Menu
Ti trovi qui:Area Stampa»Articoli filtrati per data: Settembre 2020

Articoli filtrati per data: Settembre 2020

PARMA NEL GEOPORTALE DELLA CULTURA ALIMENTARE PRESENTAZIONE DEL PROGETTO E CALL FOR PARTNERSHIP

Palazzo del Governatore - Auditorium “Carlo Mattioli”

Piazza Garibaldi, Parma
3 ottobre 2020
ore 11.00
INGRESSO LIBERO

Presentazione del Geoportale della Cultura Alimentare: il progetto, le collaborazioni e le prospettive evolutive - Coordinamento a cura di Chiara Burgio - già Responsabile Area Patrimonio Demoetnoantropologico Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, interventi di:
- Michele Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Parma
- Corrado Azzollini, Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza
- Leandro Ventura, Direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale
- Cristiano Casa, Vicepresidente dei Musei del Cibo – Assessore al Turismo del Comune di Parma
- Massimo Spigaroli, Presidente del Consorzio del Culatello di Zibello
- Elena Federica Marini, BIA – Beni Immateriali e Archivistici

con proiezione delle nuove Micronarrazioni - Musei del Cibo di Parma e Consorzio del Culatello di Zibello.

Libero dibattito, conclusioni e call for partnership rivolta al territorio.
La manifestazione, promossa dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, di concerto con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, presenta i primi risultati dell’attività di valorizzazione della cultura enogastronomica parmense attraverso l’utilizzo del Geoportale della Cultura Alimentare (www.culturalimentare.beniculturali.it ), un progetto del Ministero per i Beni le Attività Culturali e per il Turismo, gestito e coordinato dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, che per la prima volta riunisce, e rende fruibili alla libera consultazione, database e contenuti eterogenei già esistenti di provenienza pubblica e privata (Ministero, Regioni Italiane, Consorzi, Ecomusei, Istituzioni, etc.), configurandosi come racconto corale del Patrimonio Immateriale Enogastronomico della Cultura Italiana.
I Video di Micronarrazione sono strumenti audiovisuali flessibili e sintetici, della durata di 3-4 minuti, sviluppati da ICPI per raccogliere e trasmettere uno specifico elemento del patrimonio culturale alimentare nel suo contesto storico e contemporaneo, attraverso il racconto di un testimone qualificato: lo “storytelling” dei beni culturali.
Parma e il parmense sono testimoni imprescindibili del complessivo racconto della cultura enogastronomica italiana. Per questo, oltre alle generalità del progetto del Geoportale, verranno nell’occasione presentati anche i nuovi Video di Micronarrazione istituzionali, fruibili dal Geoportale, nati dalla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza e i Musei del Cibo di Parma (Parmigiano Reggiano, Pasta, Pomodoro, Vino, Salame di Felino, Prosciutto di Parma, Culatello di Zibello), fra i primi a rispondere alla proposta di ICPI ; in questa occasione verrà presentato anche il video di micronarrazione che vede protagonista lo chef Massimo Spigaroli, Presidente del Consorzio del Culatello di Zibello, “modello” dei video dedicati alle realtà culturali e produttive del territorio che si vorrebbero ulteriormente realizzare.
I video sono stati realizzati da BIA – Beni Immateriali e Archivistici, società di consulenza che si occupa di progetti nel settore creativo e culturale e che cura lo sviluppo evolutivo del Geoportale della Cultura Alimentare, con la consulenza scientifica di Giancarlo Gonizzi, che ha rivestito il ruolo di narratore dei diversi filmati.
“Se la partecipazione non è soltanto “fare parte di”, ma è soprattutto contribuire attivamente alla realizzazione di qualcosa –sottolinea Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – l’intento del progetto è quello di promuovere la messa in rete del Geoportale del Patrimonio Culturale Alimentare delle Regioni, delle Istituzioni locali e delle singole Comunità, facendole partecipare al grande racconto collettivo dell’Italia. Il Geoportale nasce come spazio aperto e con questo orientamento: l’evento di oggi, dunque, è l’occasione non soltanto di presentare i primi risultati di questa importante sinergia con il Parmense, ma anche di chiamare a collaborare consorzi, realtà produttive e istituzionali del territorio, per estendere ed ampliare
ulteriormente questo racconto collettivo”.
“La Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza –aggiunge il Soprintendente Corrado Azzollini – è felice di collaborare con l’Istituto alla raccolta e valorizzazione del Patrimonio Immateriale Enogastronomico del nostro territorio, e di poterlo fare con questa importante vetrina a Parma, città creativa per la gastronomia UNESCO, con un evento ufficiale all’interno della programmazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020-2021”.
“La presenza sul Geoportale dei Musei del Cibo – ricorda Mario Marini, Presidente dei Musei del Cibo – rende merito al notevole patrimonio di saperi che la nostra terra ha accumulato per generazioni nel settore agroalimentare e valorizza un circuito unico a livello europeo che ha saputo negli anni contribuire in maniera significativa alla salvaguardia e alla diffusione di questo patrimonio”.
L’evento, coordinato da Chiara Burgio, già Responsabile Area Patrimonio Demoetnoantropologico
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, prevede interventi di Michele Guerra Assessore alla Cultura del Comune di Parma, Corrado Azzollini Soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, Leandro Ventura Direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, Cristiano Casa Vicepresidente dei Musei del Cibo e Assessore al Turismo del Comune di Parma, Giancarlo Gonizzi, Coordinatore dei Musei del Cibo, Massimo Spigaroli, Presidente del Consorzio del Culatello di Zibello, Elena Federica Marini per BIA – Beni Immateriali e Archivistici.

