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Articoli filtrati per data: Agosto 2020

#VISIONIDAITERRITORI. L'arte del tombolo di Isernia attraverso le mappe interattive e il fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise

di Lia Montereale - Segretariato Regionale del Molise

Proseguiamo il nostro viaggio culturale alla scoperta delle tradizioni del Molise e ci fermiamo ad Isernia. Anche oggi ci faremo aiutare dalle mappe interattive del Segretariato Regionale per il Molise. Rivediamo dunque cosa sono le mappe tematiche interattive che ci accompagneranno in questo percorso.

Il Segretariato Regionale per il Molise, articolazione periferica del MiBACT, nel 2018 ha creato nove mappe tematiche interattive per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale presente nella regione (mappe che nel corso degli anni si sono arricchite di contenuti e approfondimenti). 

Le mappe raccolgono su un'unica piattaforma digitale le informazioni che riguardano il territorio, fornendo al visitatore uno strumento semplice da usare che, attraverso testi, ipertesti ed immagini, racconta e facilita la conoscenza del Molise.  

Sono interattive, sono costruite su piattaforma Google, sono utilizzabili sia da dispositivo fisso che mobile e sono dedicate ognuna ad uno specifico tema del patrimonio culturale del Molise. Possono essere consultate a questo link: www.molise.beniculturali.it 

Iniziamo quindi dalla mappa feste e tradizioni (foto 1) per conoscere insieme l’arte del tombolo di Isernia.

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Fig. 1 Mappa feste e tradizioni del Segretariato regionale per il Molise

 

Quali sono le origini di questa tradizione?

La parola “tombolo” deriva dal latino “tumulus”, per il cuscino su cui poggiano i fuselli e si intrecciano e annodano i fili di cotone.

Era il XIV secolo quando l’arte del merletto a tombolo proveniente dal Regno di Napoli si diffuse grazie alle suore spagnole che alloggiavano nei monasteri di Santa Maria delle Monache ad Isernia (foto 2, 3) e di Santa Chiara a Venafro (foto 4), luoghi che accoglievano giovani educande appartenenti alla nobiltà napoletana che qui studiavano arti come la pittura e la musica, e che successivamente divennero musei archeologici. 

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Fig. 2. Foto di Lia Montereale

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Fig. 3. Foto di Lia Montereale

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Fig. 4. Foto della Direzione Regionale Musei Molise

Nel 1492 Giovanna III di Aragona, regina di Napoli e moglie di Ferdinando II di Napoli soggiornò a Isernia presso il convento di Santa Maria delle Monache. Si narra che avesse manifestato interesse ad apprendere le tecniche di lavorazione del tombolo e che amasse abbellire i suoi abiti con i merletti di Isernia. 

Come Segretariato Regionale per il Molise abbiamo inoltre realizzato un fumetto digitale “C’era una volta…Molise”, disponibile in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) e consultabile su www.molise.beniculturali.it

Il protagonista, personaggio di fantasia, è un frate con il blocco dello scrittore che non sa come riempire le pagine del suo manoscritto. Decide così di lasciare la sua abbazia e di intraprendere un viaggio alla scoperta del Molise. Incontrerà personaggi storici e leggendari legati al territorio che gli faranno da guida lungo il suo percorso, aiutandolo a ritrovare l’ispirazione e l’estro artistico. Le sue numerose avventure lo porteranno ad immergersi e a conoscere il grande e variegato contenitore del patrimonio culturale demo-etnoantropologico e immateriale del Molise (foto 5, 6 e 7).

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Fig.5 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise. Fra Giuseppe, in visita ad Isernia, incontra una signora che lavora al tombolo accanto alla Fontana Fraterna, monumento simbolo di Isernia.

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Fig. 6. “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise. La signora illustra a Fra Giuseppe le origini del tombolo.

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Fig. 7. “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise. Il tombolo con fuselli e fili di cotone.

È possibile consultare i link riportati di seguito per avere maggiori informazioni sulla tecnica del tombolo, sulla città di  Isernia e sui luoghi della cultura che un tempo hanno ospitato le giovani educande dedite ad apprendere le arti più elevate:

Tecnica del tombolo

Museo Archeologico di Santa Maria delle Monache

Museo Archeologico di Venafro

Isernia- Segretariato Regionale MiBACT per il Molise

Comune di Isernia

Il nostro viaggio di oggi si conclude qui e speriamo di avervi incuriosito sul patrimonio demo-etnoantropologico e immateriale del Molise. Vi diamo appuntamento al prossimo “viaggio” per scoprire insieme nuovi aspetti e nuovi elementi di questo grande patrimonio.

