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Foto storica della processione dedicata alla Madonna del Rosario ora nel duomo di Gallese (VT). Foto storica della processione dedicata alla Madonna del Rosario ora nel duomo di Gallese (VT).

#LACULTURANONSIFERMA. #VISIONIDAITERRITORI. Tessere la Speranza: la serie di mostre e pubblicazioni dedicata alle Madonne vestite del Lazio

di Luisa Caporossi e Francesca Fabbri

Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale

Dal mese di dicembre 2016 all'estate 2019 la Soprintendenza ABAP per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale si è fatta promotrice di una serie di eventi espositivi, ideata dall'allora Soprintendente Alfonsina Russo e portata avanti con continuità dal nuovo dirigente arch. Margherita Eichberg, dedicata alle “Madonne vestite” del Lazio. L’intento che principalmente ha mosso la Soprintendenza nell’elaborazione di questo progetto è stato quello di promuovere presso il pubblico potenziale la conoscenza di un patrimonio capillarmente diffuso sul territorio del Lazio e di riuscire a rappresentarlo nelle sue molteplici declinazioni. Con il termine “statua da vestire” si intende un'effigie tridimensionale rivestita di abiti in materiali tessili, a volte riccamente ricamati, applicati sia su statue interamente scolpite o modellate sia su figure-manichino, e dunque incomplete se prive degli abiti. Queste ultime sono rifinite e dipinte, spesso anche finemente, solo nelle parti a vista in legno, gesso, cartapesta etc. e possono essere dotate di strutture molto diverse: le più comuni sono “a girello” o “a conocchia” (vale a dire stanti su listelli lignei formanti un tronco di cono su cui si innesta il busto con la testa e le braccia), oppure ad asse verticale o “a palo”, davanti al quale sono appoggiate le gambe.

Fig.1

Francesco Antonio Picano, Madonna del Rosario, Casalattico (FR), Chiesa di S. Barbato vescovo,  1705.

Il busto spesso è costituito di materiali vegetali, rivestiti di tela, mentre le estremità sono sovente snodabili e/o smontabili per facilitare la vestizione. Il rivestimento tessile dei simulacri religiosi, attestato già nell'antichità pagana ma diffuso soprattutto nel mondo cattolico europeo e latino-americano ed accompagnato spesso dall'ornamentazione con parrucche e gioielli, costituisce quindi la peculiarità di questi beni culturali nei quali, in maniera particolarmente evidente e pregnante, è possibile rintracciare una stratificazione di valori e significati.

Dal punto di vista etnoantropologico, la statua vestita costituisce un bene materiale di notevole interesse, dal quale possono dispiegarsi infiniti percorsi immateriali relativi ai culti, alla ritualità delle vestizioni, alla devozione nelle sue valenze religiose, storiche e sociali, all’immaginario collettivo delle popolazioni nutrito di narrazioni di miracoli e prodigi legati alle effigi da vestire.

Superando alcuni preconcetti legati ad un'estetica considerata a lungo “popolare” per lo spiccato realismo, la polimatericità e talvolta la serialità dei manufatti, lo studio delle statue e dei loro considerevoli corredi ha rilevato al contrario l'indubbio interesse storico-artistico di alcuni esemplari, si veda ad esempio la Madonna del Rosario di Casalattico (FR), firmata dallo celebre scultore napoletano Francesco Antonio Capano e datata al 1705.

Fig.2

Vallerano (VT), Santa Maria della Pieve, Madonna del Rosario senza abiti (manichino a palo), 1700 ca.

Tale “riscoperta” è avvenuta molto spesso in occasione degli interventi di restauro che hanno interessato sia la statua che gli abiti, spesso pregevoli e antichi. E' il caso ad esempio della Madonna della Pieve di Vallerano (VT), recuperata grazie ad un intervento conservativo di somma urgenza che ha portato, oltre che alla rivitalizzazione di un culto abbandonato, ad una importante riflessione critica sui criteri metodologici che devono guidare ogni intervento di restauro di manufatti così complessi, sia dal punto di vista tecnico per la loro polimatericità e perché talvolta oggetto di ripetute manomissioni, sia dal punto di vista teorico per la necessità di preservarne i valori simbolici e la funzione.

Fig.3

Vallerano (VT), Santa Maria della Pieve, Madonna del Rosario prima del restauro.

Ciò è valso sia per le effigi che per i corredi tessili, spesso particolarmente ricchi e con un'articolazione del “guardaroba” che prevede la biancheria, abiti feriali e abiti festivi, a volte accompagnati dalle calzature.

Fig.4

Arpino (FR), Monastero di S. Andrea Apostolo, Abito festivo della Madonna di Loreto, fine XVII-inizio XIX sec.

Non di rado la Vergine indossa più capi sovrapposti, dalle sottovesti donate da donne povere a ricchi abiti da principessa. Di solito l’abito visibile è il più recente, ma via via che si giunge sino al corsetto si traccia lungo più strati di tessuto una vera e propria storia del costume.