Leggi tutto...

Al via la XVIII edizione di Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, gli eventi e le dirette sui social dell'ICPI da oggi al 20 settembre

Associazione Giochi Antichi e Comune di Verona

presentano

TOCATÌ

Festival Internazionale dei Giochi in Strada

(Tòca-a-tì: dalla voce dialettale veronese che vuol dire “tocca a te”)

XVIII Edizione

18.19.20 Settembre 2020

Verona e Borghi d’Italia

Dal 18 al 20 settembre 2020 si terrà la XVIII edizione di Tocatì, Festival Internazionale dei Giochi in Strada, organizzato da Associazione Giochi Antichi in collaborazione con il Comune di Verona. Un’edizione speciale dal titolo Le Italie dei Borghi in gioco.

Per adeguarsi alle regole e necessità del momento, Tocatì cambia radicalmente il format.

Giunto alla 18esima edizione, il festival si svolgerà non solo, e in maniera completamente diversa, nei luoghi simbolo della città di Verona, ma anche in giro per le piazze italiane. Un evento diffuso che coinvolgerà circa 20 giochi e sport tradizionali che si praticano in varie regioni d’Italia e che verranno proposti proprio là dove sono nati e dove continuano ad essere giocati dalle comunità ludiche.

Un team ha collaborato per rendere completamente accessibile la diretta streaming di Tocatì 2020, che si potrà seguire nei canali social ufficiali e nel sito www.tocati.it

Protagonisti di questa edizione del Tocatì saranno dunque non solo i giochi tradizionali, ma anche i borghi storici italiani dove questi sono di casa. Un’occasione importante in questo momento per incentivare la scoperta di luoghi poco noti del nostro paese, con un’idea di turismo lento e attento alle tradizioni.

Altra novità di quest’anno sarà il coinvolgimento di numerose realtà cittadine che, nei giorni del Festival, ospiteranno giochi, incontri e laboratori direttamente nella loro sede. Tra questi il Museo di Storia Naturale e il Museo di Castelvecchio, inseriti nel sistema dei Musei Civici di Verona, la Villa Romana di Valdonega, Palazzo Diamanti,la Chiesa di Santa Maria in Organo, Museo G.B. Cavalcaselle, Palazzo della Ragione e Bastione Santo Spirito – Ex Zoo, Arsenale, complesso architettonico Ex macello.

Tra questi luoghi alcuni dei più significativi della città che hanno contribuito all’iscrizione di Verona tra le città Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, titolo che quest’anno compie vent’anni.

