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Articoli filtrati per data: Giugno 2020

#LACULTURANONSIFERMA. Il cortometraggio "Codice Babele"

a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino

Il cortometraggio "Codice Babele" è stato realizzato dagli alunni del CPIA - Centro Provinciale Istruzione Adulti di Salerno nell'ambito del progetto Cinema-lab in collaborazione con il Giffoni Film Festival 2019. 

Al centro del racconto del "Codice Babele" c'è la terra, il lavoro nei campi, la logica del guadagno che contrasta con l'etica, in un incrocio di storie e di sogni e in una denuncia dei soprusi e dello sfruttamento. Non ci si arrende all'evidenza dell'incomprensione e dell'incomunicabilità, ma si giunge all'integrazione, possibile solo attraverso la consapevolezza che "noi siamo tutte le storie del mondo" che "noi siamo gli antenati e siamo gli eredi", in una unione che ci vede tutti figli della stessa terra.

Insieme al cortometraggio "Con gli occhi degli altri", "Codice Babele" è stato presentato dal CPIA in sinergia con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino nell'ambito di due manifestazioni artistiche, tenutesi il 20 dicembre 2019 presso il Complesso monumentale di San Pietro a Corte e il 24 gennaio 2020 a Palazzo Pinto.

Il progetto viene inviato per la rubrica Italia dalle molte culture dal Settore Demoetnoantopologico e Beni immateriali della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, responsabile dott.ssa Rosa Maria Vitola e dal CPIA di Salerno, dirigente scolastico dott.ssa Ornella Pellegrino.

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Visioni dai territori: l'Infiorata di Montefiore dell’Aso

 

A cura di Paola Mazzieri, Area V Patrimonio demoetnoantropologico - SABAP Marche

L’Infiorata di Montefiore dell’Aso (Ascoli Piceno), che si tiene ogni anno in occasione della processione del Corpus Domini, trova la sua prima celebrazione in occasione dell’importante evento religioso "Congresso Eucaristico di Plaga" del 1939, la cui memoria è ancora vividamente perpetuata da alcuni anziani montefiorani. In quell’occasione, ad accompagnare e accogliere la processione vennero creati magnificenti addobbi floreali come archi, festoni e ghirlande disposti lungo le vie cittadine che conducevano al fulcro della manifestazione religiosa, la Collegiata di Santa Lucia.

Dal 1939 Infiorata e processione del Corpus Domini hanno avuto una costante evoluzione che ne ha determinato un continuo adattamento di tecniche, dettate soprattutto dalla lunghezza del percorso processionale e dalla densità di decorazione richiesta.

Inizialmente, il fiore fresco veniva raccolto da una squadra di donne due giorni prima della processione per essere poi disposto la mattina dell’Infiorata. Si trattava di una decorazione "continua" (una sorta di "greca" con sporadiche e semplici raffigurazioni, senza importanti rese estetiche). La densità di decorazione era molto limitata e non tutto il percorso della processione veniva addobbato. A partire dagli anni ’90 del secolo scorso, a fiori freschi e farine venne aggiunto il fiore secco. La preparazione del fiore secco iniziava mesi prima della processione, articolandosi in varie fasi: raccolta o reperimento da altre fonti, spelloccamento, essiccazione e infine macinazione. Da qui la decorazione divenne sempre più complessa arrivando a realizzare dei veri quadri e imponendo alla preparazione una progettazione maggiormente articolata.

Dal 2002 l’Infiorata venne ulteriormente arricchita e venne implementata la ricerca e la sperimentazione di nuovi materiali, idonei all’esecuzione di opere via via più grandi e complesse. Tramite l’utilizzo di tecniche di colorazione specifiche e di essiccamento dei fiori è stato possibile ottenere una maggiore varietà di materiale e colori, dotando così gli artisti di strumenti idonei alla realizzazione di opere raffinate. Il backstage diventa da qui in poi fondamentale e inizia mesi prima con la preparazione di ingenti quantitativi di materiale e la realizzazione di bozzetti a tema. A fronte della complessità e della quantità delle opere da realizzare, gli infioratori iniziano il lavoro la notte precedente la processione, notte in cui la partecipazione popolare è ampia e trepidante. Tutte le fasi di progettazione ed esecuzione coinvolgono un gran numero di cittadini montefiorani, compresi i ragazzi che dispongono di un’intera via da infiorare e che garantiscono così la trasmissione della tradizione.