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#VISIONIDAITERRITORI. Frosolone: un piccolo polo museale che racconta le tradizioni del passato. Alla scoperta dei tre luoghi della cultura di appartenenza non statale: il Museo dei Ferri Taglienti, la Casetta del Pastore e il Museo del Costume

di Lia Montereale - Segretariato Regionale del Molise

I luoghi della cultura locali di appartenenza non statale svolgono un ruolo fondamentale nella valorizzazione e promozione del territorio.

Sono i custodi della storia, della tradizione e dell'identità del Molise di cui ne tramandano le arti, le tradizioni, le credenze, le tecniche artigianali e in generale l'immenso patrimonio culturale immateriale ancora molto diffuso.
 
Lo studio, il recupero e la valorizzazione delle tecniche artigianali tradizionali, dei saperi locali e dei mestieri antichi legati ad un determinato territorio risultano fondamentali per lo sviluppo sociale e culturale della comunità che ci vive, affinché si possa formare una memoria storica ed una eredità culturale da trasmettere alle generazioni future.
 
In una società all’insegna della velocità e dello sviluppo tecnologico, i beni immateriali svolgono un ruolo fondamentale nel territorio di appartenenza. Portano alla luce il rapporto tra locale e globale, tra tradizione e modernità, tra produzione artigianale e creatività individuale da un lato e produzione massificata, industriale e seriale dall'altro, ponendo le basi per lo sviluppo economico e per il rilancio del turismo nel territorio.

I progetti su cui il Segretariato Regionale per il Molise ha lavorato a partire dal 2018 (tra cui i progetti digitali “Mappe tematiche” e il fumetto digitale “C’era una volta… Molise”, lo spot Mibact/Rai “Terra di Meraviglie”, la campagna di comunicazione “Quanto conosci il Molise”, la collana editoriale “Prospettive. Il patrimonio culturale del Molise” per la quale tre volumi sono stati dedicati ai piccoli musei etnografici del territorio) sono stati tutti concepiti per facilitare la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale materiale e immateriale e delle loro reciproche interazioni.

A Frosolone, in provincia di Isernia, sono presenti tre musei che conservano ed espongono un ricchissimo patrimonio culturale legato ai riti, alle usanze e alle tradizioni della loro comunità. Il Museo dei Ferri Taglienti è legato all’antica tecnica artigianale della forgiatura, tecnica con cui gli abili maestri artigiani, fin dai tempi più remoti, costruivano oggetti e strumenti da lavoro. Conserva una vastissima collezione di oggetti, soprattutto forbici e coltelli (foto 1 e 2), anche provenienti dalle Marche e dal Lazio. Il Museo dei Ferri Taglienti di Frosolone si presenta quindi come testimonianza materiale di un artigianato tipico che da secoli si tramanda attraverso le generazioni, al quale si accompagnano la Mostra Mercato Nazionale, che espone forbici e coltelli della produzione artigianale proprio nei locali occupati un tempo dalle botteghe artigiane, e la "Festa della Forgiatura" grazie alla quale è possibile rivivere nelle piazze l'antica lavorazione.

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La Casetta del pastore (foto 3) è un piccolo scrigno che a sua volta custodisce le arti e le tradizioni del passato. La sala espositiva riproduce in maniera autentica e genuina la cucina di un pastore, comprensiva degli utensili e degli attrezzi che un pastore era solito utilizzare per svolgere la propria attività.