Tra i giochi della tradizione italiana che si svolgeranno a Verona, Schida (da Guidizzolo, Mantova), Morra (da Sant’Anna d’Alfaedo, Verona), Palota (da San Vito al Mantico, Verona), Palo della Cuccagna (da Santa Maria di Zevio, Verona)e diversi giochi da tavoliere come Carrom, Dama Backgammon e Scacchi.

Verranno invece proposti nei borghi di appartenenza, molti dei quali riconosciuti come patrimoni mondiali Unesco, Bijé (Farigliano, Cuneo), Birillo Parato (Fossato Ionico, Reggio Calabria), Cacio al fuso (Pienza, Siena), Corsa con la Cannata (Arpino, Frosinone), Gioco delle Noci (Monterosso al Mare, Liguria), Lancio del Maiorchino (Novara di Sicilia, Messina), Pilote (Gemona del Friuli, Udine), Trampoli (Schieti di Urbino), Tsan (Brissogne, Aosta), S’Istrumpa (Ollollai, Nuoro), Sburla la Roda (Fossacaprara, Cremona) e Zugo de l’ovo (Sezano, Verona).

Numerosi i personaggi del mondo della cultura che contribuiranno al ricco calendario dedicato alle “Riflessioni”. Nella Biblioteca Civica di Verona e al Museo di Storia Naturale si terranno incontri e laboratori, in sicurezza, con il pedagogo Marco Dallari, che racconterà come il gioco e l’arte abbiano molto in comune, Luigino Bruni, che illustrerà il progetto di “Economia di Comunione” , come alternativa allo stile di vita dominante, l’iillustratrice Irene Penazzi, Pierdomenico Baccalario che presenterà “Giochi di gruppo (anche) a 1 metro di distanza” scritto con Federico Taddia.

In occasione del centenario dalla nascita di Gianni Rodari, nella promoteca della Biblioteca Civica verrà allestita “Un Rodari a Verona” una mostra omaggio al maestro in cui sarà possibile scoprire un Rodari poco noto, quello che ha raccontato la città di Verona in due bellissime storie, “Il tenore proibito” da Il libro degli errori (1964) e “Un amore a Verona”, da Il gioco dei quattro cantoni (1980).

Piazza delle Erbe farà da cornice all’installazione dedicata alle “Remiere”, con l’esposizione di tre tipi di barche per un confronto tra imbarcazioni tradizionali che adottano l’antica tecnica della voga alla veneta divenuta, negli anni, pratica ludico-sportiva: la “Bissa” del Garda, il “Naet” del Lago d’Iseo e la “Mascareta” della laguna veneziana.

Come ogni anno spazio a musica tradizionale con Suoni lungo l’Adige,sul palco in Lungadige San Giorgio si avvicenderanno diversi gruppi: nella serata di giovedì 17 i Salento Ensamble, venerdì 18 i Contrada Lorìe sabato 19 il cantastorie Otello Perazzoli.

Spazio anche a cinema e teatro con il Bridge Film Festival che, nel Cortile del Mercato Vecchio, che quest’anno omaggerà l’ospite d’onore proponendo cortometraggi d’animazione italiani e dai borghi d’Italia, in collaborazione con AIGU (Associazione Italiana Giovani per l’Unesco). Bam Bam Teatro con lo spettacolo “La Guerra dei Bottoni” e Favolavà, nel Cortile del Museo di Castelvecchio, proporranno invece spettacoli teatrali e spettacoli di burattini per grandi e piccini.

In Cortile Mercato Vecchio si potrà inoltre assistere a concerti di musica della tradizione sia nella serata di venerdì con il gruppo Ance di Mondrago che nella serata di sabato con il duo Zazà col concerto Tri Colombe e Na Viola.

Il Cortile del Mercato vecchio, come di consueto, cuore del Festival, farà da cornice al Forum Internazionale della cultura ludica, luogo d’incontro messo a disposizione dei visitatori per dialogare con esperti e appassionati di giochi e sport tradizionali e divulgare la cultura ludica, con incontri, interventi a cura di AGA e la diretta streaming dalle piazze d’Italia in gioco.

