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Articoli filtrati per data: Marzo 2014

Informazioni Museo

 Dal 1° settembre 2016 il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari entra a far parte
del Museo delle Civiltà, istituito dall'art. 6 del D.M. 23 gennaio 2016 n. 44.
 
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Direttore: Filippo Maria Gambari
Piazza Guglielmo Marconi 14 - 00144 Roma
Tel: (39) 06 549521 - Fax: (39) 06 54952310
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - PEC: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.


 
MUSEO DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI "LAMBERTO LORIA"
Piazza Guglielmo Marconi 8 - 00144 Roma -
Tel: (39) 06 5926148 - Fax: (39) 06 5911848

DOVE SIAMO

ORARI DI APERTURA

Dal martedi alla domenica: ore 8.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30) - lunedì chiuso

 

Trasporti pubblici
Metro Linea B (eur Fermi) - Autobus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791

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Bandi di gara e contratti

In questa sezione sono pubblicati i dati relativi ai contratti pubblici di lavori, servizi e forniture stipulati dall'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, in ottemperanza alle forme di pubblicità previste nel Codice dei contratti pubblici e secondo quanto previsto all'art. 37 del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33.

Riallestimento delle sale trasporto, teatro delle figure e strumenti musicali dell’istituto centrale per la demoentnoantropologia

Istanza di partecipazione

Manifestazione d'interesse

T1 - Sala Burattini

T2 - Sala Burattini

T3 - Sala Burattini

T4 - Sala Burattini

T5 - Sala Trasporto

T6 - Sala Trasporto

T7 - Elab. Comparativi

 

Indice TRIMESTRALE DI TEMPESTIVITà PAGAMENTI (dati secondo quadrimestre 2019)

 


 

PAGAMENTI I trimestre 2019


 

CONTRATTI E INCARICHI I trimestre 2019


 

DETERMINE 2018

Determina 1/2018

Determina 2/2018

Determina 3/2018


 

TRASPARENZA ANAC - Adempimenti 

Si pubblicano i file xls  e xml per gli adempimenti sulla Trasparenza ANAC da fornire entro il 31 gennaio 2019 

Di seguito il link generato dalla rpv Mibact sezione trasparenza, dati acquisiti dal 1 gennaio 2019 al 10 gennaio 2020

https://xmlweb.beniculturali.it/xml/Istituto%20centrale%20per%20la%20demoetnoantropologia/1546300800/1579046400.xml


 

BANDI 2017

Bando di gara informale ad evidenza pubblica per l'affidamento in concessione del servizio di cassa dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

Data pubblicazione: 4 dicembre 2017
Scadenza: ore 12.00 del giorno 22 dicembre 2017

1 Decreto 23
2 Bando
3 Disciplinare
4 Modello 1A
5 Modello 1B
6 Allegato 2
7 Allegato 3
8 Allegato 4
9 Schema convenzione

Richiesta del 7/12/2017
Chiarimenti a richiesta del 7/12/2017

Richiesta del 12/12/2017
Chiarimenti a richiesta del 19/12/2017

Commissione di gara

AVVISO AGGIUDICAZIONE
Il giorno 27 dicembre 2017 si è riunita la commissione nominata per la valutazione delle offerte presentate per l'assegnazione del servizio di cassa dell'istituto Centrale per la Demoetnoantropologia. Dopo attento esame della documentazione presentata da Banca Intesa e Banco BPM, la commissione ha deciso per l'aggiudicazione del servizio a Banco BPM sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.

Verbale di gara aggiudicazione

Aggiudicazione definitiva

* * *

Bando di gara informale ad evidenza pubblica per l'affidamento in concessione del servizio di cassa dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

Data pubblicazione: 4 settembre 2017
Scadenza: ore 12.00 del giorno 22 settembre 2017
 
 
AVVISO AGGIUDICAZIONE
Il giorno 26 settembre 2017 si è riunita la commissione nominata per la valutazione delle offerte presentate per l'assegnazione del servizio di cassa dell'istituto Centrale per la Demoetnoantropologia.
Dopo attento esame della documentazione presentata da Banca Intesa e Banco BPM, la commissione ha deciso per l'aggiudicazione del servizio a Banco BPM sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
 

Verbale di gara aggiudicazione


 

Bandi di gara e contratti 2014-2015

Contratti 2016

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Organizzazione

Struttura in aggiornamento a seguito del DM 44 23/01/2016
Riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Piazza Guglielmo Marconi 10 - 00144 Roma EUR
Telefono: (39) 06 5926148 - Fax: (39) 06 5911848
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DM Ordinamento dell'Istituto 7/10/2008

Direzione

Direttore: Leandro Ventura (CV e retribuzione)
Tel. 065926797 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio del Direttore

