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Febbraio

Febbraio

  • I Santi:
    22 febbraio Cattedra di San Pietro Apostolo
    Il 22 febbraio la Chiesa cattolica celebra la Cattedra di San Pietro e con essa l'unità dottrinale della chiesa e il primato del vescovo di Roma. La celebrazione ha origine nei "Feralia", usanza romana di onorare il 22 febbraio la memoria dei defunti mangiando presso le loro tombe: in queste occasioni una seduta chiamata "cattedra" veniva riservata al defunto ad indicare la sua presenza al banchetto. La cattedra oggetto di culto, conservata in San Pietro, è stata considerata per lungo tempo il seggio da cui Pietro predicava in qualità di vescovo: è composta in realtà da una gabbia esterna di legno del XIII secolo, un seggio vero e proprio di epoca carolingia decorato con fregi d'avorio intagliato, e un pannello sempre in avorio con storie delle Fatiche di Ercole. Con ogni probabilità si tratta del trono donato da Carlo il Calvo a papa Giovanni VIII in occasione della sua incoronazione imperiale il 25 dicembre 875. Dal XIII sec. nel giorno della celebrazione la cattedra venne portata in processione nella Basilica, collocata su un altare ed esposta alla venerazione. Per volere di Alessandro VII nel '600 fu collocata nel grande monumento-reliquiario della "Cathedra Petri" realizzato da Bernini quale simbolo del potere papale.
  • Accadde:
    2 febbraio 1913 Apre il Grand Central Terminal di New York
    Alle 12:20 del 2 febbraio del 1913 partiva il primo treno dalla stazione ferroviaria Grand Central Terminal di New York, la più grande al mondo con 44 banchine e 67 binari. Quando venne costruita, a partire dal 1903, tutta l'area venne dotata di elettricità divenendo così il luogo adatto per l'insediamento di numerosi uffici. Icona della stazione è l'orologio in opale a quattro facce posto al centro della Main Hall, sopra il banco informazioni tutto realizzato in marmo e ottone. Sul grandioso soffitto è rappresentato il cielo stellato: le pitture originali, risalenti al 1912 ed opera del francese Paul César Helleu, vennero sostituite alla fine degli anni '30 per la caduta dell'intonaco. L'imponente cielo notturno è in realtà rappresentato al contrario probabilmente perché la disposizione di stelle (circa 2500) e costellazioni si basa su di un manoscritto medievale che raffigurava il firmamento come sarebbe stato guardandolo dal di fuori della sfera celeste.
  • Feste e sagre:
    Il Carnevale di Étroubles (Valle d'Aosta)
    Le tipiche maschere carnevalesche della Coumba Freide, rievocanti il passaggio napoleonico, sono ovviamente presenti anche a Etroubles dove il carnevale cade giovedì e venerdì grasso quando la "benda" al gran completo fa il giro il primo giorno delle frazioni basse e del borgo, e il secondo nelle frazioni alte, allietando con canti e balli le fredde giornate invernali. La bènda è composta da circa una settantina di persone di ogni età, tra cui: il porta bandiera, i sei musicisti, due coppie di arlequin e démouazella, le landzettes, i sei orsi (quattro neri, uno beige e uno bianco), il diavolo e quasi distaccati dal corteo il toque e la tocca e le médecin. La guida porta un gonfalone con la scritta La bènda di Etroblen, indossa un frac blu e dei pantaloni neri ricamati con le paillettes; un cappello di forma cilindrica con paillettes, coccarde; degli occhiali con un naso finto e il pizzetto tinto di biondo. I sei musicisti suonano il saxofono e la fisarmonica. Gli arlecchini vestono entrambi un pantalone a righe multicolori, una giacca ricca di perline, paillettes, un bastone con frange colorate, si differenziano dalla forma del cappello. Le due -démouazelles- indossano un abito lungo e bolerino decorati da paillettes e perline; uno era bordeaux e l'altro fucsia. Portano un cappellino e una mascherina con velo. Le landzettes sfilano a coppie di colori di varie tonalità, (nero, viola, lilla, fucsia, rosso, arancione, gialla, verde smeraldo, verde acqua, azzurro turchese, beige, blu, bordeaux) i costumi sono arricchiti da paillettes, perline, nastri, coccarde e specchietti. Il cappello da fiori, specchietti e nastri, e la forma ricorda quello dei soldati napoleonici; ad eccezione di alcune landzettes di colore nero che portano il cappello a forma cilindrica.
  • La ricetta:
    Dita degli apostoli (Puglia)
    Questo dolce della cucina pugliese è tipico della tradizione contadina; l'antica ricetta risale alla metà del XIX secolo. E' un dolce tipico del periodo di Carnevale.
    Le "Dita di apostoli" sono anche dette "Cannelloni dolci di Carnevale", hanno la forma di un piccolo cannolo farcito che si ottiene arrotolando frittatine molto sottili, simili a crepes.
    La farcitura è composta da ricotta fresca dolcificata e aromatizzata. Hanno un colore giallo paglierino molto delicato, quasi bianco, anche perché vengono spolverate con zucchero a velo.
    Ingredienti: 3 albumi; la scorza grattugiata di 1 limone; 200 gr di ricotta; 50 gr di zucchero di canna; 50 gr di cioccolato fondente; 20 gr di burro; 1 cucchiaio di zucchero a velo; 1 bicchierino di liquore dolce e profumato; un po' di cannella macinata; sale.
    Preparazione: Mescolare la ricotta ben sgocciolata con lo zucchero, il cioccolato grattugiato e il liquore (ad esempio Strega o San Marzano o rum agricolo) e far riposare in frigo. Sbattere gli albumi con il sale e la scorza di limone fino a renderli spumosi. Mettere sul fuoco un tegamino, imburrarlo e quando sarà ben caldo metterci un cucchiaio di albume e creare una frittatina molto sottile, girarla e proseguire la cottura. Le frittatine dovranno rimanere chiare proprio per ricordare le dita degli apostoli, chiare per convenzione. Quando le frittatine saranno pronte e raffreddate mettere un po' di impasto e arrotolare a formare cannoli. Servire cospargendo di zucchero a velo e cannella macinata.
  • Il proverbio:
    Primavera di febbraio reca sempre qualche guaio
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