Fig.5

Soriano del Cimino (VT), Chiesa di S. Maria del Poggio, scarpine del XVIII secolo della Madonna del Poggio.

In riferimento al contesto storico, grazie alle ricerche d'archivio è stato possibile tracciare sia il ruolo delle importanti famiglie nobiliari nella realizzazione di alcuni simulacri (come i Ruspoli a Vignanello) o nel dono di corredi e gioielli (ad esempio gli Altieri a Oriolo) sia le modalità di cura affidate nella maggior parte dei casi alle confraternite, in una tematica che unisce la “committenza elevata” all'associazionismo religioso e al tema delle feste e dei riti e delle pratiche rituali ad esse connessi.

Per rappresentare al meglio nell'ambito dei percorsi espositivi questa “polifonia” di significati, si è scelto come filo conduttore il tema della devozione religiosa alle Madonne vestite da parte delle comunità insediate sui territori come fattore di coesione sociale. Sottolineare il legame intercorrente tra il corredo delle effigi e il calendario liturgico, ha permesso infatti di mostrare ai visitatori una selezione di abiti che fossero testimonianza dei diversi culti mariani attestati nel territorio del Lazio meridionale e settentrionale quali la Madonna del Rosario, del Carmelo, di Loreto, della Madonna Addolorata, in relazione quindi ad altrettante categorie iconografiche. Nell’ultima delle mostre, tenutasi a Viterbo, si è scelto di porre l’attenzione sul culto: talvolta le Madonne vestite sono infatti oggetto di grande devozione, in altri casi invece il culto è stato abbandonato e le Madonne ritrovate in sagrestie o armadi hanno riattivato nella popolazione ricordi di processioni, portando a compiere restauri, studi o più semplicemente ricerche di vecchie foto nei cassetti.

Fig.6

Vallerano (VT), Santa Maria della Pieve, Corsetto della Madonna del Rosario, I metà XVIII sec.

Spesso infatti l’abolizione del culto nasce da disposizioni dei vescovi e non corrisponde al sentimento dei fedeli che talvolta si sono anche opposti con forza a tali decisioni.

 

Bibliografia

Tessere La Speranza collana diretta da Alfonsina Russo, Luisa Caporossi, Francesca Fabbri, Ed. Gangemi 2016-2019 (9 voll.):

Tessere la speranza: Il culto della Madonna vestita lungo le vie del Giubileo, Catalogo della mostra (Roma, Palazzo Patrizi-Clementi, 9 Dicembre 2016 - 9 Gennaio 2017), a cura di A. Russo, L. Caporossi e F. Fabbri, Roma 2016.

Tessere la Speranza. Le preziose vesti dalle Madonne Addolorate del Lazio a Santa Marìa de La Esperanza Macarena di Siviglia, Catalogo della mostra (Sora, Museo Civico della Media Valle del Liri, 15 Giugno – 22 Luglio 2017), a cura di A. Russo, L. Caporossi e F. Fabbri, Roma 2017.

Tessere la Speranza. Dal culto della Vergine del Rosario al restauro della Madonna della cintura di Gaeta, Catalogo della mostra (Gaeta, Museo diocesano, 27 Luglio – 1 Ottobre 2017), a cura di A. Russo, S. Urciuoli, L. Caporossi e F. Fabbri, Roma 2017.

Tessere la Speranza. Il culto della Madonna di Loreto, Catalogo della mostra (Arpino, Palazzo Boncompagni, 9 Dicembre 2017 – 9 Febbraio 2018), a cura di A. Russo, L. Caporossi e F. Fabbri, Roma 2017.

Tessere la Speranza. Le vesti celesti in Aracoeli, Catalogo della mostra (Roma, Basilica di Santa Maria in Aracoeli, 9 Marzo - 4 Maggio 2018), a cura di M. Eichberg, A. Russo, L. Caporossi e F. Fabbri, Roma 2018.

Tessere la Speranza. Il culto della Madonna delle Grazie, Catalogo della mostra (Capranica, Chiesa di San Francesco, 9 Maggio – 1 Giugno 2018), a cura di M. Eichberg, A. Russo, L. Caporossi, F. Fabbri, Giannino Tiziani, Roma 2018.

Tessere la Speranza. Le vesti preziose della Madonna di Loreto in Italia, Catalogo della mostra (Lisbona, Museo di São Roque presso la Santa Vasa da Misericordia de Lisboa, 16 Marzo - 19 Maggio 2019), a cura di S. Gizzi, A. Russo, L. Riccardi, Roma 2019.

Tessere la Speranza. Il culto della Madonna vestita nella Tuscia, Catalogo della mostra (Viterbo Monastero di Santa Rosa 31 Agosto- 3 Ottobre 2019), a cura di M. Eichberg, L. Caporossi, M. Arduini, Roma 2019.

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