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Il Museo del costume espone invece il corredo di matrimonio appartenente ad una giovane fanciulla (foto 4) proveniente da una famiglia di allevatori. Nell’arco della propria vita, una donna arrivava a possedere al massimo due costumi, quello da ragazza e quello con il quale si sposava. L’abito da sposa, tolti gli ori e gli spilloni, era quello con cui veniva seppellita il giorno del suo funerale. Elemento tipico del costume di Frosolone è lo spillone (foto 5), in filigrana d’argento, infilato sulla mappa. Lo spillone svolgeva una funzione prevalentemente decorativa, ma poteva essere utilizzato anche come strumento di difesa per la donna che, per qualsiasi motivo, si fosse trovata costretta ad uscire da sola. Non mancano poi i riferimenti alle credenze popolari e alle superstizioni: il giorno delle nozze infatti, per proteggersi dal malocchio, la sposa indossava le calze al rovescio. Lo sposo, a sua volta, portava nel taschino della giacca un paio di forbicine, che la mattina stessa aveva ricevuto dalla propria madre, e con cui, simbolicamente, avrebbe dovuto tagliare ogni legame con amori del passato ma anche semplicemente con le abitudini che aveva da scapolo, compreso il gioco e le uscite serali con gli amici. Pietre ed amuleti contro i malefici venivano indossati dalle donne anche e soprattutto durante la gravidanza e il parto. All’interno del Museo, inoltre, sono presenti altri elementi tipici del corredo, tra cui il lenzuolo che sarebbe stato ricamato dalla futura sposa in persona. Quello esposto nel museo presenta alcune teste di cane (foto 6). Il cane è il simbolo della fedeltà e della sottomissione al padrone (in questo caso al marito). Sono poi presenti centrini, tessuti ricamati e perfino il corredino per l’eventuale nascituro.

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I tre musei di Frosolone costituiscono un vero e proprio polo museale locale del patrimonio immateriale. Un bacino che custodisce e racconta, attraverso le sue collezioni, le usanze e le tradizioni di una civiltà prevalentemente dedita alla pastorizia e al lavoro nei campi, attività che si riflettono anche nei costumi indossati e negli ornamenti, così come nella simbologia e nel significato attribuito a certi riti e a determinati comportamenti.

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La zampogna di Scapoli

Alla scoperta di questo antico strumento pastorale attraverso le mappe interattive e il fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise

di Lia Montereale

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni del Molise e ci fermiamo a Scapoli, in provincia di Isernia, nota per essere la “capitale della zampogna”.

Come sempre durante i nostri viaggi culturali, anche oggi ci faremo aiutare dalle mappe interattive del Segretariato Regionale per il Molise. Rivediamo insieme cosa sono le mappe tematiche interattive che ci accompagneranno in questo percorso.

Il Segretariato Regionale per il Molise, articolazione periferica del MiBACT, nel 2018 ha creato nove mappe tematiche interattive per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale presente nella regione (mappe che nel corso degli anni si sono arricchite di contenuti e approfondimenti).

Le mappe raccolgono su un'unica piattaforma digitale le informazioni che riguardano il territorio, fornendo al visitatore uno strumento semplice da usare che, attraverso testi, ipertesti ed immagini, racconta e facilita la conoscenza del Molise.  

Sono interattive, sono costruite su piattaforma Google, sono utilizzabili sia da dispositivo fisso che mobile e sono dedicate ognuna ad uno specifico tema del patrimonio culturale del Molise.

Possono essere consultate a questo link: www.molise.beniculturali.it

Iniziamo quindi dalla mappa feste e tradizioni (foto 1) per scoprire insieme le tradizioni del Molise.

 

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Fig. 1 Mappa feste e tradizioni del Segretariato regionale per il Molise

L’antica tradizione degli zampognari

A Scapoli, ancora oggi, sono presenti artigiani che di generazione in generazione si tramandano le tecniche di costruzione della zampogna, contribuendo così a mantenere vivo il legame della comunità con questo strumento pastorale dalle origini antichissime. La zampogna infatti ha accompagnato per secoli i pastori nei loro spostamenti, assumendo un ruolo centrale in prossimità dell’arrivo del Natale. In realtà a Scapoli la tradizione della zampogna è presente tutto l’anno, grazie ai due luoghi della cultura ad essa dedicati che consentono di approfondire, in qualsiasi momento, la conoscenza sulle sue origini e la sua storia.

E già, perché a Scapoli è possibile visitare Il Museo Internazionale della Zampogna, gestito dal comune di Scapoli, e la mostra permanente gestita dall’associazione Circolo della Zampogna, attiva dal 1991. Spostiamoci quindi su un’altra mappa, la mappa dei musei locali di appartenenza non statale. Il Museo Internazionale della Zampogna è dedicato al suo ideatore Pasquale Vecchione ed espone zampogne provenienti da ogni parte del mondo e prodotte in varie epoche storiche. Il Circolo della Zampogna, a sua volta, espone una mostra permanente di zampogne e cornamuse italiane e straniere (foto2,3,4).