Lo spazio del Forum anche nell’edizione 2020 avrà il piacere di ospitare l’Istituto centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPIIstituto Centrale per il Patrimonio Immateriale), il Museo delle Civiltà (MuCiv), la Societá italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici (SIMBDEA) impegnati nella valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale italiano, nonché l’Association Européenne des Jeux et Sports Traditionnels (AEJeST), organizzazione non governativa accreditata presso l’UNESCO dal 2010, che intende valorizzare e difendere gli sport e i giochi tradizionali.

Rafforzata ulteriormente in questa diciottesima edizione la collaborazione di MIBACT e ICPIIstituto Centrale per il patrimonio Immateriale che sostiene la diciottesima edizione del festival.

Quest’anno è stata inviata ufficialmente la candidatura Multinazionale UNESCO ICH di Tocatì al Registro delle Buone Pratiche per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, con capofila l’Italia a fianco di Belgio, Cipro, Croazia e Francia.

Sabato 19 dalle ore 8.30 alle ore 13 presso la Loggia Fra Giocondo si terrà l’incontro internazionale “Tocatì, un programma condiviso per la salvaguardia dei Giochi e Sport Tradizionali” e che rifletterà sulla prima misura indicata nel programma: la trasmissione dei Giochi e Sport Tradizionali in contesti di educazione formale e informale.

Una sezione del Festival sarà dedicata completamente ai più piccoli con giochi e laboratori per poter esprimere la loro creatività. Tra i giochi proposti “Giocar è una cosa seria… fin da piccolissimi”, a cura e nella sede di Il Melograno, Centro Informazione Maternità e Nascita e il gioco dell’Antica Roma “Doudecim Scripta” a cura di Archeonaute Onlus che si svolgerà negli spazi della Villa Romana di Valdonega. Tanti i laboratori in programma tra cui “l’Albirinto: alla ricerca degli animali in via d’estinzione”, presso l’Arsenale, a cura del Centro di Riuso Creativo, un laboratorio sulla tecnica delle tarsie dedicato a Fra Giovannida Verona, in piazzetta Santa Maria in Organo a cura di Verona Minor Hierusalem e “Giochiamo in Giardino!” a cura dell’illustratrice Irene Penazzi con il sostegno di Fondazione San Zeno.

Per i piccolissimi invece, anche quest’anno, sarà allestito lo spazio Nursery all’interno della tenda di Unicef Verona, un servizio gratuito dove i genitori avranno a disposizione sedia e fasciatoio.

Il Festival Tocatì si svolgerà nel rispetto delle ordinanze e linee guida vigenti in materia di tutela della salute pubblica (vedi documento allegato: Festival Sicuro).

Ricordiamo a tutti:

– di evitare di creare assembramenti;

– di portare con sé la mascherina che potrebbe essere richiesta da parte dei nostri volontari per accedere a determinate aree;

– di prestare attenzione alla segnaletica presente nelle aree;

– che molti eventi sono a prenotazione;

– che gli eventi sono tutti a numero chiuso e pertanto soggetti ad esaurimento posti.

- che in caso di pioggia il festival si tiene regolarmente, in parte, in spazi al coperto.

- che il biglietto del festival è gratuito.

Informazioni sul Festival

- Nato nel 2003, il Festival ha avuto subito successo. Dal 2006 viene dedicato ogni anno ad un diverso Paese che viene rappresentato da giochi, musiche, danze caratteristiche e specialità gastronomiche (2006 Spagna, 2007 Croazia, 2008 Scozia, 2009 Grecia, 2010 Svizzera, 2011 vari Paesi del mondo in occasione del congresso mondiale degli esperti di gioco ITSGA - International Traditional Sports and Games Association, 2012 tutti i Paesi Ospiti in precedenza hanno inviato una rappresentanza per celebrare il decennale del Tocatì, 2013 Ungheria, 2014 Messico, 2015 Catalunya, 2016 Repubblica Popolare Cinese, 2017 vari paesi europei legati dal tema della lotta, 2018 La Francia del Sud, 2019 La Bretagna).

- Il Festival è da sempre attento a sostenibilità e ambiente ed utilizza solo energia proveniente da fonti rinnovabili. Dal 2015 ha ottenuto la certificazione internazionale ISO 20121 come evento sostenibile.