Responsabile protocollo informatico, gestione flussi documentali e degli archivi: Fiorenzo Bandirali
Collaboratori: Simonetta Rosati
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio per la sicurezza
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Laboratori e Archivi

Archivio di antropologia visiva e laboratorio audiovisivo
Responsabile: Stefania Baldinotti - Consulente: Emilia De Simoni
Tel. 065926148 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Archivio fotografico storico e archivio sonoro
Responsabile: Marisa Iori
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Archivio fotografico moderno
Responsabile: Annamaria Giunta
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Archivio storico
Responsabile: Luciana Mariotti
Vicario: Rosa Anna Di Lella
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
Biblioteca e Gabinetto delle stampe
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Servizi e Uffici

Ufficio amministrativo
Tel. 065920210 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio gestione, stato giuridico, trattamento interdisciplinare ed economico del personale
Responsabile: Fiorenzo Bandirali
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Servizio tecnico
Tel. 0654210260 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Servizio di vigilanza
Capo Servizio: Antonio Fiorillo
Tel. 065926148 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

ORGANIGRAMMA

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Comitato di gestione

Struttura in aggiornamento a seguito del DM 44 23/01/2016
Riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
 

 

Comitato di gestione

·       prof. Leandro Ventura
·       dott. Paolo Fanti
·       dott.ssa Annamaria Giunta 
·       dott. Nicola De Toma 
·       prof.ssa Rita Auriemma 

 

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Consiglio scientifico

Struttura in aggiornamento a seguito del DM 44 23/01/2016
Riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

 

Consiglio scientifico:
 
·        dott.ssa Stefania Baldinotti
·        prof. Fabio Dei
·        dott.ssa Rosa Anna Di Lella
·        prof. Ferdinando Felice Mirizzi
 
 
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Trasparenza

Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia

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Il principio della trasparenza, inteso come «accessibilità totale» alle informazioni che riguardano l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, è stato affermato con decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. Obiettivo della norma è quello di favorire un controllo diffuso da parte del cittadino sull'operato delle istituzioni e sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Le informazioni relative agli Uffici Centrali e Periferici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sono pubblicate nella sezione "Trasparenza valutazione e merito" del sito web del MiBACT.

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La sede

Il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari è situato all'EUR, nel Palazzo delle Tradizioni Popolari, dal 20 aprile 1956.

Il progetto dell'edificio - che ricopre una superficie di mq 7.000 e mc 173.000 - viene eseguito nel 1938 dagli architetti Massimo Castellazzi (1901-1977), Pietro Morresi (1898-1982) e Annibale Vitellozzi (1902-1990) e si inserisce nel complesso degli edifici della piazza Imperiale, oggi piazza Marconi, che deve "costituire il nucleo centrale" dell'Esposizione Universale di Roma del 1942, detta E42, secondo il bando di concorso del 1937, ed in seguito assumere carattere stabile quale sede dei "Musei d'Arte e di Scienza".

L'edificio, speculare a quello del Museo Preistorico Etnografico L. Pigorini, è costituito da un portico colonnato organizzato intorno ad un cortile e da due corpi sporgenti, di cui uno concluso da una quinta architettonica a colonne che fa da fondale alla piazza.

La decorazione esterna viene affidata ad Enrico Prampolini (1894-1956) per il mosaico in marmi e pietre naturali "Le Corporazioni" ultimato, sulla testata dell'edificio, nel 1942.

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Enrico Prampolini: Bozzetto de Le Corporazioni, mosaico per il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, 1941

La decorazione interna è concentrata nel Salone d'Onore dove, dal 1940 al 1942, vengono realizzati una serie di affreschi con scene di vita tradizionale italiana. Al Salone si accede attraverso un varco decorato da un bassorilievo in marmo con "Elementi caratteristici del folklore", opera di Amerigo Tot (1909-1984).

Sulla parete d'ingresso del Salone sono realizzati gli affreschi la "Sagra degli osei" di Mario Varagnolo (1901-1971), la "Battitura del grano" di Domenico Colao (1881-1943), "Cerimonia nuziale in Sardegna" parzialmente eseguito di Nino Bertoletti (Umberto Natale detto Nino, 1889-1971), "Funerali in Puglia" di Emanuele Cavalli (1904-1981), "Il bue di S. Zopito" di Tommaso Cascella (1890-1968).

Sulla parete di fondo figurano gli affreschi di Garibaldo Guberti (1907-1974) "Il trasporto del mosto in Romagna", "La benedizione della barca" di Antonio Barrera (1889-1970), "La processione" di Orazio Amato (1884-1953) parzialmente eseguito, e "La mattanza dei tonni" di Pietro Barillà (1890-1953). L'artista Mario Gambetta (1886-1968) avrebbe dovuto eseguire l'ultimo affresco "Battesimo in Liguria", ma al suo posto si trova ora un cartone attribuito (forse) a Filippo Figari (1885-1937) raffigurante un corteo processionale sardo.