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Fig. 2 Foto di Donato D’Alessandro

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Fig. 3 Foto di Donato D’Alessandro

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Fig. 4 Foto di Donato D’Alessandro

Inoltre, l’organizzazione di appuntamenti annuali come la Mostra Mercato e il Festival Internazionale della Zampogna svolgono un ruolo centrale nella tutela di questo antico strumento a sacco e della sua tradizione, contribuendo, allo stesso tempo, a rafforzare e diffondere un senso di orgoglio, di identità e di appartenenza tra i costruttori (foto 5 e 6) e i suonatori di zampogne.

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Fig. 5 Foto di Donato D’Alessandro

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Fig. 6 Foto di Donato D’Alessandro

In Molise la dimensione culturale locale si traduce in un binomio perfetto tra gli aspetti materiali e immateriali del patrimonio culturale. Entrambi gli aspetti caratterizzano i territori, entrambi contribuiscono a determinare l’aspetto dei paesaggi e le forme della vita quotidiana. Si viene così a determinare un indotto culturale che si traduce anche in un indotto economico, perché le forme culturali ereditate dal passato sono le basi per un futuro realmente sostenibile. È questa la grande valenza dei beni culturali, materiali e immateriali: essere testimonianza viva e utilizzabile per dare basi solide alla progettazione del domani.

In Molise, soprattutto i “piccoli musei” di carattere etnografico, fortemente radicati e legati al territorio, svolgono un ruolo chiave nella salvaguardia, nella promozione e nella trasmissione del patrimonio culturale demo-etnoantropologico e immateriale. Alcuni, come in questo caso, svolgono un ruolo centrale e attivo nella conservazione, trasmissione e divulgazione della tradizione, mantenendo un solido e stabile legame con la comunità di appartenenza e promuovendo allo stesso tempo la tradizione anche in chiave turistica e di sviluppo territoriale.

Come Segretariato Regionale per il Molise abbiamo inoltre realizzato un fumetto digitale “C’era una volta…Molise”, disponibile in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) e consultabile su www.molise.beniculturali.it.

Il protagonista, personaggio di fantasia, è un frate con il blocco dello scrittore che non sa come riempire le pagine del suo manoscritto. Decide così di lasciare la sua abbazia e di intraprendere un viaggio alla scoperta del Molise. Incontrerà personaggi storici e leggendari legati al territorio che gli faranno da guida lungo il suo percorso, aiutandolo a ritrovare l’ispirazione e l’estro artistico. Le sue numerose avventure lo porteranno ad immergersi e a conoscere il grande e variegato contenitore del patrimonio culturale demo-etnoantropologico e immateriale del Molise. (foto 7,8,9,10,11).

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Fig.7 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.

Fra Giuseppe è in visita a Scapoli.

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Fig.8 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.

Fra Giuseppe, in visita a Scapoli, si reca ai musei dedicati alla zampogna.

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Fig.9 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.

Fra Giuseppe visita il Museo della zampogna P. Vecchione di Scapoli.

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Fig.10 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.

Fra Giuseppe visita il Circolo della Zampogna di Scapoli.

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Fig.11 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.

Fra Giuseppe, a Scapoli, si diverte a prendere in giro la statua dello zampognaro.

Per maggiori informazioni sulla tradizione della zampogna di Scapoli è possibile consultare i seguenti link:

Il Museo Internazionale della zampogna P.Vecchione

Circolo della Zampogna

Scapoli- Segretariato Regionale MiBACT per il Molise

Comune di Scapoli

Il nostro viaggio di oggi si conclude qui e speriamo di avervi incuriosito sul patrimonio demo-etnoantropologico e immateriale del Molise. Vi diamo appuntamento al prossimo “viaggio” per scoprire insieme nuovi aspetti e nuovi elementi di questo grande patrimonio.

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Patrimoni Immateriali e modernità: rievocare le tradizioni e le antiche credenze di Casalciprano con i fumetti digitali

Alla scoperta del Museo a cielo aperto della Memoria Contadina di Casalciprano attraverso le mappe interattive e il fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise

di Lia Montereale

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni del Molise e ci fermiamo a Casalciprano, in provincia di Campobasso, noto per il suo Museo a cielo aperto.

