Concept a cura di Stefano Dominella
Immagini fotografiche a cura di Antonio Barrella
Studio grafico a cura di Simona Petrollini
Styling dello shooting fotografico ed elaborazione archivio di moda a cura di Simona Aragno, Lucia de Grimani, Isabella Faggiano
Realizzazione catalogo: Edizioni Sette Città Srl

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Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
Amministrazione
trasparente

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Servizio VI
Tutela del patrimonio
DEA e immateriale

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