Per l'atrio del Museo viene commissionata a Ferruccio Scattola (1873-1950) la decorazione pavimentale in tarsia marmorea con il tema "Costumi maschere ed altri elementi decorativi". L'opera non è stata mai eseguita.

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Gli obiettivi

Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale

La missione dell'Istituto è finalizzata alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, e alla promozione di iniziative volte a tutelare i settori legati all'identità collettiva dei vari gruppi sociali presenti sul territorio e le espressioni delle diversità culturali, ratificate rispettivamente con le leggi n° 19/2007 e 167/2007.

In particolare l'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale svolge le seguenti attività:

- Tutela, salvaguardia, valorizzazione e promozione, in Italia e all'estero, dei beni costituenti il patrimonio etnoantropologico italiano, nonché studio, ricerca, esposizione e divulgazione della conoscenza dello stesso

- Consulenza nei riguardi degli altri organi dello Stato e degli enti pubblici in generale, in relazione all'identità, autenticità e valore dei beni materiali e immateriali costituenti il patrimonio etnoantropologico italiano

- Cura dei rapporti e degli scambi con organismi di ricerca italiani ed internazionali, nonché con gli enti, pubblici e privati, nazionali ed internazionali finalizzati ad attività rientranti tra i propri compiti istituzionali incluse le attività di studio e di ricerca

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2002-2009

2001-2002 IL PRESEPE POPOLARE. LA COLLEZIONE STORICA DEI PASTORI NAPOLETANI

La mostra sul Presepe popolare e, in particolare sulla collezione di pastori napoletani del '700 e '800 conservati nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, rientra nel panorama espositivo attraverso il quale si intende far conoscere, nella loro completezza, alcune collezioni note solo parzialmente al pubblico. Il presepe napoletano storico, di proprietà del Museo, risale al 1911 quando, per l'Esposizione Internazionale tenutasi a Roma nello stesso anno, vennero allestiti sotto la direzione di Lamberto Loria (1855-1913), all'interno della Mostra di Etnografia Italiana, due presepi napoletani. Il "presepe", termine che significa capanna o mangiatoia, con riferimento alla greppia dove, secondo la tradizione evangelica, nacque o fu deposto Gesù, diventa nel tempo la ricostruzione convenzionale, mediante statuette ed elementi scenografici per lo più mobili, dei luoghi in cui nacque Gesù. I presepi, in quanto composizioni plastiche formate oltre che dalla Sacra Famiglia da un numero variabile di personaggi, con fondali più o meno ricchi, nascono con funzione devozionale nelle chiese, ma finiscono per diventare oggetto di culto privato nelle case. Si diffondono col tempo vere e proprie scuole presepiali, con temi, stili, tecniche, figure suggerite dalla fantasia e dall'inventiva degli autori. Nell'ambito della mostra si possono visitare, nel rinnovato allestimento della Sala del Ciclo della Vita Umana, due presepi: uno ricostruito con le figure presepiali dell'Esposizione Universale del 1911 e l'altro con le figure napoletane del '700 e dell' '800 acquisite nel 1999. Le scenografie dei due presepi sono state realizzate dal paziente lavoro di Nicola Maciariello. Nel primo sono collocati oltre 200 tra pastori e finimenti della collezione storica del Museo. Nel secondo viene presentato l'importante donativo di Mario e Laura Verduzio, costituito da 178 pezzi relativi a un presepe napoletano del '700.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (19 dicembre 2001 - 30 settembre 2002)


2002 DAL MASSO ALLA FORMA VIVA. IL MARMO DI CARRARA ATTRAVERSO LE IMMAGINI DI ILARIO BESSI

La mostra fotografica, promossa dal Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari con il Club Unesco Carrara dei Marmi, ha privilegiato la fotografia storica quale oggetto etnografico in sé ed ha capovolto l'impiego della fotografia come documentazione dell'oggetto decontestualizzato utilizzando, invece, la lizza, lunga slitta di pali di legno – donata dalla Scuola del Marmo di Carrara e dal Comitato dei Lizzatori al Museo – come oggetto/simbolo, pretesto del discorso narrativo volto a valorizzare il lavoro dei cavatori e dei lizzatori quale strumento di costruzione dell'identità locale. Obiettivo della mostra è far conoscere e valorizzare il lavoro operaio condotto nelle cave del marmo delle Alpi Apuane, nel periodo compreso fra il 1920-1930 e il 1940-1955, attraverso le immagini fotografiche scattate dal fotografo Ilario Bessi (1903-1986).
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (8 febbraio - 19 aprile 2002)