Come sempre durante i nostri viaggi culturali, anche oggi ci faremo aiutare dalle mappe interattive del Segretariato Regionale per il Molise. Rivediamo insieme cosa sono le mappe tematiche interattive che ci accompagneranno in questo percorso.

Il Segretariato Regionale per il Molise, articolazione periferica del MiBACT, nel 2018 ha creato nove mappe tematiche interattive per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale presente nella regione (mappe che nel corso degli anni si sono arricchite di contenuti e approfondimenti).

Le mappe raccolgono su un'unica piattaforma digitale le informazioni che riguardano il territorio, fornendo al visitatore uno strumento semplice da usare che, attraverso testi, ipertesti ed immagini, racconta e facilita la conoscenza del Molise.  

Sono interattive, sono costruite su piattaforma Google, sono utilizzabili sia da dispositivo fisso che mobile e sono dedicate ognuna ad uno specifico tema del patrimonio culturale del Molise.

Possono essere consultate a questo link: www.molise.beniculturali.it

Iniziamo quindi dalla mappa feste e tradizioni (foto 1) per scoprire insieme gli usi e i costumi che nei secoli precedenti hanno scandito le abitudini e la quotidianità degli abitanti di Casalciprano.

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Fig. 1 Mappa feste e tradizioni del Segretariato regionale per il Molise

Che cos’è il Museo a cielo aperto della Memoria Contadina di Casalciprano?

Il Museo a cielo aperto della Memoria Contadina è stato allestito nel cuore del borgo medievale di Casalciprano. Il percorso di visita, attivo dal 2004, si sviluppa tra l'esterno e l'interno.

Gli oggetti, gli strumenti e i costumi sono tutti riconducibili ad usi quotidiani della vita contadina. Le sculture in bronzo poste all'aperto rappresentano momenti di aggregazione come giochi e feste. Passeggiando per il borgo incontriamo la statua che rappresenta il fotografo del paese e che “accoglie” turisti e visitatori per immortalarli nello scatto della sua macchina fotografica. Il percorso museale all’aperto prosegue con i murales che ritraggono uomini che lavorano nei campi, scene che richiamano l’agricoltura, la vendemmia e la pastorizia, a cui si aggiungono scene di vita familiare. Evidenti sono anche i riferimenti alle leggende e alle antiche credenze.

 

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Fig. 2 Foto di Lia Montereale

Gli abitanti di Casalciprano credevano nelle streghe e nei loro riti magici. Secondo la tradizione, queste, una volta l’anno, organizzavano un convegno (il Sabba, foto 2), in un bosco lì vicino, a cui partecipavano anche le streghe di Benevento. I riferimenti alla superstizione e alle credenze popolari continuano anche all’interno del Museo dove incontriamo il lupo mannaro, il diavolo e la pupa usata come deterrente per i bambini per tenerli lontani dai pozzi. L’allestimento museale però ci propone anche altri personaggi e ci racconta gli antichi mestieri (attraverso il banditore, il falegname, il boscaiolo, il calzolaio, lo spazzacamini, etc.), così come ricostruisce ambientazioni domestiche che ripropongono le abitudini quotidiane attraverso gli oggetti di uso comune. Proseguendo nella visita, incontriamo scene di lavori casalinghi svolti dalle donne, la scena della serenata, della festosità (la coppia che balla sulle note di una fisarmonica), a cui si aggiunge, immancabile, la scena rappresentativa della povertà e della esclusione sociale. Il Museo a cielo aperto della memoria contadina di Casalciprano è un esempio importante del ruolo svolto dal museo nella salvaguardia così come nella promozione del patrimonio immateriale e degli elementi che riguardano l’identità di una comunità e le sue radici. Visitare Casalciprano è come fare un viaggio indietro nel tempo, attraverso le ambientazioni domestiche com’erano una volta e rivivendo le abitudini quotidiane scandite dalle ore del giorno. Un viaggio in cui non mancano i riferimenti alle credenze popolari, segno di identità e di appartenenza alla propria terra.

