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Bartolomeo Pinelli disegnatore e incisore, Roma, "Gioco della Morra all’Osteria del Cocchio all’Esquilino", acquaforte, 1831, Roma, ICPI, Gabinetto delle stampe Bartolomeo Pinelli disegnatore e incisore, Roma, "Gioco della Morra all’Osteria del Cocchio all’Esquilino", acquaforte, 1831, Roma, ICPI, Gabinetto delle stampe

Il Gabinetto delle stampe dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale: I giochi all’aperto

di Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini, Anna Sicurezza e Leandro Ventura


Nell’ambito dell’iniziativa #laculturanonsiferma, è stato trattato il tema dei giochi conservati presso il Gabinetto delle stampe dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Al termine di questo ciclo di incontri, in cui vi abbiamo raccontato il gioco dell’oca e le sue mille varianti, i giochi di fortuna e di strategia, il gioco delle carte e le sagome da ritagliare, usciamo di casa per fare un viaggio nel mondo dei giochi all’aperto.


Il nostro percorso virtuale parte dalle più antiche tavole conservate e fra queste vi mostriamo una xilografia settecentesca della stamperia modenese Soliani: l’Albero della cuccagna. Si tratta di un gioco che costituiva il centro della festa di primavera, conosciuto anche come “albero del Maggio”. La scalata a mani nude, con varie tecniche corporee, porta al successo del giocatore che, raggiungendo la cima, riesce a raccogliere gli oggetti legati, che spesso costituiscono proprio il premio della gara: una conquista di buon auspicio, segno di abbondanza simbolica di sicuro valore propiziatorio. Il gioco rituale è ancora oggi praticato in tante versioni differenti presso molte località italiane.


Risale al 1765 la raffinata acquaforte dell’incisore veneto Giovanni Volpato intitolata Il giocolare, che fa parte di una più ampia serie dedicata a Le arti per via. Un uomo porta con sé, con l’aiuto di un fanciullo, tutto ciò che gli serve per intrattenere il pubblico nei giochi di piazza: un tamburo, due spade, un cerchio, dei cagnolini in costume. Il tema lieto e gioioso del titolo contrasta con lo sguardo triste e affaticato del protagonista, che conduce quotidianamente una vita di stenti. Eredi contemporanei del giocolare sono gli artisti di strada che, abbigliati spesso con costumi variopinti e fantasiosi, con musica, danza, mimo e giochi di abilità riescono ancora oggi ad affascinare ed intrattenere grandi e piccini con le loro performance che, nelle grandi città, mettono in scena non solo nelle piazze, ma anche agli incroci stradali per il tempo di un semaforo rosso.


Dalla Venezia di Giovanni Volpato ci si sposta alla Firenze di fine Settecento, con le incisioni di Giuseppe Piattoli dedicate ai Giuochi, Trattenimenti e Feste Annue che si costumano in Toscana. La serie di stampe illustra una grande varietà di giochi all’aperto che vanno dai Birilli al Capo a nascondersi, dalla Trottola alla Pentolaccia. Nel margine inferiore di ogni tavola è riportato il nome del gioco col proverbio che ne deriva. Con la stessa impostazione della serie precedente, presso il Gabinetto delle stampe sono presenti anche delle incisioni a colori di Giuseppe Piattoli, tra le quali mostriamo Il Beccalaglio: la graziosità raffinata della tavola rimanda alla tipica eleganza vezzosa settecentesca, ma è pur sempre la cultura subalterna ad ispirare la scena, col ricordo del “giocare a mosca cieca”.

Rimandano invece a un clima nordico di provenienza altoatesina due stampe che riguardano i giochi sulla neve, dal pattinaggio su ghiaccio alla discesa di un pendio con gli slittini. In particolare una donna, seduta su un’apposita poltroncina in legno, viene condotta da un compagno di giochi sulla superficie ghiacciata.