2002 LA MACEDONIA ATTRAVERSO LE TRADIZIONI FESTIVE E QUOTIDIANE
Mostra fotografica dedicata alle feste ed ai rituali pubblici e privati della Macedonia. La Mostra è costituita da circa 75 immagini fotografiche, che risalgono per lo più agli anni '50, che mostrano usi e consuetudini ancora pienamente praticate in quegli anni ed in alcuni casi perduranti fino ad oggi. E' esposto anche un limitato numero di oggetti legati alle varie occasioni cerimoniali macedoni. L'iniziativa è promossa dal Museo di Macedonia – Shopje e il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari. Le immagini raffigurano momenti e fasi di alcuni importanti usi cerimoniali macedoni, per lo più legati al ciclo calendariale o ai riti di passaggio nel ciclo della vita umana. Il pubblico può assistere alla proiezione di alcuni filmati sul tema cerimoniale realizzati negli anni '50 dal Museo di Macedonia. L'iniziativa si inserisce in una serie di mostre fotografiche che il Museo ha allestito negli ultimi anni, riguardanti diversi aspetti o eventi di interesse etnografico presentati al pubblico attraverso il mezzo fotografico, anziché attraverso gli oggetti della cultura materiale o dell'arte folklorica.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (24 maggio - 22 settembre 2002)


2002 LE IMMAGINI DELLA FANTASIA. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ILLUSTRAZIONE PER L'INFANZIA

Il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ospita per la seconda volta a Roma, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia, "LE IMMAGINI DELLA FANTASIA" della Fondazione del Comune di Sàrmede, provincia di Treviso. La mostra curata dal gruppo "RomaInsieme" – Centro Turistico Giovanile, in collaborazione con il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari e con l'Assessorato alle Politiche di promozione dell'Infanzia e della Famiglia del Comune di Roma. L'esposizione dà visibilità ai linguaggi dell'illustrazione infantile: tutti gli autori si ispirano al repertorio universale dei racconti e dei miti. Per questa XIX edizione, ospitata come quella dello scorso anno presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, sono presenti 40 artisti provenienti da ventidue paesi. Messico, Brasile, Giappone, USA, Africa de Sud, sono alcuni dei paesi rappresentati in questo ventaglio eccezionale di immagini che testimoniano l'impegno costante degli organizzatori volto a presentare sempre nuove culture ed espressioni artistiche originali. La mostra e il catalogo si propongono dunque, come strumenti di conoscenza e di valorizzazione di ciò che viene prodotto di anno in anno in questo campo a livello mondiale. L'edizione del 2002 è dedicata a Pinocchio, il burattino più discolo di tutti i discoli, al quale è stata riservata un'intera sezione della Mostra.


2002-2003 IL VOLO DELLO SCIAMANO. SIMBOLI ED ARTE DELLE CULTURE SIBERIANE

L'Esposizione affronta il tema dello sciamanesimo siberiano. Caffettani, idoli, divinità magico-religiose, tamburi, raffigurazioni degli spiriti adiutori degli sciamani sono oggetti testimoni di un altro mondo che si intende esplorare e su cui riflettere. La mostra è il frutto dell'accordo culturale stipulato nel 1999 tra lo Stato Italiano e la Confederazione Russa. La gran parte dei materiali proviene dal Russian Museum of Ethnography di San Pietroburgo, una delle più grandi collezioni di opere – datate tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo – appartenenti ai popoli siberiani coinvolti nel complesso mondo sciamanico che lega la magia alla religione. Quale omaggio ai viaggiatori ed esploratori dell'Ottocento italiano sono in mostra gli oggetti raccolti da Stephen Sommier (1848-1922) nella Siberia Occidentale nel 1883 conservati al Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze. "Siberia", vuol dire terra meravigliosa, un paese delle meraviglie, con grandi catene montuose e colline dorate, caleidoscopio odierno di etnie, tradizioni, religioni. La Siberia è conosciuta anche come terra delle aquile, luogo di nascita ed elezione del primo sciamano. A partire dalla fine del Settecento, il termine stesso di sciamano saman, che proviene dalla lingua di un popolo alcaico, sta a designare il protagonista assoluto delle cerimonie religiose e dei riti di guarigione. La mostra è stata organizzata in tematiche fondamentali: l'ambiente, la figura dello sciamano con i suoi caffettani e accessori, usati durante le sedute di guarigione e nei viaggi o voli da lui compiuti attraverso l'axis-mundi e simboleggiati dall'albero fissato al centro dello spazio sacro riservato al rituale sciamanico. L'esposizione, volendo anche mettere in relazione tali fenomeni magico-religiosi con quelli presenti nella nostra cultura, è accompagnata dalla documentazione fotografica originale – datata tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento – che proviene dagli Archivi Fotografici Storici del Russian Museum of Ethnography e dal Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze. In occasione dell'esposizione sono presentati alcuni filmati, girati tra il 1994 e il 1996, sulle culture sciamaniche siberiane dell'Istituto Etnografico di Nuoro e quelli concessi da Rai Educational, per la regia di Giorgio de Finis, oltre ai documentari di Miháli Hoppál Shamanism. Past and Present (1994) e di Lajos Nádorfi e Miháli Hoppál The land of the Shaman (1996).
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (28 novembre 2002 - 26 maggio 2003)