Il momento più suggestivo della manifestazione è rappresentato dal passaggio della processione con l’ostensorio che inevitabilmente distrugge i quadri, ricordando così ai fedeli la caducità e la fragilità delle opere dell’uomo.

Quest’anno, data l’emergenza COVID 19, la celebrazione, prevista per il 13 e 14 giugno, non si svolgerà nella forma rituale, ma saranno realizzate alcune opere infiorate sul tema della “Misericordia in tempi di Corona virus” che verranno esposte all’interno della Collegiata di Santa Lucia e visibili sul canale youtube della Parrocchia a partire dal sabato sera precedente il Corpus Domini.

 

Video realizzato dall'Associazione Infiorata di Montefiore dell'Arso (Ascoli Piceno)

Si ringrazia il Comune di Montefiore dell'Arso

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Le Carte da Gioco conservate presso il Gabinetto delle Stampe dell'ICPI

Il Gabinetto delle stampe dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI): il gioco delle carte

Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini, Anna Sicurezza e Leandro Ventura

Nell’ambito dell’iniziativa #laculturanonsiferma, è stato trattato il tema del gioco attraverso le tavole conservate presso il Gabinetto delle stampe dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Nei mesi di marzo e aprile, ogni giovedì, vi abbiamo raccontato del gioco dell’oca e delle sue mille varianti, i giochi di fortuna e di strategia, fino alle sagome da ritagliare. Le carte saranno le compagne di viaggio di questa nuova puntata.

Chi gioca a carte ha a disposizione per la creazione delle “sue mani” sia la fortunache l’agonismo,utili entrambi per una buona partita che va gestita con attenzione e competenza. Anche in questo campo di gioco il denaro è talvolta strumento che accompagna il divertimento e la tensione della partita, tanto più è considerevole quanto più è in gioco la sorte e di “conseguenza più debole la difesa del giocatore” (Caillois 2014).

I tarocchi sono i maggiori protagonisti del Gabinetto delle stampe; i più antichi, una serie di xilografie di ambito ferrarese o veneto, risalgono alla metà del XVI secolo e si ispirano al poema dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Il mazzo, ovviamente non completo, si distingue non solo per la sua rarità ma anche per l’eleganza raffinata del disegno. Arriviamo al 1799 con altri tarocchi che mostrano le tipiche figure della morte, dell’impiccato o del diavolo; si tratta anche in questo caso di xilografie dipinte in parte a mano. Non mancano della stessa tipologia mazzi più recenti di primo Novecento, prodotti a Genova dai fratelli Armanino, e a Bari da Guglielmo Murari. I tarocchi sono un vero e proprio gioco di carte con le sue regole, detto anche gioco del trionfo, ma sono conosciuti soprattutto come veicoli di predizione del futuro. Alcuni appunti aggiunti a penna su uno dei mazzi consistono infatti in brevi spiegazioni a margine sulla funzione oracolare di ogni figura.

Un’altra tipologia di semi, con cuori, quadri, picche e fiori, introduce le carte francesi di cui il Gabinetto delle stampe conserva alcuni rari esemplari che risalgono con ogni probabilità alla seconda metà del XVI secolo. Oltre alle xilografie cinquecentesche, non mancano i mazzi di carte di primo Novecento, fra i quali esiste un’edizione in miniatura, di dimensioni piccolissime, dedicata al gioco dei ragazzi.

Alle carte francesi si aggiungono quelle contraddistinte da bastoni, spade, denari e coppe. Il Gabinetto delle stampe conserva due mazzi della seconda metà dell’Ottocento, uno stampato a Vienna, e un altro di origini siciliane, come si può notare dalla diversa rappresentazione grafica degli stessi semi. Si riconosce anche il profilo di Garibaldi, così sentito nell’immaginario popolare, nel cinque di denari delle carte siciliane. Non manca infine anche per questa tipologia di carte un’edizione minuscola di primo Novecento dedicata ai bambini.

