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#VISIONIDAITERRITORI. Frosolone: un piccolo polo museale che racconta le tradizioni del passato. Alla scoperta dei tre luoghi della cultura di appartenenza non statale: il Museo dei Ferri Taglienti, la Casetta del Pastore e il Museo del Costume

#VISIONIDAITERRITORI. Frosolone: un piccolo polo museale che racconta le tradizioni del passato. Alla scoperta dei tre luoghi della cultura di appartenenza non statale: il Museo dei Ferri Taglienti, la Casetta del Pastore e il Museo del Costume

di Lia Montereale - Segretariato Regionale del Molise

I luoghi della cultura locali di appartenenza non statale svolgono un ruolo fondamentale nella valorizzazione e promozione del territorio.

Sono i custodi della storia, della tradizione e dell'identità del Molise di cui ne tramandano le arti, le tradizioni, le credenze, le tecniche artigianali e in generale l'immenso patrimonio culturale immateriale ancora molto diffuso.
 
Lo studio, il recupero e la valorizzazione delle tecniche artigianali tradizionali, dei saperi locali e dei mestieri antichi legati ad un determinato territorio risultano fondamentali per lo sviluppo sociale e culturale della comunità che ci vive, affinché si possa formare una memoria storica ed una eredità culturale da trasmettere alle generazioni future.
 
In una società all’insegna della velocità e dello sviluppo tecnologico, i beni immateriali svolgono un ruolo fondamentale nel territorio di appartenenza. Portano alla luce il rapporto tra locale e globale, tra tradizione e modernità, tra produzione artigianale e creatività individuale da un lato e produzione massificata, industriale e seriale dall'altro, ponendo le basi per lo sviluppo economico e per il rilancio del turismo nel territorio.

I progetti su cui il Segretariato Regionale per il Molise ha lavorato a partire dal 2018 (tra cui i progetti digitali “Mappe tematiche” e il fumetto digitale “C’era una volta… Molise”, lo spot Mibact/Rai “Terra di Meraviglie”, la campagna di comunicazione “Quanto conosci il Molise”, la collana editoriale “Prospettive. Il patrimonio culturale del Molise” per la quale tre volumi sono stati dedicati ai piccoli musei etnografici del territorio) sono stati tutti concepiti per facilitare la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale materiale e immateriale e delle loro reciproche interazioni.

A Frosolone, in provincia di Isernia, sono presenti tre musei che conservano ed espongono un ricchissimo patrimonio culturale legato ai riti, alle usanze e alle tradizioni della loro comunità. Il Museo dei Ferri Taglienti è legato all’antica tecnica artigianale della forgiatura, tecnica con cui gli abili maestri artigiani, fin dai tempi più remoti, costruivano oggetti e strumenti da lavoro. Conserva una vastissima collezione di oggetti, soprattutto forbici e coltelli (foto 1 e 2), anche provenienti dalle Marche e dal Lazio. Il Museo dei Ferri Taglienti di Frosolone si presenta quindi come testimonianza materiale di un artigianato tipico che da secoli si tramanda attraverso le generazioni, al quale si accompagnano la Mostra Mercato Nazionale, che espone forbici e coltelli della produzione artigianale proprio nei locali occupati un tempo dalle botteghe artigiane, e la "Festa della Forgiatura" grazie alla quale è possibile rivivere nelle piazze l'antica lavorazione.

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Foto 1

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Foto 2

La Casetta del pastore (foto 3) è un piccolo scrigno che a sua volta custodisce le arti e le tradizioni del passato. La sala espositiva riproduce in maniera autentica e genuina la cucina di un pastore, comprensiva degli utensili e degli attrezzi che un pastore era solito utilizzare per svolgere la propria attività.

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Foto 3

Il Museo del costume espone invece il corredo di matrimonio appartenente ad una giovane fanciulla (foto 4) proveniente da una famiglia di allevatori. Nell’arco della propria vita, una donna arrivava a possedere al massimo due costumi, quello da ragazza e quello con il quale si sposava. L’abito da sposa, tolti gli ori e gli spilloni, era quello con cui veniva seppellita il giorno del suo funerale. Elemento tipico del costume di Frosolone è lo spillone (foto 5), in filigrana d’argento, infilato sulla mappa. Lo spillone svolgeva una funzione prevalentemente decorativa, ma poteva essere utilizzato anche come strumento di difesa per la donna che, per qualsiasi motivo, si fosse trovata costretta ad uscire da sola. Non mancano poi i riferimenti alle credenze popolari e alle superstizioni: il giorno delle nozze infatti, per proteggersi dal malocchio, la sposa indossava le calze al rovescio. Lo sposo, a sua volta, portava nel taschino della giacca un paio di forbicine, che la mattina stessa aveva ricevuto dalla propria madre, e con cui, simbolicamente, avrebbe dovuto tagliare ogni legame con amori del passato ma anche semplicemente con le abitudini che aveva da scapolo, compreso il gioco e le uscite serali con gli amici. Pietre ed amuleti contro i malefici venivano indossati dalle donne anche e soprattutto durante la gravidanza e il parto. All’interno del Museo, inoltre, sono presenti altri elementi tipici del corredo, tra cui il lenzuolo che sarebbe stato ricamato dalla futura sposa in persona. Quello esposto nel museo presenta alcune teste di cane (foto 6). Il cane è il simbolo della fedeltà e della sottomissione al padrone (in questo caso al marito). Sono poi presenti centrini, tessuti ricamati e perfino il corredino per l’eventuale nascituro.

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Foto 4

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Foto 5

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foto 6

I tre musei di Frosolone costituiscono un vero e proprio polo museale locale del patrimonio immateriale. Un bacino che custodisce e racconta, attraverso le sue collezioni, le usanze e le tradizioni di una civiltà prevalentemente dedita alla pastorizia e al lavoro nei campi, attività che si riflettono anche nei costumi indossati e negli ornamenti, così come nella simbologia e nel significato attribuito a certi riti e a determinati comportamenti.

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