2003 EMERGENZE UMANITARIE "LE CRISI DIMENTICATE"

L'esposizione è costituita da 40 immagini scattate da Javier Teniente tra il 1998 e il 1999 in Mauritania, in Honduras, durante il disastro naturale dell'uragano Mitch, in Kosovo e a Timor e da quattro pannelli fotografici, di autori diversi,che illustrano l'impegno di Medici del Mondo in Ecuador. La Mostra è in collaborazione con la Fundacion para el Arte y Cultura en el Ecuador, nata nel 1979 e con l'Associazione di Solidarietà Medici del Mondo Italia, Sezione centrosud. La Fondazione ha come obiettivi la conoscenza e la diffusione della cultura ecuadoriana e dell'America Latina. È stata impegnata in diversi eventi culturali a Roma ed attualmente ha in progetto la realizzazione di un Centro Pilota in Guayaquil per accogliere i bambini di strada, recuperandoli attraverso l'arte-terapia. L'Associazione di Solidarietà Internazionale Medici del Mondo è nata nel 1980 in Francia ed è composta da 12 delegazioni nazionali. Si caratterizza per la vocazione alla cura delle popolazioni vulnerabili nelle situazioni di crisi mondiale; alla promozione dell'impegno volontario di medici, di operatori professionisti nel settore della salute, di cittadini e di altri professionisti interessati al sostegno umanitario nei territori di crisi; all'assicurazione dell'impiego di tutte le competenze necessarie all'assolvimento dei suoi obiettivi; alla predilezione del rapporto di cooperazione con le comunità locali. In totale indipendenza della loro pratica medica, Medici del Mondo rivela i rischi di crisi e le minacce alla salute e alla dignità per contribuire alla loro prevenzione; ricerca la cooperazione di altri partner per azioni di solidarietà anche fuori dall'area strettamente legata alla salute; denuncia con un'azione di testimonianza le violazioni dei diritti umani, ed in particolare, gli ostacoli all'accesso alla salute; sviluppa nuovi approcci e nuove pratiche di salute pubblica nel mondo, fondati sul rispetto della dignità umana; s'impegna nelle operazioni di trasparenza con i propri sostenitori; milita affinché venga istituita l'etica della medicina umanitaria. Le 40 immagini fotografiche sono di Javier Teniente, fotografo di Vigo, Galizia, impegnato da anni nella documentazione delle condizioni delle popolazioni emarginate e colpite da eventi bellici. La sua opera rappresenta la tragica quotidianità di un'umanità esclusa, vittima dei disastri naturali, di epidemie, della fame, di ingiustizie sociali, di conflitti armati, della violenza politica e del razzismo. L'Esposizione al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari è accompagnata da cinque documenti video girati da operatori di Medici del Mondo in Cecenia, Afganistan, Repubblica democratica del Congo ed Ecuador.


2003-2004 ANNABELLA ROSSI E LA FOTOGRAFIA. VENT'ANNI DI RICERCA VISIVA NEL SALENTO E IN CAMPANIA

Mostra in collaborazione con l'Università di Salerno, Cattedra di Antropologia Culturale. L'esposizione è costituita da 87 immagini scattate da Annabella Rossi tra il 1959 e il 1976 in occasione delle sue ricerche di campo a Ruffano (Lecce), nel Salento, a Nardò (Lecce), a Montesanto (Lecce), a Galatina (Lecce) e a Templata, frazione di Albanella nel salernitano. Annabella Rossi (1933-1984) iniziò a lavorare al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari negli anni Sessanta del Novecento occupandosi, in particolare, delle ricerca e catalogazione delle forme di religiosità popolare. Nell'estate del 1959 partecipa alla ricerca di campo nel Salento, promossa dall'etnologo Ernesto de Martino sul tema del tarantismo, istituto magico-religioso di possessione radicatosi nel Salento da epoca pre-romana. Questa circostanza ha costituito per Annabella Rossi un momento formativo fondamentale per la sua attività di antropologa. Reclutata nella ricerca come intervistatrice, presto iniziò a fotografare il Salento, confermandosi tra i primi antropologi italiani, in particolare, donna, ad usare la macchina fotografica come ausilio nel lavoro di campo. Fotografa la parte più segreta di questa terra, la piega profonda che spesso si trova nel fondo dell'anima di un individuo, così come di una comunità.
Salerno, Lecce, Roma, Napoli (maggio 2003 - aprile 2004)