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#VISIONIDAITERRITORI. Agnone: la campana e le sue tecniche di lavorazione. Alla scoperta delle campane di Agnone attraverso le mappe interattive e il fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise

di Lia Montereale - Segretariato Regionale per il Molise

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni e delle tecniche artigianali del Molise e ci fermiamo ad Agnone, cittadina in provincia di Isernia, famosa per ospitare la Pontificia fonderia di campane: Fonderia Marinelli. Come sempre durante i nostri viaggi culturali, anche oggi ci faremo aiutare dalle mappe interattive del Segretariato Regionale per il Molise. Ma rivediamo insieme cosa sono le mappe tematiche interattive che ci accompagneranno in questo percorso.

Il Segretariato Regionale per il Molise, articolazione periferica del MiBACT, nel 2018 ha creato nove mappe tematiche interattive per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale presente nella regione (mappe che nel corso degli anni si sono arricchite di contenuti e approfondimenti).

Le mappe raccolgono su un'unica piattaforma digitale le informazioni che riguardano il territorio, fornendo al visitatore uno strumento semplice da usare che, attraverso testi, ipertesti ed immagini, racconta e facilita la conoscenza del Molise.
Sono interattive, sono costruite su piattaforma Google, sono utilizzabili sia da dispositivo fisso che mobile e sono dedicate ognuna ad uno specifico tema del patrimonio culturale del Molise.
Possono essere consultate a questo link: www.molise.beniculturali.it.

Iniziamo quindi dalla mappa feste e tradizioni (foto 1) per conoscere insieme le tradizioni di Agnone.

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Fig. 1 Mappa feste e tradizioni del Segretariato regionale per il Molise

Scopriamo qualcosa di più sulla Pontificia Fonderia di Campane
La Fonderia Marinelli vanta una storia lunga più di mille anni. Nel 1924, Papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli il privilegio di utilizzare lo Stemma Pontificio, mentre il 19 marzo 1995 Papa Giovanni Paolo II fece visita alla fonderia.
Le campane sono realizzate con una tecnica che si tramanda di generazione in generazione da ormai più di dieci secoli.

Quali sono le procedure e i tempi per costruire una campana? Per realizzare una campana occorrono procedure molto complesse e tempi tecnici di lavorazione di circa tre mesi. Le tecniche di fusione non sono mai cambiate nel corso dei secoli. La costruzione della campana attraversa varie fasi, tutte molto articolate e delicate, che richiedono esperienza e precisione (foto 2).
Si inizia dalla base detta “anima” che corrisponde alla parte interna della campana, per poi proseguire con la realizzazione della “falsa campana” (ulteriore spessore di argilla che va a rivestire l’anima e su cui si uniscono dediche, immagini e fregi artistici di vario tipo). La fase del “mantello” invece prevede l’applicazione di ulteriori strati di argilla di varia consistenza fino ad ottenere lo spessore desiderato.
Successivamente, il modello di campana ottenuto viene interrato nel fosso di colata dove avviene la fusione del metallo a 1200°. Il bronzo per campane è una lega composta da 78 parti di rame e 22 parti di stagno puro. Dopo il raffreddamento la campana è estratta dal fosso di colata. Viene quindi ripulita e sottoposta al collaudo musicale.

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Fig.2 Foto di Lia Montereale

Accanto alla fonderia è presente il Museo storico della Campana “Giovanni Paolo II” (foto 3), nato nel 1999. Il Museo è una componente fondamentale della fonderia che in qualche modo va a completarla. È il luogo che documenta origine, storia e tradizioni delle campane ed espone una imponente collezione di campane tra cui la “campana dell’anno mille”.
Le campane Marinelli esposte nel museo svolgono un ruolo molto importante dal punto di vista storico in quanto ripercorrono la storia di tutto il ventesimo secolo: dalla presenza italiana nelle Colonie d’ Africa, alla ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino, al I Centenario e ai 150 anni dell’Unità d’ Italia, al Concilio Vaticano II fino al conflitto in Albania con la “Campana della Pace” fusa con i bossoli raccolti dai bambini in quel luogo.

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Fig.3 Foto di Lia Montereale

Alla luce di queste considerazioni, possiamo affermare che in Molise molte realtà museali sono strettamente legate al bagaglio delle tradizioni locali e contribuiscono, come in questo caso, a promuovere antiche tecniche artigianali come la fusione della campana che costituisce il prodotto finale di un lungo e antico processo di lavorazione.