Per informazioni                                                       

Segreteria del Festival e Associazione Giochi Antichi

cell. 342 7842761

www.tocati.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.associazionegiochiantichi.it - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Area Comunicazione Tocatì e Associazione Giochi Antichi

cell. 344 0472139

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio Stampa del Festival

Spaini & Partner

www.spaini.it

T. 05035639 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Leggi tutto...

Visioni dai territori: PROGETTO CLIC - Riuso e rigenerazione dei paesaggi culturali terrazzati in abbandono attraverso modelli di economia circolare a cura della Città di Salerno, ICPI e SABAP di Salerno e Avellino

Il progetto europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020 CLIC “Circular models Leveraging Investments in Cultural heritage adaptive reuse” (www.clicproject.eu) ha come obiettivo lo sviluppo di nuovi modelli valutativi, gestionali, di governance, finanziamento e gestione per il riuso adattivo e la rigenerazione del patrimonio e paesaggio culturale, nella prospettiva dell’economia circolare e dell’applicazione del modello di città/territorio circolare (circular city).

CLIC implementa operativamente la Raccomandazione UNESCO sul Paesaggio Storico Urbano sviluppando strumenti innovativi di coinvolgimento delle comunità, strumenti di conoscenza e pianificazione, legislativi e finanziari per il riuso adattivo e la rigenerazione del patrimonio e paesaggio culturale in abbandono e sottoutilizzo, all’interno di città e territori in costante e dinamica evoluzione.

La ricerca scientifica e l’innovazione del progetto CLIC sono orientate, oltre al riuso adattivo del patrimonio culturale urbano in disuso, anche al recupero dei paesaggi culturali in abbandono. Tra questi, i paesaggi terrazzati hanno un ruolo fondamentale poiché sono rappresentativi delle sfide, così come delle opportunità, della rigenerazione e valorizzazione del paesaggio, parte integrante dell’identità personale e collettiva e specchio delle condizioni ambientali, e dunque elemento chiave per la salute e il benessere delle comunità.

Nell’ambito del progetto CLIC sono stati sviluppati studi su modelli “circolari” rigenerativi per il recupero dei paesaggi culturali terrazzati, ed è in corso la raccolta e catalogazione di “buone pratiche”, alcune delle quali già pubblicate sulla piattaforma dedicata del progetto (www.clicplatform.eu).

Nell’area di Salerno, città partner del progetto CLIC, la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio di Salerno e Avellino è coinvolta nel progetto CLIC con il contributo specifico del “Settore demoetnoantropologico e Immateriale” e dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – Mibact, con riferimento in particolare al recupero delle tecniche tradizionali di costruzione in pietra a secco, incluse nella lista del Patrimonio Mondiale Immateriale UNESCO.

Di seguito un approfondimento sul lavoro in corso che vede coinvolta l’area della Costiera Amalfitana, sito UNESCO dal 1997 in funzione dell’unicità del suo paesaggio culturale.

Il paesaggio terrazzato della Costiera Amalfitana tra bellezza e abbandono

I paesaggi terrazzati sono una particolare tipologia di paesaggio culturale, “risultato della storica interrelazione tra uomo e natura”, anche definiti come ‘paesaggi rurali storici’ per la loro vocazione produttiva. Paesaggi terrazzati sono presenti in ogni continente con una varietà di tecniche e materiali costruttivi: dall’appennino e arco alpino italiano, alla Francia, Spagna, al Perù, alla Cina, all’Africa… i sistemi

terrazzati hanno contribuito da sempre alla sopravvivenza delle popolazioni locali insediate sui versanti, permettendo la coltivazione di terreni altrimenti inaccessibili. Diversi di questi paesaggi sono già inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Tra questi, la Costiera Amalfitana è uno dei più suggestivi, con i suoi terrazzamenti incastonati sui versanti costieri, che creano scorci panoramici indimenticabili.