2003-2004 LA CERAMICA DI GROTTAGLIE OVVERO L'IMPORTANZA DELLA TRADIZIONE

La mostra presenta al pubblico circa 130 manufatti dall'Ottocento ad oggi e analizza il mondo della produzione ceramica di Grottaglie - centro di tradizione secolare nel campo dell'arte di plasmare la creta - nel contesto della produzione artigianale tradizionale e artistica pugliese. Tale produzione, in ambito nazionale, può vantare una continuità produttiva unica e costituisce un'irripetibile singolarità: a partire dal XVI secolo la produzione ceramica viene effettuata nelle abitazioni in grotta di una delle tante Lame (Lama di S. Giorgio), adibite pian piano esclusivamente a laboratorio, che hanno dato vita nel corso del tempo a quell'unicum urbanistico costituito dall'attuale, caratteristico, "Quartiere delle ceramiche". Un patrimonio interessantissimo che questa esposizione intende promuovere a sostegno di questo particolare settore produttivo proprio degli artigiani, che nel rispetto dei valori della tradizione locale hanno dato nuovo impulso e vigore alla creatività, contribuendo notevolmente al riconoscimento della città di Grottaglie, quale centro di antica produzione ceramica, degna di essere inserita a pieno titolo nel novero dei 25 centri nazionali, tutelati dal marchio DOC per la "ceramica artistica e tradizionale". Accanto ai manufatti di creta sono esposti anche esempi di artigianato tessile (cinque tra costumi femminili e maschili) e quelli di produzione orafa (ventidue tra gioielli e ornamenti). Il percorso espositivo presenta un andamento a cerchi concentrici dall'interno verso l'esterno, offrendo una lettura degli oggetti, analizzati nel loro valore simbolico e in quello pratico-funzionale. Oggetti antichi e moderni sono posti a confronto per segnalare le differenti tecniche costruttive, i materiali, le diversificate funzioni, ma soprattutto per identificare la varietà delle scuole e dei maestri artigiani attivi nella contemporaneità. Sono presenti nella esposizione le opere delle seguenti botteghe: Bottega "Ceramiche Domenico Caretta" di Caretta Pietro; Bottega "Ceramiche d'Arte" Carriero Carmelo; Bottega "La Ceramica Vincenzo Del Monaco" di Giuseppe Del Monaco; Bottega Francesco Fasano; Bottega Nicola Fasano; Bottega Oronzo Mastro; Bottega Domenico Pinto; Bottega Vestita, e la "Manifattura Ceramica Grottagliese". A corredo della mostra, nella Sala Fotografica viene proposta una panoramica di immagini, realizzate dal fotografo grottagliese Giovanni De Vincentis, che documentano la produzione ceramica sin dagli anni '50. Questo patrimonio di straordinario interesse andrà ad arricchire l'archivio fotografico del Museo.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (26 novembre 2003 - 30 giugno 2004)


2005 INCANTATI DALLA BELLEZZA DELLA TRADIZIONE

La mostra "Incantati dalla bellezza della Tradizione" rappresenta il secondo appuntamento con le più significative espressioni dell'arte e della cultura slovacche. Organizzata secondo nuclei tematici legati al gioiello d'argento, all'abito e ai suoi accessori, l'esposizione presenta complessivamente circa 100 manufatti antichi e contemporanei di raro pregio esecutivo. Nel contesto della mostra, inoltre, uno spazio rilevante alle fotografie di Karol Plicka (Vienna 14.10.1894 - Praga 6.5.1987), autore straordinario non soltanto per la sua profusione, ma soprattutto per la molteplicità dei suoi generi. Plicka nel corso della sua vita ha prodotto, oltre ad un numero considerevole di fotografie, circa cento pubblicazioni letterarie, sessantamila registrazioni originali di canti popolari, decine di migliaia di negativi e diapositive, nonché innumerevoli metri di pellicola cinematografica.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (10 febbraio - 3 aprile 2005)