Il Museo della Campana Giovanni Paolo II non è dunque un semplice contenitore, ma la sua collezione di campane è rappresentativa di una tecnica di lavorazione che si tramanda dal Medioevo nonché un luogo che documenta e ripercorre secoli di storia.

Questo a dimostrazione che i musei, soprattutto i “piccoli musei” radicati e legati al territorio, svolgono un ruolo chiave nella salvaguardia, nella promozione e nella trasmissione del patrimonio culturale demo-etnoantropologico e immateriale. Alcuni, come in questo caso, svolgono un ruolo centrale e attivo nella conservazione e trasmissione della tradizione, promuovendola, allo stesso tempo, anche in chiave turistica e di sviluppo territoriale.

Come Segretariato Regionale per il Molise abbiamo inoltre realizzato un fumetto digitale “C’era una volta…Molise”, disponibile in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) e consultabile su www.molise.beniculturali.it
Il protagonista, personaggio di fantasia, è un frate con il blocco dello scrittore che non sa come riempire le pagine del suo manoscritto. Decide così di lasciare la sua abbazia e di intraprendere un viaggio alla scoperta del Molise. Incontrerà personaggi storici e leggendari legati al territorio che gli faranno da guida lungo il suo percorso, aiutandolo a ritrovare l’ispirazione e l’estro artistico. Le sue numerose avventure lo porteranno ad immergersi e a conoscere il grande e variegato contenitore del patrimonio culturale demo-etnoantropologico e immateriale del Molise (foto 4 e 5).

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Fig.4 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.
Fra Giuseppe, in visita ad Agnone, è alla ricerca della Pontificia Fonderia di Campane e del suo Museo.

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Fig.5 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.
Fra Giuseppe è in visita alla Pontificia Fonderia e al Museo.

Per maggiori informazioni sulla Pontificia Fonderia di Campane Marinelli e sul Museo della Campana Giovanni Paolo II è possibile consultare i seguenti link:

Pontificia Fonderia Marinelli

Museo storico della Campana “Giovanni Paolo II”

Agnone - Segretariato Regionale MiBACT per il Molise

Il nostro viaggio di oggi si conclude qui e speriamo di avervi incuriosito sul patrimonio demo-etnoantropologico e immateriale del Molise. Vi diamo appuntamento al prossimo “viaggio” per scoprire insieme nuovi aspetti e nuovi elementi di questo grande patrimonio.

 

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#VISIONIDAITERRITORI. San Basso a Termoli: la festa e il “borgo dei pescatori” attraverso le mappe interattive e il fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise

di Lia Montereale - Segretariato Regionale del Molise

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta delle feste e delle tradizioni del Molise e ci fermiamo a Termoli, cittadina in provincia di Campobasso, anche nota per essere il borgo dei pescatori. Come sempre durante i nostri viaggi culturali, anche oggi ci faremo aiutare dalle mappe interattive del Segretariato Regionale per il Molise. Ma rivediamo insieme cosa sono le mappe tematiche interattive che ci accompagneranno in questo percorso.

Il Segretariato Regionale per il Molise, articolazione periferica del MiBACT, nel 2018 ha creato nove mappe tematiche interattive per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale presente nella regione (mappe che nel corso degli anni si sono arricchite di contenuti e approfondimenti).

Le mappe raccolgono su un'unica piattaforma digitale le informazioni che riguardano il territorio, fornendo al visitatore uno strumento semplice da usare che, attraverso testi, ipertesti ed immagini, racconta e facilita la conoscenza del Molise.
Sono interattive, sono costruite su piattaforma Google, sono utilizzabili sia da dispositivo fisso che mobile e sono dedicate ognuna ad uno specifico tema del patrimonio culturale del Molise.
Possono essere consultate a questo link: www.molise.beniculturali.it 

Iniziamo quindi dalla mappa feste e tradizioni (fig. 1) per conoscere insieme la festa di San Basso a Termoli.

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Fig. 1 Mappa feste e tradizioni del Segretariato regionale per il Molise


Quali sono le origini di questa festa?

Correva l’anno 1761 e durante il vescovado di Monsignor Giannelli, in occasione dei lavori di restauro nella Cattedrale di Termoli, venne ritrovato il sarcofago al cui interno erano contenute le sacre reliquie di San Basso. Nelle giornate tra il 3 e 4 agosto, la cittadina di Termoli si riunisce dunque per celebrare il suo Santo protettore, dedicandogli suggestivi e solenni festeggiamenti.