Il valore sociale “complesso” dei paesaggi terrazzati

La bellezza dei paesaggi terrazzati deriva dalla spettacolarità dell’opera secolare dell’uomo completamente integrata con quella della natura, marcando le linee ideali di livello dei versanti con i caratteristici muri in pietra a secco, attraverso pendenze che fanno spesso parlare di agricoltura ‘eroica’. Le comunità insediate in questi luoghi hanno valorizzato le risorse più semplici, ma essenziali per la vita in territori impervi: terra, pietra, acqua, sole. Attraverso un uso sapiente di materia ed energia della natura, generazioni di abitanti con capacità di artigiani e coltivatori hanno costruito e mantenuto in vita un complesso sistema territoriale e relazionale, che si regge non solo sulla produzione agricola – molto spesso ad uso esclusivamente personale e familiare – ma soprattutto su un ‘patto’ di mutuo supporto e collaborazione che vede coinvolta l’intera popolazione residente per la ‘cura’ di un’opera imponente e corale come il paesaggio. Si tratta di un sistema di cura e manutenzione continua del dettaglio: della porzione di muro franata, della pulizia del bosco, degli alvei di fiumi e torrenti, regimentazione e raccolta delle acque piovane attraverso canali e cisterne che diventano sistema ‘linfatico’ del territorio. Attenzione e osservazione quotidiana di ognuno, occhio vigile dell’abitante che individua un dissesto e lo ripara chiamando a raccolta i vicini, nell’interesse di tutti.

Questo sistema di relazioni e conoscenze espresso in maniera tangibile nei paesaggi terrazzati si trova oggi ad alto rischio di scomparsa irreversibile, a causa dell’abbandono progressivo delle attività agricole e di manutenzione del territorio tradizionali a favore di attività economiche “indifferenti” alla cura del paesaggio, della salute dell’uomo e degli ecosistemi, come il turismo di massa e l’agricoltura industriale. Anche per questa ragione, nel 2018 l’UNESCO ha incluso “l’arte della costruzione in pietra a secco” nella lista del Patrimonio Mondiale immateriale, promuovendo il recupero delle conoscenze artigiane capaci di usare sapientemente la pietra locale per costruire muri e manufatti con un orizzonte di vita almeno centenario.

Il muro in pietra a secco

La funzione primaria dei terrazzamenti è quella agricola, ma i sistemi terrazzati contribuiscono a stabilizzare i terreni in pendenza e quindi alla difesa dal dissesto idrogeologico. La costruzione in pietra a secco permette alle acque meteoriche di filtrare attraverso il terreno e la pietra, rallentando la velocità di scorrimento superficiale delle acque e mantenendo la giusta umidità nei terreni, migliorandone la fertilità. Al contrario delle strutture murarie in calcestruzzo armato, erroneamente utilizzate per ripristinare i muri dissestati, la costruzione in pietra a secco evita che l’acqua venga ‘bloccata’ dietro il muro causando forti pressioni sulle superfici murarie e quindi provocando frane e dissesti periodici. Inoltre, i muri in pietra a secco rappresentano un habitat ideale per specie animali e vegetali e contribuiscono alla biodiversità dei paesaggi in cui sono inseriti. Infine, i muri e le altre costruzioni in pietra a secco sono un patrimonio di energia, “incorporata” nei manufatti stessi come risultato di un processo di estrazione, trasporto, lavorazione e messa in opera di materiali che dal punto di vista ambientale assume un valore spesso sottostimato. Confrontato con un nuovo manufatto in calcestruzzo armato, il muro in pietra a secco presenta vantaggi ambientali durante l’intero ciclo di vita, permettendo di risparmiare energia ed evitare inutili emissioni di gas climalteranti, oltre ad essere estremamente più longevo se opportunamente manutenuto.