2005 COSTUMI. GLI ABITI SARDI DELL'ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI ROMA DEL 1911

Mostra realizzata in collaborazione con l'Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro. L'abito costituisce, tra le testimonianze etnografiche, il documento più idoneo ad interpretare e conoscere la nostra storia e la nostra cultura perché è strettamente connesso al contesto sociale e culturale in cui nasce, da questa consapevolezza la scelta della realizzazione di questa esposizione, che presenta gli abiti tradizionali e gli ornamenti esposti in occasione della Mostra di Etnografia del 1911 nell'ambito dell'Esposizione Internazionale, organizzata dall'etnologo Lamberto Loria (1855-1913) nel contesto dei festeggiamenti tenutasi a Roma per il primo cinquantenario dell'Unità d'Italia. I settanta abiti esposti assieme ad oltre cento oggetti di oreficeria, che testimoniano le tipologie vestimentarie nel periodo compreso tra Ottocento e Novecento, colpiscono per la notevole ricchezza delle varianti legate alla festa, alla quotidianità e al lutto e date dalla combinazione creativa di tessuti, tecniche, colori e ornamenti. Gli ori, strettamente connessi alla foggia degli abiti, sorprendono per la notevole ricchezza dei buttones usati per camicie, giubbetti e panciotti, e delle catene e fibbie indispensabili per allacciare alcune parti del costume, come il grembiule e il corpetto, oppure fermare il copricapo. Alla base della Mostra c'è un'idea particolarmente suggestiva: presentare, oggi, gli abiti tradizionali che la Sardegna aveva inviato a Roma per l'Esposizione del 1911. Un'idea di crocevia di tante storie, dell'Italia e delle Regioni, della nascita del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari e dei tanti Musei della Vita e delle Tradizioni Popolari, che godono oggi del rinnovato interesse per i beni etnoantropologici. Le grandi Esposizioni, nazionali ed internazionali, della seconda metà del XIX secolo e dei primi decenni del XX hanno riservato al costume una particolare attenzione. Nel generale contesto di raccolta etnografica, focalizzata sul "tradizionale" e sull'"autentico", i costumi "antichi" delle diverse località regionali dovevano essere raccolti in via preferenziale, proprio per le caratteristiche identitarie.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (18 maggio - 18 settembre 2005)


2005-2006 SIVIGLIA AGO E ORO. SPLENDORI E ARTE DEL RICAMO

Mostra realizzata in collaborazione con la Società d'Arte di Siviglia, sotto l'alto patronato della Commissione Pontificia per i Beni Culturali e con il patrocinio della Junta de Andalucia. L'esposizione di circa 100 manufatti ricamati in oro e in argento consente di individuare i temi fondamentali della mostra, articolata per sezioni che illustrano la storia e l'evoluzione professionale dei ricamatori sivigliani; i supporti, le tecniche e i materiali utilizzati; la trasformazione dei decori ricamati sui tessuti; la produzione in relazione alle corporazioni, ai laboratori e ai disegnatori; la tipologia e il simbolismo delle opere ricamate. La mostra si svolge su una superficie di circa 1530 mq. secondo un itinerario didattico e interattivo suddiviso in aree tematiche specifiche: arte ed artigiani, bajo palio, il fulcro dello sguardo, la processione biblica, la immagine adorna, la ricostruzione di una strada di Siviglia e la messa in scena. Il visitatore, grazie alla suggestiva scenografia e alle proiezioni audiovisive ha la possibilità di essere partecipe di tutto il processo: conoscerà l'origine del ricamo ed il suo sviluppo (la storia); come si elabora (materiali e tecniche); il significato iconografico e simbolico sia dei singoli particolari sia degli elementi che si fondono nel ricamo; come si compongono i vari elementi per formare le sfilate delle confraternite ed ovviamente il contesto della processione, il ruolo delle confraternite, il sentimento religioso, i vari passaggi, i rituali. Il percorso infrange la concezione tradizionale della cultura storica delle esposizioni, orientandola in un processo di ricostruzione fatto di esperienza, ricerca e tecnica, che si arricchisce di argomenti e metodi attraverso il ricorso a discipline diverse, aperte ai fenomeni sociali, storici e antropologici, in grado di attivare uno stretto legame con la tradizione.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (11 ottobre 2005 - 15 gennaio 2006)


2007 VOLTI DEL GIAPPONE

La mostra fotografica ha presentato al pubblico circa 100 immagini di volti e aspetti della società giapponese, nelle quali viene evidenziato l'apparente contrasto tra tradizione e modernità. La mostra è stata realizzata con il patrocinio della Fondazione Italia-Giappone e con la partecipazione della Facoltà di Antropologia dell'Università "La Sapienza" di Roma, dell'Istituto di Cultura Giapponese, dell'Ambasciata del Giappone in Italia e della Facoltà di Arti Orientali dell'Università "La Sapienza di Roma".
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (12 aprile - 3 maggio 2007)


2009 ABITI. RACCONTI DELLA TRADIZIONE VALDOSTANA CON LE IMMAGINI DI ANTONIO NOVENA (1931-2003)

In accordo con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e l'Assessorato dell'Istruzione e Cultura della Valle D'Aosta è stata inaugurata il 25 maggio 2009 nella sede del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari la mostra "Abiti. Racconti della tradizione valdostana con le immagini di Antonio Novena (1931-2003)". L'abbigliarsi è uno dei temi centrali della ricerca etnografica condotta dal Museo - oggi parte del nuovo Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia - che nell'ultimo decennio ha dedicato a questo tema un'attenzione particolare attraverso esposizioni ad esso dedicate. È stato infatti il lavoro capillare compiuto sul patrimonio, via via sedimentato e sistematicamente ordinato, che ha permesso di presentare in mostra e in catalogo una significativa campionatura della raccolta di abiti e ori della Valle D'Aosta (383 pezzi) che fanno parte dell'eccezionale collezione conservata nella sede dell'EUR, composta da oltre 1000 abiti tradizionali della fine dell'Ottocento e dei primi del Novecento. Collezione formatasi per iniziativa dell'etnologo Lamberto Loria (1855-1913) in occasione della Mostra dell'Etnografia Italiana tenutasi nell'ambito dell'Esposizione Internazionale del 1911 per il cinquantenario dell'Unità d'Italia.
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (26 maggio - 25 ottobre 2009)