Parte della processione si svolge in mare. Secondo la leggenda infatti alcuni pescatori trovarono in mare le spoglie di San Basso all’interno di un sarcofago. Da allora San Basso è considerato il protettore dei pescatori, della pesca e colui che protegge dai pericoli del mare.
La processione alterna la parte in mare a quella su terra.

In una prima fase, il 3 agosto, la statua di San Basso viene collocata su un peschereccio abbellito con decorazioni varie (foto 2 e 3) e viene portata in mare seguita da una flotta di pescherecci e motoscafi (foto 4). La processione in mare si svolge tra la spiaggia di Rio Vivo e quella di Sant’ Antonio.

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Fig.2 Foto di Donato D’Alessandro

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Fig.3 Foto di Donato D’Alessandro

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Fig. 4 Foto di Donato D’Alessandro

Una volta ritornati al porto, la processione prosegue a terra lungo le stradine e i vicoli della cittadina (foto 5), dove la statua vi rimane per tutta la notte. Nel pomeriggio del 4 agosto la statua viene portata in processione verso la cattedrale.
Gli abitanti di Termoli sono molto devoti a San Basso e secondo la tradizione, come atto di rispetto, nel giorno della sua ricorrenza nessuno farà il bagno in mare.

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Fig.5 Foto di Donato D’Alessandro

La partecipazione attiva della collettività alla processione rende la celebrazione di San Basso una festa molto importante all’interno del bacino delle feste del Molise e contribuisce alla diffusione della conoscenza di questa tradizione.
Inoltre, non possiamo non notare la presenza del trabucco di Termoli (foto 6): una costruzione di legno legata alle tecniche tradizionali della pesca, utilizzata per facilitare e svincolare la pesca dalle condizioni metereologiche del territorio.
I trabucchi consentono infatti di pescare senza doversi recare in mare aperto. Vengono costruite in un punto piuttosto sporgente da cui si gettano le reti in acqua.

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Fig.6 Foto di Lia Montereale

Come Segretariato Regionale per il Molise abbiamo inoltre realizzato un fumetto digitale “C’era una volta…Molise”, disponibile in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) e consultabile su www.molise.beniculturali.it.
Il protagonista, personaggio di fantasia, è un frate con il blocco dello scrittore che non sa come riempire le pagine del suo manoscritto. Decide così di lasciare la sua abbazia e di intraprendere un viaggio alla scoperta del Molise. Incontrerà personaggi storici e leggendari legati al territorio che gli faranno da guida lungo il suo percorso, aiutandolo a ritrovare l’ispirazione e l’estro artistico. Le sue numerose avventure lo porteranno ad immergersi e a conoscere il grande e variegato contenitore del patrimonio culturale demo-etnoantropologico e immateriale del Molise (foto 7 e 8).

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Fig.7 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.
Fra Giuseppe è in visita a Termoli per assistere alla processione di San Basso all’interno della cattedrale. Inoltre, cercherà di raggiungere il trabucco per scoprirne il funzionamento.

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Fig.8 “C’era una volta…Molise”, fumetto digitale del Segretariato Regionale per il Molise.
Fra Giuseppe prosegue il suo viaggio alla scoperta di Termoli e delle sue tradizioni.

Per maggiori informazioni sulla festa di San Basso a Termoli e sul patrimonio culturale materiale e immateriale visitabile in Molise, è possibile consultare i seguenti link:

- Festa di San Basso a Termoli. Istituto Centrale per il Patrimonio Imateriale

http://www.idea.mat.beniculturali.it/feste-e-tradizioni/molise/item/243-san-basso-a-termoli

- Termoli. Segretariato Regionale MiBACT per il Molise: 

http://www.molise.beniculturali.it/index.php/borghi3/270-termoli

- Comune di Termoli

https://www.comune.termoli.cb.it/

Il nostro viaggio di oggi si conclude qui e speriamo di avervi incuriosito sul patrimonio demo-etnoantropologico e immateriale di cui le feste e le tradizioni sono un elemento importante, anche se non l’unico. Vi diamo appuntamento al prossimo “viaggio” per scoprire insieme nuovi aspetti e nuovi elementi di questo grande patrimonio.

 

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Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
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