Lasciamo l’Alto Adige e arriviamo a Roma con il gruppo di acqueforti ottocentesche di Bartolomeo Pinelli, che ci mostra uno spaccato degli svaghi più popolari: la lanterna magica, le bocce, la ruzzola, il salto della cavallina e la canofiena, ovvero la moderna altalena, che consisteva in un vero e proprio gioco amoroso tra le giovani donne in età da marito e i loro corteggiatori. Si appendeva la corda all’architrave di una porta o al ramo di un albero e da lì si sospendeva l’altalena, il cui movimento oscillatorio veniva accompagnato dai canti e dal suono del tamburello.
Molte incisioni sono anche dedicate al gioco della morra, una tradizione di gioco ancora viva in diverse regioni italiane, che Bartolomeo Pinelli rappresenta in più versioni e in ambienti da osteria. Ci si basa su poche, semplici regole: i giocatori abbassano in contemporanea la mano e indicano un numero con le dita, cercando di indovinare ad alta voce la somma ottenuta. Vince chi indovina.

Fig.-1 Canofiena

Bartolomeo Pinelli disegnatore e incisore, Roma, La Canofiena. Costume di Roma, acquaforte, 1822, Roma, ICPI, Gabinetto delle stampe

Di Achille Pinelli, figlio del più celebre Bartolomeo, è infine Il gioco del pallone alle Quattro Fontane, molto diverso dal calcio attuale. Si segna sempre in porta, ma la palla viene battuta con un bracciale di legno a punte. Il pallone col bracciale, giocato all’interno di speciali arene, dette sferisteri, realizzate soprattutto nel Settecento e nell'Ottocento in molte città dell'Italia centro-settentrionale, è stato uno dei giochi di squadra italiani più antichi. Ebbe il suo maggiore sviluppo in epoca rinascimentale e all’incirca fino al 1921 fu lo spettacolo atletico più popolare in Italia. Attualmente viene ancora giocato in Toscana e nelle Marche, dove gode di maggiore popolarità, in particolare nella cittadina di Treja che dedica al gioco una tradizionale rievocazione storica: “La disfida del Bracciale”.

L’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale termina con questa puntata una prima rassegna divulgativa dei giochi rappresentati attraverso le preziose tavole del Gabinetto delle stampe. In qualunque gioco vogliate cimentarvi, soprattutto a seguito del lockdown dovuto al Covid-19, vi auguriamo di trascorrere una buona estate, senza mai dimenticare l’importanza della dimensione ludica che è alla base delle nostre relazioni sociali.

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Bibliografia

FRANCESCO FOSCHINO, Canti all’altalena e solchi all’architrave, «Mathera», 5, II, 2018, pp. 136-143.

LAURA FARANDA, Anime assenti. Sul corpo femminile nel Mediterraneo antico, Armando Editore, Roma 2017, pp. 164-166.

GIOVANNI CARLO SCIOLLA, Bartolomeo Pinelli: un album di disegni inedito, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Biblioteca Reale di Torino 1987.

ERNESTO DE MARTINO, La terra del rimorso, Il Saggiatore, Milano 1961, pp. 210-212.

PAOLO TOSCHI, Stampe popolari italiane dal XV al XX secolo, BPM, Milano 1965, p. 208.

 

Sitografia

Per la xilografia della stamperia Soliani, L’albero della cuccagna:
https://www.gallerie-estensi.beniculturali.it/collezioni-digitali/id/48516 

Per l’incisione di Giovanni Volpato, Il giocolarehttps://www.britishmuseum.org/collection/object/P_1890-0415-250 

La duplice anima del gioco della Morra, 3 agosto 2017, in: https://tocati.it/morra/#:~:text=Le%20prime%20testimonianze%20del%20gioco%20della%20morra%20risalgono%20all'antico%20Egitto.&text=Giocando%20a%20Morra%2C%20i%20giocatori,Vince%20chi%20indovina. 

VALENTINA BALDI, 1765-1790. Appunti di storia del costume in Toscana durante il regno di Pietro Leopoldo attraverso le stampe di Giuseppe Piattoli, «OADI. Rivista dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia», 20, 2015, in http://www1.unipa.it/oadi/oadiriv/?page_id=2276

ROSSELLA LEONE, ad vocem Bartolomeo Pinelli, in Dizionario Biografico Treccani, vol 83, 2015 in: www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-pinelli_%28Dizionario-Biografico%29/ 

 

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Elaborato e video di Stefania Baldinotti, Cinzia Marchesini e Anna Sicurezza, con la preziosa collaborazione di Roberto Galasso, Marco Marcotulli e Leandro Ventura.

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Orario ICPI
Dal lunedi al venerdi
9.00-17.00
Metro Linea B (EUR Fermi) Bus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791
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