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Oreficeria popolare

Svincolati da un contesto storico definito, ma cronologicamente e culturalmente assegnabili ad un orizzonte che, partendo dalla fine del Settecento, arriva fino agli inizi di questo secolo, di forte impatto estetico alcuni, meno elaborati e poveri altri, gli oggetti di oreficeria sono tutti "segnalatori" culturali: segni distintivi di status sociale, di condizione economica, di appartenenza religiosa, ideologica e di comportamenti condivisi all'interno e fuori dell'ambito familiare.

I gioielli vengono utilizzati per l'ornamentazione sia del corpo che di alcuni capi di abbigliamento. Riferibili all'ornamentazione della persona sono ad esempio gli anelli, le collane, gli orecchini, i bracciali, gli spilloni da testa, singoli o composti in veri e propri set per acconciatura, le fasce per capelli, i fermatrecce, le coroncine da testa semplici o con pendenti. Ornamenti del vestire sono, invece, quegli oggetti che si cuciono, si agganciano, si legano, si appuntano o semplicemente si appoggiano su camicie, abiti, corpetti o gilet, su grembiuli, veli e fazzoletti da testa, da spalle e da collo (cravatte), su fettucce di stoffa. Fra questi citiamo le croci, le catene con o senza placche incise o con crocefisso, le catene da orologio, le spille e gli spilloni, i gemelli, i bottoni, le cinture e le fibbie per cintura, i portaferri, i portafili e le fasce battesimali.

Vi è, inoltre, tutta una serie di oggetti ai quali intenzionalmente è stato dato un valore simbolico in relazione alle forme, ai colori, alle materie utilizzate e ai soggetti raffigurati: amuleti, gioielli religiosi e gioieli sentimentali. Gli amuleti della collezione sono seicento, la credenza popolare attribuisce loro funzioni difensive e protettive, magico-terapeutiche e di portafortuna: rami di cimaruta o di corallo rosso contro il malocchio, serpenti garanti di longevità e benessere, sirene, di cavallucci marini o altri animali fantastici difendono dall'invidia, dalla cattiveria, dalle fatture e così via.

La gioielleria con finalità religioso-votiva è ben rappresentata dalle numerose croci e dai crocefissi, dai medaglioni battesimali e dagli ex voto che raffigurano figure umane, organi, arti o sezioni anatomiche in sottile lamina d'argento o in metallo, persistenze di una tradizione più che secolare, offerti in cambio di un intervento miracoloso di tutela della salute o della stessa vita.

Carichi di valenze simboliche sono anche i cosiddetti gioielli sentimentali, dall'inglese sentimental jewellery, di cui possediamo diversi esemplari tra gli anelli da fidanzamento e le fedi matrimoniali, i ciondoli o i medaglioni portaritratti, gli orecchini con iscrizioni o simboli amorosi, i pendenti a forma di cuore. Ad essi sono associabili altri tipi di ornamenti, definiti da lutto, (mourning jewellery e Trauerschmuck) fatti in memoria di una persona cara.

Nel vasto repertorio stilistico e tipologico dei gioielli popolari alcune categorie risultano essere dominanti dal punto di vista della qualità e della quantità, come gli orecchini, un migliaio circa attestati in numerose tipologie, a cerchio semplice, piatto o tubolare, lunato e semilunato, con o senza pendenti, a navicella semplice, con pendenti o decorata, a mandorla, a goccia, con perline scaramazze, fra i quali alcuni rari esemplari maschili..

Numerosissimi anche le collane e gli anelli: per le collane tra i tipi più diffusi si annoverano quelli a vaghi lisci con o senza pendenti, a uno o più fili in lamina d'oro traforata, a lamina aurea piatta con pendenti, in tessuto aureo con pendenti, a fili multipli con elementi a maglie piatte e medaglioni, di corallo a uno o più fili; fra gli anelli si citano in particolare quelli con simboli amorosi in oro e argento, a stampaggio, con smalti, a stampo con motivi fitomorfi e pietre in pasta vitrea, "a fascia", "a canna vuota", "a giardinetto".

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Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
Amministrazione
trasparente

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