Va ricordata inoltre, tra le tavole del Gabinetto delle stampe, una xilografia risalente al XVIII secolo; si tratta dell’antico Giuoco del Cu cù, stampato a Bologna in un foglio unico che si sarebbe dovuto ritagliare per ottenere il mazzo di carte finale.

Tra i giochi di carte più recenti va invece ricordato il mercante in fiera, che si diffuse in Italia nella prima metà dell’Ottocento ed ebbe presto un largo seguito, forse per il suo carattere familiare e di relativa competitività. Sulle carte sono raffigurati oggetti, animali, personaggi, vedute, scene di genere di ogni tipo. Risale ad esempio alla fine del XIX secolo un esemplare di mercante in fiera in cui viene rappresentato, tra i vari soggetti, anche un velocipede, a celebrazione di una innovazione tecnica dell’epoca che porterà alla futura bicicletta.

Terminiamo la rassegna delle carte conservate presso il Gabinetto delle stampe con il gioco amoroso delle domande e delle risposte, da inserire tra i giochi di società fioriti tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. È basato su due mazzi di carte, uno per le domande maschili e l’altro per le risposte femminili. Lo scopo del gioco è quello di favorire la socialità, fino ad avviare il dialogo fra le coppie di gioco e a sviluppare aspetti di corteggiamento; si tratta di uno dei tanti processi di gioco volti alla trasmissione delle regole culturali, in campo sessuale e di coppia, che prevede anche il rafforzamento dei comportamenti di genere socialmente condivisi.

Bibliografia 

Come giocavamo. Giochi e giocattoli 1750/1960, catalogo della mostra (Milano, Rotonda della Besana, primavera 1984), a cura di Patrizia Bonato e altri, Alinari, Firenze 1984, pp. 24, 43, 51, 120-121, 123.

Roger Caillois, I giochi e gli uomini, Bompiani, Milano 2014.

Michael Goodal, Behind the wainscot and under the floorboards, «Ludica», 9, 2003, pp. 196-199.

Stuart R. Kaplan, The encyclopedia of tarot, U.S. Games Systems, New York 1986, vol. II, pp. 270, 287-288.

Raimondo Luberti, Dai trionfi miniati del XV secolo ai tarocchi stampati del XVI, «Ludica», 9, 2003, pp. 178-193.

Alberto Milano, Una stampa umoristica sulle regole del tarocco e del tresette, «Ludica», 19-20, 2013-2014, pp. 202-205.

Paolo Toschi, Stampe popolari italiane dal XV al XX secolo, BPM, Milano 1965, pp. 205-207.

Sitografia

Maria Ludovica PiazziAtlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0782-ALU.0793, http://archivi.cini.it:80/cini-web-test/storiaarte/detail/29941/carta-gioco-29941.html

http://www.treccani.it/enciclopedia/carte-da-giuoco_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Elaborato e video Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini e Anna Sicurezza con la preziosa collaborazione di Leandro Ventura.

 

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Le parole chiave del Patrimonio Im-materiale: FOLKLORE

Per la rubrica "Le parole chiave del Patrimonio Im-materiale" (a cura del Servizio VI DG-ABAP e ICPI), il prof. Pietro Clemente (antropologo culturale, già Università degli Studi di Firenze) ci parla della parola "FOLKLORE".

 

Blibliografia:

 

  • Cirese A. M. 1973, Cultura egemonica e culture subalterne, Palumbo, Palermo.
  • Clemente P., Mugnaini F., 2001, Oltre il folklore. Tradizioni popolari e antropologia nella società contemporanea, Carocci, Roma.
  • Clemente P., 2014, Le culture popolari e l’impatto con le regioni, in M. Salvati, L. Sciolla (a cura di) “L’Italia e le sue regioni”, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana Treccani, 2014 volume 3° “La cultura”.
  • Corso R., 1932 Folklore in “Enciclopedia ItalianaTreccani” http://www.treccani.it/enciclopedia/folklore_%28Enciclopedia-Italiana%29/
  • Dundees A., 1994, Folklore in “Enciclopedia delle Scienze Sociali Treccani”. http://www.treccani.it/enciclopedia/folklore_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/
  • Sanga G. (a cura di), 1980, La cultura popolare. Questioni teoriche, in La ricerca folklorica, vol.1, pp. 1-81, Grafo, Brescia.
  • Folclore in “Vocabolario Treccani”