Le iniziative per la conservazione dei paesaggi terrazzati

Per il recupero dei paesaggi terrazzati e il riconoscimento del valore storico, culturale, economico, sociale, ambientale e identitario, si è costituita la International Terraced Landscape Alliance (ITLA) che vede in Italia uno dei comitati nazionali più attivi, recentemente costituito in Associazione di Promozione Sociale (www.paesaggiterrazzati.it). Dal 2010 si sono tenuti già quattro incontri mondiali che hanno visto coinvolti coltivatori, ricercatori, amministratori pubblici, studenti e attivisti riunitisi prima in Cina, poi in Perù (2014), in Italia (2016) e in Spagna (2019), e prossimamente si riuniranno in Buthan (2022) per riflettere sui cambiamenti in corso e sulle iniziative più interessanti per il recupero e la conservazione dei paesaggi terrazzati come valida “scelta per il futuro” e non solo a scopi ‘museali’ come testimonianza del passato. Infatti, in linea con la profonda revisione degli approcci alla conservazione del patrimonio culturale e paesaggistico avviata già con le riflessioni sulla ‘conservazione integrata’ e più tardi con la Convenzione Europea del Paesaggio (2000), la Raccomandazione UNESCO sul Paesaggio Storico Urbano (2011) e l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale (2018), il patrimonio del passato rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo sostenibile dei territori, continuamente rigenerabile e ‘adattabile’ a nuove funzioni e usi, pur mantenendo intatta l’integrità e l’autenticità dei luoghi e delle conoscenze tramandate.

Così nascono esperienze di rigenerazione di terrazzamenti in abbandono in Costiera Amalfitana attraverso il recupero contestuale delle antiche sementi del pomodoro “Re Fiascone”, con il supporto di una micro-comunità attivata attraverso il crowdfunding. Ancora, l’adozione di terreni terrazzati abbandonati con il progetto “Adotta un terrazzamento” nella Valbrenta, che ha visto coinvolte più di 500 persone in dieci anni e conta attualmente circa 40 proprietari che hanno deciso di mettere a disposizione i loro terreni per favorire attività di riuso, creando anche un percorso artistico nei sentieri che attraversano i terrazzamenti chiamato in maniera evocativa “Coltiva l’Arte”. Eppure, non è sempre facile recuperare aree ormai coperte di rovi e con muri in buona parte franati, soprattutto dove mancano le competenze. In Costiera Amalfitana, gli artigiani ancora in grado di ricostruire adeguatamente un muro in pietra a secco si contano sulle dita di una mano. Il sistema normativo e urbanistico non aiuta, essendo pensato principalmente per le aree urbane: se crolla un muro, l’intervento di ripristino è soggetto a processi di autorizzazione spesso lunghi e più costosi dello stesso lavoro di recupero. Anche per questa ragione, ITLA Italia promuove la costituzione di una Scuola di Costruzione in Pietra a Secco con certificazione degli artigiani e delle imprese, che possa costituire una rete di maestranze competenti a cui affidare il recupero, specialmente in casi di urgenza.

Durante il difficile periodo di isolamento causato dalla pandemia globale del Covid-19, e il conseguente crollo dell’economia del turismo - che nonostante le misure di emergenza faticherà a tornare ai livelli di redditività precedenti alla crisi, si apre una prospettiva del tutto nuova anche per il paesaggio terrazzato della Costiera Amalfitana. Costretti a ridurre tempi e spazi degli spostamenti quotidiani, molti stanno già tornando a prendersi cura di piccoli orti e appezzamenti di terreno. La prossimità alla natura e la vista della costa che ha fatto ‘innamorare’ scrittori e poeti rende meno rigido l’isolamento, condiviso con familiari e piccole comunità di vicinato. Nuovi usi creativi e produttivi, nuove modalità di produzione-consumo che ri-localizzano l’abitare pur mantenendo la ‘connessione’ con l’umanità stanno emergendo, con la potenzialità di diventare modelli permanenti e rigenerativi nel post-pandemia. Per più di un secolo abbiamo guardato ‘fuori’ grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia e dall’economia globale, ora sembra che sia il tempo di guardare ‘dentro’ i nostri territori per ritrovare senso, prossimità e comunità.

Testo di Antonia Gravagnuolo (ricercatrice, CNR IRISS) nell’ambito del progetto CLIC, progetto europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020, nell’area di Salerno, città partner del progetto, con il coinvolgimento del Settore demoetnoantropologico e immateriale della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio di Salerno e Avellino, responsabile dott.ssa Rosa Maria Vitola e dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale – Mibact, direttore dott. Leandro Ventura.

Leggi tutto...
Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
Amministrazione
trasparente

banner amm tra small

Servizio VI
Tutela del patrimonio
DEA e immateriale

logo ministero

Geoportale della
Cultura Alimentare
geoportale
Seguici su
facebook   twitter
Insta   youtube
logomucivexportsmall
amuseonazatp