 

http://www.treccani.it/vocabolario/folclore/

  • “Lares: bullettino della società di etnografia italiana”, vol. 1, Fascicolo 1, 1912, Ermanno Loescher & C., Roma

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LUCIGRAFIE: l'arte è il patrimonio immateriale a Gubbio

Quando il patrimonio immateriale incontra la creatività artistica, i colori e i suoni si fondono in forme nuove e inaspettate.
Accade così che sulla bianca pietra di un palazzo medievale il flusso dei ricordi riesca a dare vita al racconto senza tempo di una delle più travolgenti feste italiane: la Corsa dei Ceri, dipinta con la luce sulla facciata del Palazzo dei Consoli a Gubbio, nel corso del progetto sperimentale Lucigrafie avviato lo scorso 28 maggio dall'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.
Gli scatti di Roberto Galasso, con l'occhio esperto e appassionato di svariati decenni di impegno nella fotografia di architettura e d'arte contemporanea, hanno colto ogni sfumatura dell'immenso affresco virtuale.

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#VISIONIDAITERRITORI Il progetto di Salvaguardia del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico

La rubrica "Visioni dai Territori" ci porta a Firenze, per presentarci un progetto a carattere interdisciplinare e partecipativo, volto alla tutela e valorizzazione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino. 
Il progetto, finanziato dall'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale tramite il Fondo "Rievocazioni Storiche" assegnato dalla DG Spettacolo, è raccontato nel video che segue attraverso la voce di alcuni dei suoi partecipanti: il Servizio VI della DG ABAP e la Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato del MiBACT, il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino, il Dipartimento SAGAS dell'Università degli Studi di Firenze, l'antropologo culturale incaricato dell'indagine etnografica.
Si ringraziano per la partecipazione al progetto il Servizio Eventi, Manifestazioni Cittadine e Cerimoniale del Comune di Firenze, Direzione Ufficio del Sindaco; il gruppo di lavoro sulle Rievocazioni Storiche del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università degli Studi di Pisa; le catalogatrici incaricate dalla Soprintendenza ABAP di Firenze, Pistoia e Prato; l'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiBACT; il Centro Studi e Documentazione del Calcio Storico Fiorentino; i protagonisti del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino. 

 

 

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#LACULTURANONSIFERMA. #Visionidaiterritori: Il Palio di Legnano

A cura di Loris Bendotti - Funzionario demoetnoantropologo, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano

 

Le rievocazioni storiche sono un fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale e sono una parte importante del nostro patrimonio culturale. Queste feste nascono dalle comunità e vivono nelle comunità, e solo grazie ad esse possono mantenersi vitali di edizione in edizione.

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Il 2 giugno 2020 avrebbe dovuto svolgersi il Palio di Legnano, l’insieme delle manifestazioni rievocative della Battaglia di Legnano che il 29 maggio del 1176 vide la vittoria dei comuni alleati nella Lega Lombarda sull’esercito imperiale di Federico I detto il Barbarossa.

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Cosa è il Palio ce lo raccontano in questo breve video Alessio Francesco Palmieri-Marinoni (storico del costume e coordinatore scientifico del Palio) e Lucia Miazzo (restauratore e consulente scientifico).

Crediti

Video: © Collegio dei Capitani e delle Contrade, realizzato da Giancarlo De Angeli

Foto Contrade: © Archivio Storico Contrada Legnarello; © Archivio Storico Contrada San Magno; © Selena Chinnici per la Contrada San Martino; © Contrada Sant'Ambrogio; © Associazione Contrada San Domenico; © Contrada La Flora; © Contrada San Bernardino; © Contrada Sant'Erasmo

Foto Sfilata e Foto Storiche: © Palio di Legnano; © Francesco Morello

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Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
Amministrazione
trasparente

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